
19/03/2013
h.15.20
La settimana scorsa il Sindaco Pizzarotti, in una delle sue tante arrampicate sugli specchi, avrebbe detto che:
1) il Comune avrebbe messo online i dati delle emissioni del forno, quale dimostrazione della grande trasparenza “grillina”;
2) il forno non si poteva fermare perché all’alba della sua elezione era ormai realizzato al 65-70%;
Si tratta, come purtroppo in questi 8 mesi troppo spesso abbiamo avuto modo di riscontrare nel comportamento del Sindaco, di informazioni quantomeno incomplete ed imprecise, accompagnate da bugie, silenzi, omissioni.
Infatti, come è facilmente desumibile dai documenti ufficiali, la situazione prima dell’insediamento della Giunta Pizzarotti era la seguente.
Sulla trasparenza dei dati
La trasparenza dei dati era già stata prevista, nero su bianco, in modo molto preciso e trasparente, sin dal 2008 dalla Provincia.
Infatti la delibera della Giunta Provinciale n. 938/2008 del 15/10/2008, che ha approvato la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) e l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) per la realizzazione dell’opera, contiene ben 53 prescrizioni.
Le prescrizioni n. 46 e 47 testualmente recitano:
46) Oltre ai dati principali di monitoraggio dell’impianto che saranno resi pubblici sul sito di Arpa dedicato a MonitoRem, Enìa dovrà provvedere a rielaborare tali dati, rendendoli disponibili ai Comuni e nella casa colonica posta all’interno del PAIP in una versione più semplificata e comprensibile al pubblico; a richiesta potranno essere resi disponibili anche per i cittadini i dati di monitoraggio tal quali;
47) Enìa SpA dovrà provvedere, a sue spese, ad installare e gestire nei quattro Comuni esterni alla città di Parma influenzati dalla presenza del PAIP delle stazioni di rilevamento degli inquinanti nell’aria, che saranno visibili in appositi monitor presso le sedi municipali dei Comuni suddetti; i dati dovranno essere visibili anche sui siti internet dei Comuni. Arpa, a spese di Enìa, provvederà ad effettuare una verifica strumentale delle stazioni di rilevamento. La scelta sui parametri da monitorare sarà proposta da Enìa e validata da Provincia, Arpa e Ausl; la serie di parametri da monitorare nelle stazioni suddette potrà inoltre cambiare nel tempo; le ubicazioni delle stazioni andrà concordata con i suddetti Comuni;
Come si vede la trasparenza dei dati era già stata prevista-imposta dalla Provincia. Ciò però il Sindaco si è ben guardato dal dire, cercando di attribuire a sé un merito di trasparenza che invece altri avevano già previsto-imposto ben quasi 5 anni fa!
Il fatto che il Sindaco non abbia precisato quanto sopra riguarda lui, la sua coscienza e la sua correttezza nei confronti dei cittadini.
Sullo stato di avanzamento dei lavori dell’inceneritore al maggio 2012
E’ vero che il lavori all’alba dell’elezione del Sindaco erano realizzati per il 65-70% ma è anche vero che in campagna elettorale lo erano al 60-65%.
Occorre quindi domandarsi perché il Sindaco in campagna elettorale (ma anche dopo) ha fatto promesse che sapeva che non poteva mantenere?
Temiamo che la risposta sia che “il nuovo è solo apparente…che la prassi delle promesse elettorali ingannatrici…poi puntualmente smentite dal politico una volta eletto…continua!!!”.
Purtroppo niente di nuovo sotto il sole, anzi tutto molto antico…al di là delle apparenze e delle ipocrisie di comodo.
Occorre poi domandarsi: perché il Sindaco ha dichiarato solo oggi l’impossibilità di impedire l’accensione del forno quando poteva-doveva almeno dirlo quantomeno all’alba della sua elezione?
Perché il Sindaco ha trascinato per 8 mesi “l’illusione” della possibile mancata accensione del forno?
Perché il Sindaco non ha prontamente smentito il Guru Grillo che aveva affermato che per accendere il forno si sarebbe dovuti passare sul cadavere del Sindaco quando il Sindaco sapeva che non poteva impedirne l’accensione (ed ovviamente non aveva alcuna intenzione di essere “cadaverizzato”)?
Perché il Sindaco per dire la verità ha aspettato che passassero le elezioni nazionali?
Massimo Rutigliano
Associazione Millecolori
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Abbiamo già fatto riferimento nel manifesto di Millecolori alla mancanza di una progettualità dell’Amministrazione Comunale, in particolare a riguardo delle numerose opere di dubbia utilità, in parte incompiute, promosse dalla precedente Giunta Vignali e anche dall’ultima Giunta Ubaldi.
Tra queste, il posto d’onore è certamente occupato dal Ponte Nord, oggi terminato nella sua parte viabilistica e nel suo scheletro volumetrico, ma privo di ogni funzione.
E’ opportuno ricordare che il ponte, come struttura viaria,è stato finanziato dallo Stato nell’ambito delle opere connesse all’insediamento dell’EFSA, per circa 28 milioni di Euro, ma tali finanziamenti ovviamente non coprono i costi connessi alla sistemazione del volume adiacente la strada, che si sviluppa su due livelli superiori al piano di transito.
Il costo stimato per il completamento di questi spazi con impiantistica ed attrezzature interne, senza particolare riferimenti agli specifici usi, è stato dichiarato essere di circa 3,6 milioni di Euro, tutti a carico del Comune, al netto delle chiusure esterne (800mila Euro) già finanziate ed appaltate.
La problematica delle funzioni insediabili è poi aggravata dal fatto che la Regione, Ente competente per la tutela ambientale dei corsi d’acqua, ha precisato già all’epoca della redazione del primo progetto (“gli scatoloni”) che in tali volumi non sarebbe stato possibile insediare “funzioni di tipo urbano”, in forza delle limitazioni imposte dagli artt. 17 e18 del Piano Paesistico Regionale.
Nonostante la piena conoscenza di questa limitazione, peraltro estremamente generica, prima l’Amministrazione Ubaldi, poi quella Vignali hanno portato avanti il progetto senza alcuna remora, consegnando prima al Commissario, quindi ai Grillini un contenitore senza alcun contenuto nemmeno potenziale.
L’attuale Amministrazione, dopo avere richiesto la realizzazione di una pista ciclabile con qualche problema di funzionalità (in quanto posta a nord del volume del ponte e quindi sempre in ombra) e avere inscenato una pubblica cerimonia di non-inaugurazione, brancola nel buio, sia rispetto alle funzionalità compatibili con i vincoli normativi, sia rispetto al reperimento dei fondi necessari al completamento.
In questo vuoto di idee e di progettualità, vogliamo avanzare una proposta che, ricollegandosi al tema della rivoluzione digitale a Parma, potrebbe trasformare un’opera incompiuta in una grande opportunità per la nostra città.
Il Ponte Nord potrebbe essere la collocazione idonea per una piazza digitale, un luogo ove sia possibile usufruire di connessioni super veloci e supporti condivisi, per incentivare tutte quelle iniziative che potenzialmente possono rappresentare una delle migliori prospettive per coloro che sono alla ricerca di opportunità di lavoro, giovani e non più giovani.
Quanto questa idea possa essere concreta e non velleitaria è possibile verificarlo visitando tech city di Londra dove nascono realtà come Google Campus.
Dal punto di vista normativo, questo progetto non rappresenterebbe certamente una “funzione di tipo urbano”, ma un polo di servizio e formazione di uso pubblico, nell’ambito del quale le iniziative private potrebbero avere solo carattere complementare, con l’insediamento di servizi quali bar e libreria multimediale.
Anche gli Enti preposti alla tutela dei corsi idrici (Regione, Provincia, AIPO) potrebbero leggere in tale uso una funzione di pubblica utilità, in un certo senso anche infrastrutturale, che possa essere compatibile con i limiti di cui agli artt. 17 e18 del Piano Paesistico Regionale
Non appare utile infatti ricercare escamotages normativi per superare vincoli ambientali (in linea generale sempre condivisibili), ma piuttosto attivare un ragionamento collaborativo con tutti gli Enti coinvolti, la cui ultima funzione è sempre quella di salvaguardare il pubblico interesse, anche rispetto a scelte sciagurate del passato e ad inerzie nel presente.
E’ chiaro però che tale ragionamento collaborativo richiederebbe una capacità di coesione e una disponibilità al dialogo che al momento non sembrano essere tra le caratteristiche peculiari del Sindaco e dei suoi Assessori, che al di là di alcune operazioni di facciata non sembrano avere attivato alcuna azione concreta in merito.
Appare ormai chiaro che l’unica strada legittimamente percorribile è quella della deroga a livello ministeriale, e laddove questa proposta di uso di interesse pubblico fosse fatta propria dall’Amministrazione, saremo più che disponibili a collaborare nei limiti delle nostre competenze.
Giovanni Borrini (nella foto)
Associazione Millecolori