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04/04/2011
h.12.00
Le associazioni provinciali ARCI, CGIL, CIAC, EMERGENCY, LIBERA PARMA, LEGAMBIENTE e UDU esprimono una forte preoccupazione rispetto al precipitare della situazione in Libia.
Le nostre organizzazioni hanno da subito accolto e promosso l’iniziativa nata all’interno del Tavolo della pace che oggi viene rilanciata con il nuovo appello che richiama al cessate il fuoco ed alla difesa dei diritti umani.
Abbiamo valutato necessario un intervento dell’ONU atto a fermare il genocidio perpretato da Gheddafi sulla popolazione libica, concretizzato poi con la risoluzione n. 1973 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per la creazione di una “no fly-zone” e per la tutela delle popolazioni civili, ma allo stesso modo non possiamo nascondere la forte preoccupazione per la sorte dei civili, inevitabilmente coinvolti in azioni militari, riaffermiamo la nostra tradizione pacifista che rifiuta la guerra come strumento per la risoluzione dei conflitti internazionali.
Siamo convinti che un intervento dell’ONU debba essere mirato a impedire le violenze attuate da Gheddafi ma ciò non può dispiegarsi in vere e proprie azioni militari indiscriminate magari piegate a fini di controllo politico futuro dell’intera area mediterranea.
Siamo convinti che l’Italia debba agire in seno all’Europa, al sistema delle Nazioni Unite e alle altre istituzioni internazionali democratiche all’insegna della ferma difesa dei diritti umani, del dovere di proteggere, di assistere e di accogliere le vittime della repressione.
Abbiamo fermamente condannato la violenta repressione attuata dalle milizie di Gheddafi e, con forza, oggi chiediamo l’apertura di un’inchiesta internazionale dell’Onu tesa a individuare, processare il Dittatore e punire i responsabili delle uccisioni e delle violenze contro i civili.
Ci riconosciamo nelle parole di Giorgio Napolitano che invita a sostenere dall’interno e “dal basso” i processi democratici dei paesi del Mediterraneo e quindi con forza rilanciamo la ripresa del percorso politico-diplomatico, ritenendo indispensabile il coinvolgimento delle organizzazioni della regione anche per scongiurare il pericolo di piegare la stessa risoluzione dell’ONU agli interessi politici ed economici di alcune potenze occidentali.
Ci schieriamo al fianco di chi sta lottando, rischiando la vita, per la libertà, la giustizia, la democrazia, sollecitando che quanto prima si avviino percorsi negoziali, prevedendo anche il contributo degli osservatori internazionali (International Human Rights Monitors), le agenzie umanitarie nei paesi interessati da parte del Consiglio diritti umani delle Nazioni Unite e dell’Unione Europea;
Chiediamo che l’Italia e l’Europa si adoperino per condannare con fermezza tutti i totalitarismi, le dittature e tutte quelle situazioni in cui si ravvisi sfruttamento, traffici illeciti, ingiustizie, violazioni dei diritti umani oltre a denunciare con chiarezza i troppi silenzi interessati perché economicamente o politicamente vantaggiosi, auspichiamo azioni che definiscano il blocco della vendita delle armi e dalla sospensione di ogni forma di cooperazione militare con i paesi che non rispettano i diritti civili.
Chiediamo inoltre l’adozione tempestiva delle necessarie misure di assistenza umanitaria alle popolazioni sottoposte a deprivazioni dei diritti; chiediamo che venga garantito il riconoscimento dei bisogni umanitari e del diritto all’accoglienza di tutti coloro che fuggono dalle violenze, dalle minacce e dalle violazioni dei diritti umani in atto nel mediterraneo.
Chiediamo l’impegno ad investire nel Mediterraneo perché divenga un vero mare della pace, dell’incontro fertile tra persone e culture diverse, del dialogo interreligioso, della sicurezza comune e dello sviluppo umano, facendo anche appello alle organizzazioni e ai movimenti di società civile italiana ed europea affinché attivino tutti le iniziative di solidarietà e di pressione sui governi europei perché finalmente si realizzi una autentica “Comunità del Mediterraneo per la sicurezza e lo sviluppo umano.
Invitiamo inoltre tutti i cittadini ad impegnarsi nella mobilitazione per l’attivazione del percorso “Verso la Perugia-Assisi” per promuovere il più ampio coinvolgimento delle scuole, dei giovani e della cittadinanza in vista della Marcia Perugia-Assisi per la pace e la fratellanza dei popoli del 25 settembre 2011.