Nonsololatte: Milk Factor II

SMA MODENA
lombatti_mar24

Nei locali a Parma e Reggio Emilia
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20/03/2013

MILK FACTOR ATTO II DJ CONTEST 2013 dalle ore 21…
★ MERCOLEDI 20 MARZO 2013 ★
MILK FACTOR II ATTO DJ CONTEST 2013
• dalle 21 alle 23:30
MILK FACTOR atto II° il dj contest in collaborazione con la casa discografica
KETRIN STREET RECORDS
Questo mercoledì si esibiranno i concorrenti della quarta eliminatoria della categoria House Commerciale:
1. EMME DJ
2. ENRICO FIORENTE
3. SHALOM JOHN
• dalle 23:30
La serata continua con il nostro dj resident del mercoledì sera GIGI SILVER…

“Milk”

SMA MODENA
lombatti_mar24

28/01/2009

Harvey Milk è omosessuale, è laureato in matematica e lavora presso una Società di Investimenti a Wall Street. A un soffio dagli anni Settanta e dal suo quarantesimo compleanno, Harvey incontra e ama (per sempre) Scott Smith.
Trasferitisi a San Francisco con un sogno di amore e di emancipazione, Harvey e Scott aprono un negozio di fotografia nel quartiere Castro. Davanti e dentro il Castro Camera si raccoglierà presto un gruppo di giovani attivisti omosessuali, emarginati (dalla società) e diseredati (dalle famiglie) alla ricerca di un sogno promesso e dei loro diritto contro la campagna di intolleranza avviata dagli ultraconservatori.
Sostenuto dai suoi guys e da eterosessuali illuminati, Harvey si candida alla carica di consigliere comunale per una, due e tre volte.
La sua terza campagna gli regala l’agognato incarico. Promotore della storica ordinanza sui diritti dei gay e trionfatore sulla Proposition 6, che voleva bandire gli omosessuali dall’insegnamento nelle scuole pubbliche della California, Milk verrà assassinato dal livore e dalla frustrazione di un ex consigliere. Trentamila persone marceranno da Castro al Municipio in una veglia pacifica che dal Settantotto alimenta e sostiene il sogno di Harvey.
Arrivano da una mala noche, dai drugstore rapinati, da uno squat gotico di Portland o da un malfamato skate park, i guys di Gus van Sant, raccolti e accolti nella Castro Camera di Harvey Milk, centro sociale e umano prima che redditizia attività commerciale.
Sono i belli e dannati stroncati dalla morte sulle strade lontane da casa della sua filmografia ma sono pure i cowboy fragili e consapevoli del Wyoming di E. Anne Proulx o i mysterious boys di Gregg Araki, giovani vite in irrevocabile rottura con l’universo familiare e rassegnati alla forza di un destino già marcato. Disorientati e alla deriva, “mai pronti per Paranoid Park” e per le rampe e i dossi della vita, i nati perdenti di Van Sant si trasferiscono a San Francisco, dove questa volta diventano adulti e maturi sfidando i “grandi”. Quelli che nei film del regista americano ci sono senza esserci.
Genitori divorziati, istruttori, insegnanti, poliziotti, presenze sfocate che si offrono di spalle, incapaci di ascoltare e di intendere, di esprimere e di comunicare. Il corpo giovane dell’America, inghiottito dalla noncuranza degli “educatori”, incontra Harvey Milk, politico e attivista negli anni Settanta, adolescente sensibile e in fuga da un quotidiano ottusamente crudele negli anni Quaranta. Harvey ha vissuto in una clandestinità “volontaria” la sua omosessualità, fino a quando non ha incontrato Scott e poi Clive e poi Jack, Dick, Jim, Danny.
Folgorato da persone che versano in condizione di svantaggio (l’omosessualità, ma anche l’etnia, l’origine ambientale, il colore della pelle), le spinge a uscire dalla marginalità cui sembrano obbligate e a lottare per i loro diritti.
Milk affronta l’età adulta del cinema di Van Sant, anticipata da Will Hunting e Scoprendo Forrester. Un dittico, che nonostante l’evidente riduzione dello spessore poetico dell’autore e il linguaggio mainstream con il quale allestisce la rappresentazione, mantiene ugualmente le caratteristiche peculiari della sua scrittura. Come lo psicologo di Robin Williams e lo scrittore di Sean Connery, Harvey Milk è l’adulto che interviene a mediare l’integrazione di eroi socialmente deboli, trovando in quell’esperienza il coraggio di affrontarsi e affrontare i propri fantasmi.
L’elezione a supervisor di Milk è il riconoscimento sociale del loro padre di adozione, “doppio” e “simile” che ricopriva nella società un ruolo marginale. Sean Penn e James Franco, coppia poetica che rievoca quella “da marciapiede” di River Phoenix e Keanu Reeves, interpretano la libertà morale delle immagini di Van Sant, indossando cravatta e norme sociali, e vivendo la loro storia “in legittimità”.
Rinunciando al disordine mentale e al mondo capovolto abitato dai suoi adolescenti, alla singolarità del suo sguardo e a porsi in netta contraddizione con l’industria cinematografica e la società intera, il regista affronta un tema strettamente personale in un film dal sapore convenzionale e raffinato.
Scartando ogni scivolamento nel pruriginoso per farsi ascoltare e frequentando un cinema ampiamente battuto per farsi vedere, Milk riconosce ai cowboy e alle cowgirls il diritto di esistenza e di replica.

(Si ringrazia Mymovies.it per la collaborazione)
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