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09/05/2010
h.13.40
A livello di contenuti politici cosa ancora impedisce la fusione tra PDCI e PRC?
1Io non guarderei tanto ai contenuti politici perchè, oggi, condividiamo le stesse scelte tracciando linee strategiche comuni. Piuttosto noto un’incongruenza tra la linea nazionale di forte coesione tra le due realtà e le contraddizioni che si riscontrano poi nei vari territori.
Faccio un esempio per spiegare il mio pensiero: qui a Parma, alle ultime elezioni provinciali, non tanto tempo fa, il PdCI ha sostenuto il centro sinistra riuscendo ad ottenere un consigliere ed un assessore, mentre il PRC, abbracciando la scelta di correre da solo, non ha espresso nulla se non il minimo storico di voti. Contemporaneamente alle Europee, al di la del risultato finale, ci siamo presentati assieme.
Questa scelta ha avuto come conseguenza non solo un’enorme perdita di fiducia nel nostro elettorato, espressa nel non voto, ma ha anche accentuato la distanza tra le due anime comuniste del nostro territorio.
Da qui nasce la mia personale considerazione che sia a livello nazionale, ma sopratutto periferico, non vi siano figure e leader, con sufficiente carisma, intelligenza e forza politica, in grado di sedare le divergenze ed effettuare scelte condivise.
Non ultimo auspico un cambiamento generazionale dei nostri quadri dirigenti a tutti i livelli.
Se tuo figlio ti chiedesse “Papà, che differenza c’è oggi tra destra e sinistra” tu cosa gli risponderesti?
Puntualizziamo: per me, come sinistra, esiste solo quella comunista, quella che ha concorso alla liberazione dal nazi-fascismo, insieme ad altre forze politiche e non, tramite la resistenza e la lotta partigiana, quella che ha concorso alla fondazione della Repubblica italiana così come la conosciamo oggi e alla stesura della nostra Costituzione, sacra ed inviolabile.
Essere di sinistra oggi vuol dire in primis difendere i valori di libertà, democrazia, uguaglianza che i nostri predecessori ci hanno donato per il nostro futuro e rispettare il sangue versato dei nostri martiri.
Essere di sinistra significa rispetto per il prossimo esso sia etero o omosessuale, al di la del colore della pelle, di religione, di status sociale, ma nel contempo il far rispettare le regole e le leggi vigenti con l’applicazione delle pene senza sconti.
Essere di sinistra vuol dire diritto e certezza del lavoro e sicurezza sul lavoro con annessa lotta al precariato.
Essere di sinistra vuol dire avere una visione di società diversa da quella attuale, dove il profitto sia di tutti e non di pochi Paperon de Paperoni, dove i fuoriclasse siano gli operai delle fabbriche, i lavoratori pubblici, i piccoli medi imprenditori, e non i pochi grandi imprenditori che abbiamo e che fanno la politica oggi; un’economia basata sulla valorizzazione del territorio, con assoluta attenzione all’ecosistema con un mercato che sia ecosolidale, non regalato alle multinazionali.
Essere di sinistra vuol dire concepire un nuovo sistema bancario basato sull’interesse del cliente con ridistribizione degli interessi non basato sull’interesse dei mega manager da milioni di euro al mese.
Il contrario di tutto ciò che ho detto vuol dire essere di destra.
Recentemente il PDCI ha preso una posizione piuttosto netta contro l’inceneritore di Parma. Pensi ci sia ancora qualche spiraglio per non costruire questo impianto?
Penso, mi auguro di si. Sarebbe stato meglio, forse, opporsi quando era tempo di farlo.
Lotteremo in ogni caso perchè si possa apportare modifica anche in corso d’opera.
Che idea ti sei fatto dell’affaire metropolitana di Parma? Chi ha vinto e chi ha perso?
In ogni caso a perderci è il cittadino, il contribuente. Credo che il comportamento schizofrenico di una parte del PD abbia contribuito a rafforzare un sindaco, Vignali ed una giunta molliccia serva di Confindustria e dei poteri forti.
Se il PD alle prossime comunali candidasse sindaco Ubaldi, i comunisti lo voteranno?
Assolutamente no!
Meglio l’informazione locale o quella nazionale?
Domanda di riserva?