Operato all’Ospedale di Parma soldato ucraino gravemente ferito al volto dallo scoppio di un proiettile

In sala operatoria le équipe delle strutture di Maxillo-Facciale e Neurochirurgia. Il trasferimento grazie alla rete CROSS attivata dalla Protezione civile per il soccorso sanitario urgente dai territori di guerra
Stava combattendo per il suo paese, l’Ucraina, quando un proiettile sparato da un tank russo lo ha colpito in pieno volto procurandogli gravi ferite alla testa, al viso e agli occhi con la compromissione della vista, totale da un occhio e parziale nell’altro.

Dopo un primo intervento in urgenza effettuato presso l’ospedale militare della zona teatro degli scontri, il giovane soldato di 28 anni è stato trasportato in Italia attraverso la rete CROSS (Centrale Remota per le Operazioni di Soccorso Sanitario) attivata dal Dipartimento della Protezione Civile per il coordinamento del soccorso sanitario urgente dei cittadini ucraini.

Tramite il Referente sanitario regionale grandi emergenze, Antonio Pastori, per lui è stato individuato l’Ospedale Maggiore di Parma come struttura idonea ad accoglierlo. Dopo la valutazione al Pronto Soccorso ne è stato disposto il ricovero nel reparto di Maxillo-Facciale dove gli specialisti dell’Oculistica diretta da Stefano Gandolfi hanno dovuto constatare che i danni alla vista erano irreversibili mentre sono stati programmati gli interventi ricostruttivi da parte delle équipe della strutture di Maxillo-Facciale diretta da Enrico Sesenna e di Neurochirurgia diretta da Ermanno Giombelli.

“Lo scoppio del proiettile ha provocato al giovane militare – spiega Enrico Sesenna – gravi danni all’orbita destra con perdita della vista e una parziale mancanza dell’osso frontale sul lato sinistro. L’équipe della Maxillo Facciale ha proceduto con la ricostruzione dell’orbita destra e di una parte mascellare mentre i chirurghi della Neurochirurgia hanno effettuato un intervento di ricostruzione osseo frontale”. “Ora il paziente è stato dimesso – continua Sesenna – e tornerà da noi tra un mese per il controllo”.

Il giovane, insieme alla madre che lo ha accompagnato, ha trovato ospitalità in un alloggio messo a disposizione dalla rete di solidarietà che si è subito attivata per accogliere i profughi ucraini, coordinata dalla Prefettura di Parma.


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