
18/02/2010
h.13.40
Il quadro completo delle criticità e il piano delle risorse necessarie. La difesa del suolo nella provincia di Parma ha da oggi un programma in cui compaiono più di mille interventi per oltre 300 ml di euro, con indicate le priorità da cui cominciare a mettere in sicurezza il territorio.
Dalle casse di espansione del torrente Baganza, necessarie per la messa in sicurezza di Colorno, alla sistemazione idraulica e idrogeologica dell’Alta Val Parma, dell’Alta Val D’Enza e nel bacino del Manubiola, la realizzazione della variante alla provinciale che collega Bardi a Varsi, la sistemazione idraulica del Taro nella zona vicina all’Interporto e la riqualificazione dell’area limitrofa in corso di bonifica. Comincia da questi sei interventi, per oltre 60ml di euro, la mappa delle situazioni di rischio che fanno del Parmense il secondo a livello nazionale per dissesto idrogeologico.
Questo prezioso lavoro è stato presentato oggi a Parma in Provincia dal presidente Vincenzo Bernazzoli e dall’assessore alla Difesa del suolo Ugo Danni. Ci sono situazioni già note come alcuni dissesti e frane che minacciano centri abitati, rete viaria e servizi, altre meno conosciute come erosioni lungo i corsi d’acqua. Rischi concreti che la Provincia intende prevenire e non rincorrere dopo le emergenze.
“Una materia come questa – ha detto Bernazzoli – non va affrontata solo sotto la spinta di fatti gravi, solo di fronte all’emergenza. Occorre avere un investimento forte dello Stato, creando meno disagi e avendo meno costi. Noi ci siamo fatti carico di stilare un piano in cui, assumendoci responsività, abbiamo indicato gli interventi prioritari. Sappiamo che il Ministero dell’Ambiente ha avuto assegnato un miliardo di euro per la difesa del suolo. Sulla base dei dati raccolti crediamo di avere diritto a risorse per realizzare gli interventi ”.
Il censimento – realizzato in pochi mesi grazie alla collaborazione con Aipo, Servizio tecnico di bacino, Consorzio di Bonifica Parmense, Consorzio Emilia Centrale, Comunità montane, Protezione civile e i Comuni – comprende anche gli ulteriori smottamenti che si sono verificati dopo le nevicate, gelo e pioggia dei giorni di Natale.
“Il nostro territorio presenta sostanzialmente due problematiche il dissesto con frane e smottamenti in montagna che puntualmente si acutizzano col maltempo, la messa in sicurezza idraulica nella zona della collina e in pianura Con questo lavoro abbiamo realizzato uno strumento che prima non avevamo, costruito sulla base di tutte le segnalazioni dei Comuni e degli enti di riferimento, una mappa puntuale con la quale sono state identificate sette zone dove sono localizzate le priorità” – ha spiegato Danni intervenuto all’incontro insieme al dirigente Gabriele Alifraco e Michele Giordani del Servizio provinciale Ambiente.
Dei 1000 interventi censiti, la maggioranza (489 complessivamente) sono individuati nell’alta Val Taro – e in particolare nei territori comunali di Albareto, Bedonia, Borgotaro, Compiano, Tornolo – e nell’alta Val Ceno, nei comuni di Bardi e Varsi. Altro punto critico è quello fra i comuni di Fornovo, Medesano e Terenzo.
Nell’Appennino Est la zona a rischio è racchiusa fra i comuni di Corniglio, Tizzano, Neviano e Palanzano. In pianura, dove si scaricano come ha ricordato Alifraco, tutti i problemi nati a monte, il nodo dolente è fra Colorno, Mezzani, Torrile, Sorbolo e Parma, città toccata dal rischio anche nella zona a confine con il comune di Fontevivo.
La ripartizione del territorio nelle cinque macroaree rivela che nella Bassa parmense vanno effettuati interventi di riduzione del rischio idraulico per 110ml di euro. Per lavori di sistemazione idraulica e idrogeologica, la zona dell’alta pianura e collina richiede interventi per 54 ml di euro, 87 ml nell’alta Val taro, 26 ml nell’Alta val Parma e Baganza, 26 ml nella Val d’Enza.
Sono 23 i comuni con un grado di emergenza idraulica e idrogeologica elevato, 14 quelli con un grado medio, 10 quelli meno a rischio.
GLI INTERVENTI PRIORITARI, PER 60,3 ML DI EURO