La disfatta

SMA MODENA
lombatti_mar24

22/05/2012

Pizzarotti ha vinto su tutto il fronte, al di là della percentuale del 60%.
Il candidato del Movimento 5 Stelle ha prevalso in tutti i quartieri della città, in 183 sezioni su 203. Una piccola curiosità riclassificando il voto per plessi, che però la dice lunga sull’età degli elettori di Bernazzoli: il centrosinistra ha espugnato solo l’Ospedale Maggiore, l’Ospedale Rosori e la Casa di Cura Città di Parma, perdendo in tutte le strutture scolastiche.
In termini assoluti, Pizzarotti ha quasi triplicato i voti del primo turno, Bernazzoli ne ha presi 1.000 in meno.
Che per il centrosinistra si stesse mettendo male lo si sapeva dalle voci di sondaggi allarmanti, lo si intuiva dalle mosse al foto finish di Bernazzoli che sapevano tanto di disperazione, ma soprattutto interrogando le persone… nelle ultime due settimane sulla bocca della gente io sentivo solo dire “Pizzarotti”, quasi nessuno “Bernazzoli”. Ma il numero di chi si dichiarava per Pizzarotti era così elevato dal persuadermi che non potesse essere statisticamente probante perché il realtà c’era un mondo sommerso e silente di anziani, di pensionati, di elettori mossi dall’apparato o dal sindacato che alla fine, pur per il rotto della cuffia, avrebbero portato Bernazzoli alla vittoria.
Così non è stato. Al ballottaggio è stato un bagno di sangue per il centrosinistra. E non perchè i dirigenti del Pdl, di Civiltà Parmigiana o dell’Udc si sono alleati con i grillini in nome di chissà quale alleanza reazionaria, se non post fascista (al primo turno i partiti di centrodestra hanno dimostrato di non riuscire a controllare più neanche 100 preferenze), ma perché il comune sentire degli elettori si è riversato in massa su Pizzarotti per i più disparati motivi, di testa o di pancia che fossero.
Parlando con la gente, ognuno trovava una motivazione diversa e tutta sua per non votare Bernazzoli: “E’ un uomo d’apparato”, “E’ una candidatura imposta da Bersani”, “Non voglio finire schiavo di Bologna”, “Non si è dimesso dalla Provincia”, “Non ha terminato il suo mandato in Provincia”, “E’ un politico di professione”, “Non ha fatto nulla in Provincia”, “Non è neanche di Parma”, “Io volevo Pagliari”, “E’ l’uomo dell’Unione Industriali e dei poteri forti”, “E’ il padre dell’inceneritore”, “E’ la continuità con Ubaldi e Vignali”, “E’ antipatico”, “E’ l’emblema della Casta”…
Di converso mi sorprendeva un’apertura di credito incondizionata, quasi materna, in favore di Pizzarotti da parte dei parmigiani… pronti a scusare questo giovane candidato sindaco in ogni caso e a prescindere: “E’ inesperto? Beh, abbiamo visto come i cosiddetti esperti hanno ridotto il Comune”, “Non ha un programma? Non è colpa sua, non si aspettava mica di andare al ballottaggio”, “E’ un giovane che ci fa fare un salto nel buio? Non è un politico di professione, imparerà”, “Peggio di quelli di prima non farà di sicuro”, “E’ alle prime armi? Vuol dire che almeno non ha ancora imparato a rubare”, “Parla solo di inceneritore? Non ci farà venire il cancro”, “E’ nelle mani di Beppe Grillo? Meglio Grillo di Bersani, perché almeno ci fa ridere”, “Io preferisco Beppe Grillo a Gene Gnocchi”…
Sarebbe un errore per chi analizza questo voto e un atto di presunzione per i vincitori pensare che oggi tutta Parma sia diventata d’incanto grillina. Al primo turno, infatti, il Movimento 5 Stelle ha preso “solo” il 20% dei voti (l’80% ha scelto altre lista). Ma al ballottaggio si è creata la “tempesta perfetta” del celebre film di George Clooney scatenata dalla sovraesposizione mediatica nazionale ed internazionale del fenomeno del “grillismo” (a Parma sono venuti financo Cnn e il New York Times), dai richiami epici della battaglia di Stalingrado, dal vento fortissimo dell’antipolitica, dalla crisi economica, dalla sfiducia ormai sterminata nei confronti dei partiti, dagli scandali del Comune di Parma, dalle ruberie della Lega Nord, dalla dissoluzione del Pdl, delle tasse di Monti, da due comizi in città di Grillo con oltre 10.000 persone, che si sono combinati in una miscela esplosiva con lo spirito di rivalsa dell’elettorato del centrodestra locale, umiliato per la bruciante sconfitta che ha spazzato via in un colpo solo il berlusconismo, l’ubaldismo e il civismo che in questi 14 anni hanno amministrato la città.
Ovviamente alla tempesta perfetta non poteva non dare un contributo il centrosinistra con i suoi immancabili errori… ma davvero non mi va di infierire. Perdere queste elezioni sembrava un’impresa impossibile… ma per loro nulla è impossibile. Come dice Jim Morrison, “sono buoni a nulla ma capaci di tutto”.

Andrea Marsiletti