No di Forza Italia ai medici di famiglia dipendenti delle AUSL. Interrogazione di Vignali

SMA MODENA
lombatti_mar24

Forza Italia è molto attiva sulla riforma dei medici di medicina generale più comunemente conosciuto come medico di base o medico di famiglia. Ha presentato un disegno di legge alla Camera dei Deputati che prevede di confermare il loro rapporto libero professionale convenzionato e parasubordinato con i servizi sanitari regionali ed ora si è mossa anche sulla stessa linea anche in Regione Emilia-Romagna con una interrogazione del presidente del Gruppo nell’Assemblea legislativa regionale, Pietro Vignali.

“Non siamo d’accordo con le politiche delle ultime amministrazioni regionali dell’Emilia-Romagna orientate al ridimensionamento del ruolo dei medici di medicina generale quali figure cardine della sanità territoriale e per la continuità assistenziale – ha dichiarato il capogruppo azzurro – Innanzitutto, la mancanza di adeguata programmazione per il soddisfacimento dei fabbisogni ha comportato una carenza strutturale di 1441 di questi medici sul territorio regionale. Per ora la si potrà colmare per il solo 12%, dato che con l’ultimo specifico bando per la formazione di queste figure sono stati previsti solo 175 posti.

 

† Se Gesù mi avesse chiesto di organizzare l’Ultima Cena… (di Andrea Marsiletti)

 

Anche l’iniziativa dei CAU li ha penalizzati, perché queste strutture, anziché decongestionare i Pronto Soccorso, hanno attratto prestazioni gestibili dai medici di medicina generale, sovrapponendosi alle loro competenze, minando la chiarezza nella gestione delle cure primarie. C’è un forte gruppo di pressione di cui fanno parte la CGIL e politici e amministratori estranei alla professione medica, che spinge per il superamento del modello convenzionale per i medici di medicina generale a favore di un inquadramento da lavoratori dipendenti delle Aziende sanitarie. Le rappresentanze sindacali dei medici non sono però d’accordo e Forza Italia ha raccolto le loro istanze. A nostro parere, l’inquadramento come dipendenti snaturerebbe il rapporto fiduciario medico-paziente, avrebbe costi difficilmente sostenibili per il Servizio sanitario nazionale che dovrebbe assumere circa il triplo dei medici attualmente in convenzione dandogli le garanzie del rapporto di lavoro dipendente, renderebbe meno attrattiva una professione già gravemente carente e rischierebbe di provocare un ingente esodo pensionistico.

Ruolo determinante sul futuro di questa figura cardine avrà la conferenza Stato Regioni nella quale l’Emilia-Romagna coordina il settore sanità – ha concluso Vignali – Vogliamo sapere se il Governatore De Pascale condivide le nostre valutazioni che i medici di medicina generale debbano rimanere liberi professionisti e quali ulteriori iniziative intende attuare per colmare al più presto la carenza di queste figure sul territorio regionale.”

 

Ufficio stampa