Oltre cento voci per il futuro dei vini di Parma, successo per gli stati generali della Doc Colli di Parma

Al Castello di Felino per superare la frammentazione del passato e costruire una visione condivisa

di Tatiana Cogo

Oltre cento presenze tra produttori, istituzioni, tecnici ed esponenti del mondo agroalimentare hanno affollato il Castello di Felino per gli Stati Generali della Doc Colli di Parma, promossi dal Consorzio Tutela Vini Dop Colli di Parma con il contributo del Masaf. Un segnale forte, che conferma come il futuro del vino parmense stia assumendo un ruolo centrale per il territorio.

Ad aprire i lavori, venerdì 14 novembre, il presidente Tommaso Moroni Zucchi, che ha indicato la necessità di superare la frammentazione del passato e costruire una visione condivisa basata su identità, territorio e innovazione. Un appello raccolto anche dalla politica, attraverso il contributo video del ministro Francesco Lollobrigida e gli interventi del deputato Fabio Pietrella e dell’assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi, che hanno ribadito il valore strategico delle denominazioni come presidio culturale ed economico.

“Portiamo a casa una consapevolezza nuova: i vini di Parma non sono soltanto un prodotto, ma un linguaggio del territorio”, ha dichiarato Moroni Zucchi.

Tra i temi emersi, la crescita del segmento frizzanti e spumanti, sostenuta da previsioni internazionali positive; il ruolo del disciplinare come guida identitaria; il potenziale della Malvasia Doc Colli di Parma per conquistare i consumatori più giovani. Centrale anche il rapporto tra vino e turismo: un turista straniero su tre sceglie l’Italia per motivazioni enogastronomiche, dato che rafforza la posizione della Doc nella narrazione della Food Valley.

Il confronto della giornata ha toccato mercati, modelli produttivi e relazioni tra vino, gastronomia e accoglienza grazie agli interventi di Vittorio Dall’Aglio, Lorenzo Tersi, Giovanni Lamoretti, dell’enologo Martin Zejfart e alle riflessioni di Nicola Bertinelli, Stefano Quaglierini e Roberta Garibaldi.

La giornata di Felino ha restituito l’immagine di un comparto maturo e coeso, pronto a trasformare gli stati generali non in un traguardo, ma in un punto di ripartenza verso una strategia unitaria e competitiva.

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