
“Questi per me sono stati mesi impegnativi e difficili. Per chi si è chiesto dove fossi sparito, rispondo che ho cercato di lavorare con la dovuta serietà nel mio ruolo in consiglio comunale e a servizio di una idea di città diversa da quella che abbiamo conosciuto in questi anni.”
Lo scrive il capogruppo del Pd Lorenzo Lavagetto su Facebook.
“Per quanto abbia frequentato la politica, non dimentico di avere guidato una opposizione fondata su una correttezza ma anche su differenze di visione e per questo ho espresso sempre la difficoltà di un percorso. Ma sempre per come sono io, considero un valore la lealtà verso gli elettori e il partito che mi ha candidato. Partito nel quale la volontà di costruire questa coalizione è stata di maggioranza. Ho combattuto al congresso sostenendo Caterina Bonetti alla segreteria di partito, ho proposto primarie a cui mi sarei candidato, ho sostenuto la necessità di una candidatura del PD, che ne rivendicasse il ruolo politico e propositivo, ma di fondo ho sempre giocato la partita nella squadra del Pd, (una cosa per certi versi inedita, anche se sono stato spesso accusato di “personalismo”, oggi si vede se a ragione o torto) considerando che alla fine le persone vanno e vengono nella politica ma ciò che conta è la città e i progetti per il suo futuro, per quello dei cittadini, con pregi e difetti e limiti umani e bisogna vedere tutte le alternative possibili.
A chi dice che bisognava uscire con una proposta alternativa dico che ho scelto di rimanere dentro il PD che rimane il mio partito e in politica se non ci sei le tue ragioni non trovano voce, e che in qualunque condizione, il contributo del pd a Parma non poteva prescindere da ciò che abbiamo fatto e detto in questi anni in consiglio comunale. Il cambiamento o la discontinuità o come si chiama, si misura anche sulle cose concrete e su ciò che è fattibile nel contesto dato in cui tu puoi fare la tua parte mentre altri ne fanno altre.
Per questo ieri sera durante l’assemblea del PD ho detto due cose.
Il candidato del centrosinistra, che oggi ha indicato Michele Guerra, dovrà dar peso a quanto fatto dai nostri gruppi e le nostre posizioni in particolare sull’idea di sviluppo della città, la sua vocazione, che non credo possa essere logistica, le sicurezze, che non si risolvono con qualche telecamera, ma significano controlli, sostegno alle attività nei quartieri, adeguati investimenti nei servizi sociali, educativa di strada, un termine alle opere incompiute. E ancora una revisione dei piani delle grandi opere, come lo stadio il cui progetto va cambiato e vanno considerate le alternative, una discussione vera sull’aeroporto (il tema è allungamento si o no?) e sugli interventi ambientali (dall’Area verde/blu al verde pubblico), passando per i giovani, che non possono essere considerati solo negli articoli di stampa sulle baby gang, una vera lotta all’inquinamento e per la sostenibilità ambientale. Servizi di prossimità, attenzione per la salute pubblica, sostegno alle nuove povertà sono valori condivisi certo, ma i modi in cui si concretizzano fanno la differenza e questo si definisce in un Comune che dovrà funzionare meglio ed essere il centro della vita della Città.
Il discrimine di un percorso condivisibile o meno per me si gioca su queste e altre idee, sulle garanzie di una loro possibile attuazione, non sui ruoli che i singoli potranno o meno rivestire.
Valuterò quindi il senso di un cambiamento e nuove progettualità per Parma e che ci sia la dovuta concretezza. La politica poi è fatta anche di persone e sulle scelte individuali, che portano con sé sempre il peso di storie ed esperienze complesse, e in questo, credo occorra riconoscere i confini che ciascuno ritiene di volersi dare. Ancora una volta e prima di tutto il discrimine è la possibilità di fare qualcosa di buono per Parma, perché la politica si deve occupare di questo. Fare o non fare: in fondo è semplice. Il mio confine è poter far qualcosa di buono, nel segno del cambiamento, per la nostra comunità.”