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13/10/2010
h.18.20
Dal primo “Rapporto sullo stato del territorio italiano”, realizzato dal centro studi del Consiglio nazionale dei Geologi in collaborazione con il Cresme, emergono dati allarmanti per le regioni e i comuni italiani. In particolare, al primo posto nella classifica delle regioni a rischio idrogeologico risulta essere l’Emilia-Romagna, con 4.316 chilometri quadrati di superficie esposta.
“La fragilità del nostro territorio riguarda soprattutto l’Appennino – afferma il consigliere regionale Pd Gabriele Ferrari – e spesso le frane sono ascrivibili all’evoluzione naturale del paesaggio. Ma ciò non deve portare a sottovalutare l’importanza di interventi di messa in sicurezza del territorio, ed è preoccupante che ciò non possa avvenire per i continui tagli del governo centrale.
I costi a carico della collettività conseguenti al dissesto idrogeologico sono in continuo aumento e bene fa la Regione Emilia-Romagna ad investire proprie risorse, oltre che in interventi di mitigazione e di risanamento, in attività di conoscenza, previsione e prevenzione. Solo in questo modo si potrà intervenire con efficacia nella futura pianificazione territoriale e urbanistica.
Fine precipuo per poter fare investimenti puntuali e adeguati in infrastrutture quali ad esempio scuole e ospedali è la prevenzione sul territorio, cosa che, in questi anni, risulta scarsamente praticata, dato che a fronte di danni censiti nella misura di 213 miliardi di Euro, nell’arco temporale che va dal 1996 al 2008, sono stati fatti investimenti nazionali per soli 27 miliardi di euro. Indubbiamente troppo poco. Sarà anche questo materia di studio per il neo assessorato alla Montagna”.