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28/10/2010
h.16.10
“L’Italia è promotrice dell’iniziativa che ha portato all’approvazione all’O.N.U. il 18 dicembre del 2007 della moratoria universale della pena di morte, è fortemente coinvolta nella vicenda di Tarek Aziz e può e deve fare tutto il possibile per evitare la sua esecuzione e quella degli altri coimputati nel processo sui crimini del regime di Saddam Hussein”.
Lo ha affermato la senatrice Albertina Soliani intervenendo in dichiarazione di voto in aula per il Partito democratico sulla mozione contro l’esecuzione della condanna a morte dell’ex ministro degli Esteri e vice premier iracheno.
“L’occidente, e noi con l’occidente – ha proseguito la Soliani – non siamo estranei al destino dell’Iraq. Oggi più che mai siamo interessati a che l’Iraq diventi un grande paese democratico e in grado di esercitare un ruolo di stabilizzazione nell’intera area. Sulla vendetta non si costruisce nessuna democrazia. La ricostruzione del Paese per essere solida e duratura non può che fondarsi sul reciproco riconoscimento delle responsabilità delle sofferenze, e su una scelta condivisa sul valore della vita, della persona, dei diritti umani”. In un passaggio del suo intervento Soliani ha sottolineato: “Un altro pensiero motiva la nostra azione perché sia evitata l’esecuzione di Tareq Aziz e degli altri coimputati. Essi sono stati protagonisti del regime di Saddam Hussein e delle sue scelte. E perciò ne sono anche testimoni. Sono in un certo senso due profili che vanno colti con distinzione. Sono gli ultimi testimoni. Non si possono distruggere.
“Il gruppo del Partito democratico – sottolinea la senatrice – guarda al futuro di questo Paese con fiducia e speranza, si sente vicino al popolo iracheno e con franchezza si rivolge al suo Governo affinché faccia dell’Iraq un Paese che in tutta l’area del Medioriente, alle porte dell’Asia, apra la strada della riconciliazione, della democrazia, dei diritti umani, della pace”.
“E’ in nome di tutto questo – conclude l’esponente pd – che l’esecuzione della condanna di Tarek Aziz e degli altri coimputati può e deve essere evitata”.