
01/05/2012
h.21.00
«Prendiamo atto – ma lo sapevamo già – che la capacità di citazione di Giampaolo Lavagetto non sa andare oltre alle frasi “celebri” dei b-movie con Silvester Stallone da cui l’ex assessore ha preso sembrerebbe aver preso anche l’ultima sua sparata – “Buzzi è il male, noi la cura” (leggi) – che evidentemente costituiscono la sua principale fonte d’ispirazione…». Inizia così una breve nota di commento all’ennesima boutade dello Schawartzneger di Felino firmata dal vice coordinatore vicario del PdL Massimo Moine e dal capogruppo in Regione Luigi Giuseppe Villani.
Che continua: «Detto questo, dal momento che “Tutte queste inutili parole andranno perdute nel tempo come lacrime nella pioggia – Blade Runner, 1982, Ridley Scott, tanto per restare in tema – vorremmo, una volta per tutte, spiegare perché Giampaolo Lavagetto non si è presentato a queste elezioni amministrative».
«L’ex assessore Giampaolo Lavagetto, al netto di tutte le balle che sta raccontando in giro e di quelle che ha già raccontato circa strani complotti ai suoi danni per escluderlo dal partito è quello ha fatto perdere le ultime elezioni provinciali al centrodestra poiché era inquisito per la ben nota vicenda delle porno-connessioni dal suo cellulare di servizio; è quello che, per la stessa storia, è stato condannato, in primo grado dal Tribunale di Parma per peculato e ciononostante gli auguriamo di dimostrare in secondo grado la sua innocenza dal momento che siamo garantisti e prima di sputare sentenze gratuite siamo abiituati a riflettere; è quello che oggi, non potendosi candidare poiché sta scontando una pena a diciotto mesi di interdizione dai pubblici uffici, ha fatto candidare un altro Lavagetto, l’incolpe nipote, giusto per perpetrare quella brutta prassi politica di candidare figli, nipoti e parenti vari per mendicare qualche scampolo di ribalta mediatica, negatagli dalla legge».
«Per questo ci viene da dire che almeno in questo caso “La cura è decisamente peggio del Male”».
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Falso che io sia incandidabile. Valuterò querela verso Moine Moine. Chi era costui? E’ quello che tra qualche mese si chiederanno i parmigiani. A questo zombi politico, va però data una risposta alle sue menzogne.
Per prima cosa, è falso che io sia incandidabile per motivi penali. La sentenza di I grado non è incompatibile con la candidatura alle elezioni amministrative. Queste falsità sulle persone, tipica per la cultura postfascista, vedremo se meritano querela.
Per quanto riguarda poi la nota vicenda del telefonino, ricordo al fido scudiero di Villani che ad accusare pubblicamente i vertici del PDL di avere gestito la vicenda per “farmi fuori politicamente”, per usare il suo linguaggio, è stato l’ex Direttore Generale del Comune di Parma. Queste dichiarazioni, che vedremo in futuro quale rilievo penale avranno, ne Moine ne altri hanno le hanno mai smentite.
Per fare politica ci vuole il coraggio delle proprie azioni e la coscienza a posto per metterci la faccia. Alla luce della sua fuga dal giudizio degli elettori, nemmeno si è candidato, direi che a Moine mancano entrambe.
Giampaolo Lavagetto
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Sulle menzogne di Villani e Moine Lavagetto ha dichiarato:
“Alla luce delle gravi menzogne sul comunicato di Villani e Moine pubblicate da Parmadaily circa la mia candidabilità alle elezioni amministrative, – ha dichiarato Lavagetto – oltre a valutare gli estremi di querela contro i due dirigenti del PDL, sto valutando querela anche contro lo stesso giornale. Grave infatti, che si pubblichino cose così diffamanti verso le pesrone senza verificarne l’autenticità.”
Giampaolo Lavagetto
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Informiamo il Dott. Lavagetto che l’intervento di Moine e Villani da noi pubblicato è un comunicato stampa inviato a tutti gli organi di informazione di Parma.
Prendiamo atto che, ferma restando la veridicità della condanna di primo grado a carico di Lavagetto, tale sentenza non è incompatibile con la sua candidatura.
Andrea Marsiletti
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02/05/2012
12.10
“Prendo atto della nota del Direttore di Parmadaily, Andrea Marsiletti che, con correttezza e professionalità, ha ristabilito come stanno le cose. Resta la mia ferma intenzione di verificare la possibilità della tutela legale della mia immagine nei confronti di simili nefandezze politiche da parte di chi non ha più nulla da dire e mi auguro da fare, per questa città e per il centrodestra di Parma”.
Giampaolo Lavagetto
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02/05/2012
h.16.40
«A Giampaolo Lavagetto vorrei solo ricordare che oltre all’istituto della querela esiste anche quello della controquerela: o lui è in grado di dimostrarci, pubblicando la sentenza che lo riguarda, che lo scorso 12 ottobre 2011 non è stato condannato, con rito abbreviato, a un anno e sei mesi di reclusione (pena sospesa) per peculato e che contestualmente non è stato interdetto dai pubblici uffici per la durata della pena inflitta, come si evince dalle fonti giornalistiche in nostro possesso (ANSA, Gazzetta di Parma, Parmarepubblica…), oppure taccia ed eviti a se stesso altri penosi strascichi giudiziari».
Durissima la risposta di Massimo Moine, vice coordinatore vicario del PdL all’ex assessore alla scuola Lavagetto.
«La squallida vicenda delle porno-connessioni dal suo telefonino di servizio all’epoca mise in imbarazzo tutto il partito tranne lui: ma evidentemente ci divide una diversa concezione della politica e dell’amministrazione della cosa pubblica. Per il sottoscritto, e per tanti altri, la politica è servizio disinteressato, è appartenenza ad una comunità con la quale si condividono ideali e valori; non è di certo un lavoro ne tantomeno una gratificazione edonistica. E questo da epoche ben più difficili di quelle nelle quali si è cimentato Lavagetto. Per cui da personaggi di questo genere non sono accettabili ne critiche ne invettive. Dopo quattro mandati in consiglio comunale mi sembra, dunque, più che naturale lasciare spazio ad altri, magari più giovani e motivati e continuare a fare politica in un altro ruolo. Infatti a differenza di Lavagetto non reputo di essere insostituibile ne tantomeno che “Après moi, le déluge…».
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02/05/2012
h.16.50
In merito alle affermazioni di Villani e Moine che le provinciali del 2009 furono perse dal PDL per colpa del sottoscritto, la realtà è esattamente all’opposto.Mentre sulla base di tre diversi sondaggi, il comitato nazionale e regionaledel Partito mi chiese di candidarmi e mi sostenne lealmente, la dirigenza locale del PDL, su cui le parole di Frateschi fanno pesare un grave dubbio inmerito alla vicenda del telefonino uscita proprio dall’amministrazione Vignali all’indomani della mia candidatura, fece di tutto per boicottarmi e far vincere Benazzoli. Il motivo è molto semplice.
Il Sindaco Vignali ed il Presidentedella Provincia hanno condiviso le azioni amministrative delle più importanti trasformazioni urbanistiche della città in quegli anni. Anche oggi, come allora, Villani fa schiantare Buzzi ed il PDL solo per agevolare il suo alleato Bernazzoli contro la possibile vittoria di Ubaldi. Qusta è la politica del centrodestra ai tempi di Villani, tempi che, perfortuna, fra pochi giorni saranno finiti.
Giampaolo Lavagetto
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03/05/2012
h.10.00
Moine, con il suo intervento in cui vaneggia che io dovrei dimostrare non si capisce cosa, oltre che essere uno zombie politico, dimostra non conoscere la legge italiana. Non varrebbe la pena rispondergli, visto che si avvia ad una rapida e definitiva chiusura della sua stagione politica, ma poichè continua a fare dichiarazioni pubbliche contro di me, mi vedo costretto a farlo.
La legge italiana prevede che non possono essere candidati a ricoprire le cariche elettive degli organi delle province, dei comuni e delle circoscrizioni, né da tali organi possono essere nominati ad altre cariche pubbliche, coloro i quali siano stati condannati con sentenza passata in giudicato (e non in primo grado) per uno dei reati indicati al comma 1 dell’articolo 58 del decreto legislativo 267/2000. A tutti gli effetti previsti dal citato articolo 58, la sentenza di patteggiamento è equiparata alla condanna emessa da un organo giudicante.
Per quanto concerene i motivi della sua assenza dalle liste, dica la verità.
Le altre volte si è candidato a Sindaco del suo Partito, facendo perdere allo stesso i 2/3 dei voti presi alle politiche, senza bisogno di preferenze per salire in consiglio comunale. Questa volta, dove avrebbe dovuto passare al vaglio delle preferenze, come si dice a Parma, a nasato l’aria e a capito che era meglio darsela a gambe.
Infine, poichè sostiene che io mi sia inventato la storia di un possibile complotto sul telefonino, perchè semplicemente non ha mai querelato o solo smentito le dichiarazioni dell’ex direttore generale Frateschi che ha pubblicamente parlato di coinvolgimento diretto dei vertici del PDL locale nella vicenda…?
Giampaolo Lavagetto
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