“Le Rane”, la commedia di Aristofane, in scena a Teatro Due l’11 e il 16 gennaio

SMA MODENA
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Riprende l’attività di Fondazione Teatro Due con un grande classico della commedia greca: l’11 gennaio alle 20.30 e il 12 gennaio alle 16 tornano in scena Le Rane di Aristofane.

Lo spettacolo ha debuttato nell’ottobre del 2012 ideato e diretto da Roberto Abbati, Paolo Bocelli, Cristina Cattellani, Laura Cleri, Gigi Dall’Aglio, Luca Nucera, Tania Rocchetta e Marcello Vazzoler; tassello importante del repertorio di Fondazione Teatro Due, Le Rane ora torna in scena ripreso e interpretato da Roberto Abbati, Cristina Cattellani, Laura Cleri, Davide Gagliardini, Luca Nucera, Massimiliano Sbarsi.

In scena gli attori affrontano la cruciale questione del ruolo politico della cultura, dell’arte, della poesia e del teatro nella società civile. E lo fanno con comicità e leggerezza, al ritmo di un sirtaki composto da Alessandro Nidi, lanciando frasi in un megafono, inscenando un duello poetico e affidando al voto del pubblico il responso.

Come si può salvare una città che non sa distinguere il bene dal male? si chiede Aristofane. La risposta non è semplice ma l’umorismo e l’ironia di questo antico e attualissimo testo conducono il pubblico in un viaggio agli inferi surreale e sgangherato, alla ricerca delle verità, per la salvezza della polis che Aristofane crede attuabile attraverso il teatro.

Le Rane parla di noi, di una società in decadimento. Atene nel 405 a. C. è una città in mano alla corruzione: lentamente si sgretola quella che per secoli era stata considerata la radice della modernità e un prezioso caso di raffinatezza culturale.

Aristofane dunque ingaggia Dioniso, Dio del teatro e della doppiezza e lo manda nell’Ade alla ricerca degli antichi poeti-tragediografi che, resuscitando, possano restituire alla città i valori perduti.
L’Ensemble di attori di Teatro Due attiva questo classico della commedia greca, proponendolo a noi, figli di un pragmatismo miope e orfani di miti, in gran parte logori.

Il testo di Aristofane esprime la necessità di riportare la poesia nella polis, per risollevarla culturalmente – scrisse Gigi Dall’Aglio in occasione del debutto. Oggi, tanto quanto allora, sentiamo lo stesso bisogno: non si può escludere un confronto tra l’antica Grecia e la contemporaneità.

L’obiettivo dello spettacolo – aggiunge oggi Roberto Abbati – è “scendere giù fino agli Inferi a cercare un poeta, perché la nostra città possa salvarsi e mantenere il suo teatro”. Questa non è soltanto una bella frase teatrale, ma un imperativo categorico – anche ironico – che esorta gli attori ad assumere un comportamento etico e civile. Gli attori fra l’altro sono già abituati a scendere fin laggiù: “moriamo tutte le sere e poi dopo ce ne andiamo a cena”, come diceva scherzando uno di noi, (anche se poi qualche volta, purtroppo, a cena non ci vanno proprio e non ritornano più!).

Dioniso e il Coro degli attori del nostro teatro scenderanno dunque giù fino agli Inferi nel tentativo di riportare – con garbo e una buona dose di ingenuità – un po’ di poesia nel mondo di sopra, perché lo aiuti a salvarsi e a ritrovare una qualche traccia di quel senso, che nella nostra quotidianità abbiamo perduto.

Informazioni e biglietteria: tel. 0521/230242 – biglietteria@teatrodue.org – www.teatrodue.org