Nessun lavoratore deve essere licenziato!

SMA MODENA
lombatti_mar24

02/03/2012
h.12.10

36 posti in mobilità cioè 36 lavoratori da licenziare: questa è la vendetta che la proprietà della Cft S.p.a., e cioè Roberto Catelli, vuole consumare a freddo dopo essere stata battuta solo due anni fa nel 2010 in una analoga vertenza che prevedeva 68 esuberi da cacciare per risanare il bilancio dell’azienda.
Azienda in crisi la Cft? Niente affatto! Azienda leader del settore a livello italiano e con significative presenze a livello mondiale (Est europeo, Cina), il fiore all’occhiello della Food Valley, la famosa filiera agro-alimentare di cui tutti, politici e amministratori, vanno tanto fieri.
Un’azienda frutto della fusione nel 2006 di due sigle storiche di Parma, la Rossi e Catelli e la Manzini, uno stabilimento nuovo di zecca realizzato in zona Spip anche grazie alla dismissione molto ben valorizzate dei vecchi stabilimenti che hanno portato nelle casse dei proprietari ingenti risorse.
La Cft (Catelli Food Technology) in realtà ha un unico problema: l’incapacità, l’opportunismo, il cinismo della proprietà che attraverso le fusioni ha scaricato sull’azienda un enorme debito (circa 60 mln di euro) della Catelli Holding. E che invece di puntare sull’innovazione, invece di dotarsi di un settore “ricerca e sviluppo” all’altezza dei tempi pensa di cavarsela risparmiando 1,4 mln di euro licenziando 36 lavoratori. E questi sarebbero gli imprenditori illuminati? Questa sarebbe la garanzia da dare alle Banche per il consolidamento del debito? A noi sembra che questa è la via per liquidare l’azienda e per consegnarla, spremuta di tutto il capitale umano, a qualche colosso straniero.
Gli esuberi da eliminare non sono dunque gli operai. Da eliminare e in esubero sono piuttosto gli imprenditori incapaci, gli speculatori finanziari che oggi vogliono prendersi una miserabile rivincita sui lavoratori e sui sindacati, la Fiom in particolare, in perfetto stile “marchionne”.
Dunque questa vertenza non riguarda solo l’azienda Cft, riguarda tutte le imprese di Parma, e non solo quelle metalmeccaniche, perché annuncia in modo brutale quale potrà essere il destino di tutti i gruppi operai, nessuno escluso se in questa crisi frutto della globalizzazione finanziaria, si lascia al neoliberismo selvaggio il potere di distruggere tutte le conquiste e i diritti dei lavoratori e con esse la capacità produttiva della nostra terra.
Se passa la repressione alla Cft nessun lavoratore potrà vivere tranquillo! Domani può capitare a lui, ad altre aziende, ad altri gruppi operai, uno alla volta, singolarmente!
Per reagire a questo tentativo di ridisegnare i diritti e i valori della nostra società è necessario riscoprire la solidarietà, la solidarietà di classe e la solidarietà sociale. Solo ristabilendo i legami di classe e sociali è possibile impedire che la soluzione della crisi sia pagata ancora una volta e tutta dai lavoratori.
Per questo ci facciamo promotori di un PATTO DI SOLIDARIETA’ fra tutti i lavoratori e fra i lavoratori e tutti i cittadini di Parma, per fronteggiare insieme questo e ogni altro futuro attacco al mondo del lavoro. Nessun lavoratore a Parma deve sentirsi solo! Perché divisi i lavoratori sono destinati a perdere.
E’ una sfida grande perché occorre non solo smascherare il disegno di imprenditori privi di scrupolo, pronti a esternalizzare e a delocalizzare pur di estrarre sempre maggiori profitti dal lavoro umano; occorre anche pretendere e proporre piani aziendali alternativi, validi, competitivi che arricchiscano le capacità produttive dell’ azienda e che creino nuovi posti di lavoro.
La gestione della vertenza aperta alla Cft è ovviamente nelle mani e nella responsabilità dei lavoratori e dei sindacati. Il nostro compito è solo quello di far sentire loro il sostegno concreto della Città, della loro comunità e di sollecitare tutti i soggetti privati ma anche pubblici a cominciare dagli amministratori pubblici a fare e bene la loro parte. Perché la prima e vera sicurezza da salvaguardare in una comunità è il diritto al lavoro.
La Repubblica italiana è fondata sul lavoro, non sulla speculazione finanziaria, non sulla distruzione del lavoro umano.
Nessun lavoratore deve essere licenziato alla Cft!
Ma se il sig. Catelli vuole lo scontro ebbene lo scontro ci sarà, e i lavoratori della Cft non saranno soli, avranno l’appoggio concreto di tutta la città! Lo sappia Catelli e lo sappia l’UPI di Parma che incautamente lo ha nominato vicepresidente.
Chiediamo a tutti i cittadini, ai lavoratori di tutte le fabbriche e di tutti i posti di lavoro privati e pubblici, alle organizzazioni sindacali e partitiche, alle associazioni, ai comitati ai movimenti di firmare questo appello e di rendersi disponibili per ogni iniziativa di sostegno e di solidarietà.

Primi firmatari:
Paola Varesi, Cristina Quintavalla, Andrea Bui, Vincenzo Tradardi, Orietta Piazza, Pietro Paolo Piro, Adriano Ronchini, Andrea Davolo, Roberta Roberti, Maria Ricciardi Giannoni, Federica Barbacini, Guglielmo Cordani, Matteo Tassi, Ferdinando De Marco, Gianni Castellan, Daniele Chiavelli, Alessio Parrino, Attanasio Mozzillo, Piero Pollutri, Angelo Chiuri, Karin Munk, Guido Adani, Mirko Reggiani, Fausto Grispo, Graziano Sicilia, Grazia Loss, Bruno Abati, Daria Zini, Marcello Acquarone, Alberto Giannini, Pierpaolo Novari, Mario Amadei, Stefania Ferri, Stefano Quaglia, Saveria Albanese, Vincenzo Bertolini, Giorgio Chiaranda, Debora Pezzani, Federico Toscani, Chiara Tondani, Filippo Agazzi, Elvira Costante, Piero Previtera, Massimiliano Bocchi, Davide Pagani, Yuri Apostolou, Beatrice Baruffini, Anna Painelli, Paolo Fornaciari, Marcello Contaldo, Paolo Biondini, Annalisa Carella, Alberto De Marco, Massimo Romano, Michela Coscia, Roberto Petrolini.

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