
25/09/2009
h.16.30
«Stiamo studiando nuovi strumenti per comunicare il concetto della qualità legata al nostro territorio.»
Lo ha detto Andrea Zanlari, presidente della Camera di Commercio di Parma, durante il convegno “Qualità controllata e certificata nei salumi e nelle altre produzioni alimentari” che si è tenuto questa mattina nella sede camerale.
«Quali saranno questi strumenti e come potranno essere messi in campo – ha precisato Zanlari – ancora non sappiamo. Possiamo dire però che non vedo altra strada se non quella della certificazione e del controllo attraverso cui la comunicazione della qualità possa entrare nelle menti dei consumatori come elemento di garanzia e di fiducia.»
Il convegno, moderato da Giovanni Ballerini, presidente della Stazione Sperimentale delle Conserve Alimentari, ha analizzato le nuove regole volute dall’Unione europea per la valorizzazione del controllo fino a prefigurare la presenza della “immagine” della certificazione sulla confezione del prodotto.
Un appuntamento – organizzato da “Te.Ta. Centro Servizi dalla terra alla Tavola” con Camera di Commercio e Provincia di Parma – che ha visto le relazioni di operatori pubblici e privati del settore: «La Pubblica Amministrazione – ha detto Giancarlo Belluzzi, del Ministero della Salute – vede con favore le certificazioni se servono e contribuiscono in modo sostanziale ad inserire aspetti innovativi nel processo ricerca e sviluppo all’interno del quadro della sicurezza alimentare».
Dopo di lui hanno parlato dei processi di innovazione nei servizi pubblici anche Gabriele Squintani e Davide Barchi, della Regione Emilia-Romagna, mentre Davide Troncon, della CSQA srl, Fausto Palmia dell’IPQ ed Enrico Bussi di Te.Ta. sono intervenuti sullo stato dell’arte e sulle prospettive dell’attività degli organismi privati.
Il Presidente Zanlari, chiudendo i lavori, ha anche affermato che, a fronte d’un sistema di certificazione e controllo sempre più penetrante e impegnativo, «occorrono accordi per snellire le procedure e per definire le caratteristiche dei prodotti e dei processi in ogni filiera agroalimentare: su questo Parma è pronta ma il piano su cui operare non può che essere regionale. Un approccio intersettoriale e di filiera che il sistema camerale e la stessa Unioncamere regionale è disponibile ad affrontare subito a fianco della Regione.»