Parchi, nascono le macro aree

SMA MODENA
lombatti_mar24

22/12/2011
h.16.20

L’Emilia-Romagna ha una nuova legge sui parchi. L’Assemblea legislativa ha approvato oggi il testo di legge promosso dalla Giunta su “Riorganizzazione delle aree protette e dei siti della Rete Natura 2000 e per l’istituzione del Parco regionale dello Stirone e del Piacenziano”.
La Regione ha deciso per una gestione basata su cinque macro-aree con esigenze di tutela e caratteristiche omogenee: Emilia Occidentale, Emilia Centrale, Emilia Orientale, Delta del Po, Romagna.
“Una ripartizione mirata all’esigenza di coordinare e ottimizzare la gestione di tutte le competenze, ora attribuite a diversi soggetti istituzionali, in un ente di grandi dimensioni e specializzato nella tutela del patrimonio naturale – ha spiegato l’assessore regionale all’Ambiente Sabrina Freda – La necessità di adeguare l’assetto giuridico-istituzionale degli strumenti di gestione dei Parchi della nostra Regione è stata imposta dal precedente Governo con la legge 10 del 2011, la cosiddetta Legge Milleproroghe, che ha previsto la soppressione dei Consorzi per la gestione degli Enti parco. Con questo provvedimento la Regione ha voluto confermare e rilanciare le politiche di tutela e valorizzazione del territorio”.
Al proprio sistema dei parchi la Regione destina annualmente 3 milioni 500 mila euro, a cui vanno aggiunti circa 3 milioni stanziati ogni anno per gli investimenti.
L’idea delle macro-aree è nata dall’analisi delle criticità del modello di gestione fin qui utilizzato, come l’eccessiva frammentazione del territorio delle aree protette. Il nuovo modello intende sposare gli obiettivi di tutela del territorio attraverso politiche di area vasta, anche per la valorizzazione delle specificità, legate al turismo, alla cultura, all’agricoltura e ai prodotti tipici, ambiti che possono consentire di vedere il parco non più solo come un vincolo, ma come una reale opportunità di sviluppo.
Il sistema di area vasta consentirà inoltre di fare emergere le eccellenze e renderle patrimonio comune, migliorando lo scambio di esperienze, anche per velocizzare procedure e procedimenti amministrativi.
Ogni macro-area avrà un Ente gestore delle Macroaree per i parchi e la biodiversità, a cui partecipano i Comuni il cui territorio è incluso nel perimetro di un parco, anche solo parzialmente, e le Province interessate da parchi, riserve o da siti della “Rete Natura 2000’.
Gli organi di governo dell’Ente di gestione sono le comunità del parco, dove sono rappresentati i comuni il cui territorio è interessato dall’area protetta, il comitato esecutivo, dove siedono i rappresentanti individuati dalle comunità del Parco, oltre ai presidenti delle Province o loro assessori delegati, e il presidente.
Organi propositivi e consultivi dell’ente sono le consulte del parco e il comitato per la promozione della macro-area.
Per supportare la valorizzazione dei territori e lo sviluppo dei sistemi turistici e dei prodotti tipici, saranno resi obbligatori gli accordi agro-ambientali, per consentire anche agli agricoltori di vivere il territorio del parco.La riforma entrerà in vigore a partire dal 1 gennaio 2012, ma le competenze saranno trasferite con un processo graduale, nell’arco dei mesi successivi.
In Emilia-Romagna sono oltre 350 mila gli ettari di territorio protetti, circa il 15% della superficie della regione. Sono 17 i parchi (2 nazionali, 14 regionali, uno interregionale), 16 le riserve naturali, 3 i paesaggi naturali e seminaturali protetti, 33 le aree di riequilibrio ecologico, a cui si aggiungono i 153 siti della Rete Natura 2000 che coincidono per circa il 50% con i territori delle aree protette.

Le cinque macro-aree individuate sono:
“Emilia Occidentale”: superficie protetta 13,7%, che comprende: 5 parchi regionali, 4 riserve naturali, 37 siti di rete natura, 3 province (Pc, Pr, Re), 24 Comuni.
“Emilia Centrale”: superficie protetta 10,7%, che comprende: 2 parchi regionali, 5 riserve naturali, 33 siti di rete natura, un paesaggio protetto, 3 Province (Pr, Re, Mo), 10 Comuni.
“Emilia Orientale”: superficie protetta 11,1%, che comprende: una riserva naturale, 23 siti di rete natura, 2 Province (Mo, Bo), 12 Comuni.
“Delta del Po”: superficie protetta 20,8%, che comprende: un parco regionale, 2 riserve naturali; 33 siti di rete natura; un paesaggio protetto, 3 Province (Fe, Ra, Bo), 9 Comuni.
“Romagna”: superficie protetta 7,2%, che comprende: un parco regionale, 3 riserve naturali; 25 siti di rete natura, un paesaggio protetto, 4 province (Bo, Fe, Ra, Rn), 6 Comuni.

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22/12/2011
h.16.40

“La Giunta regionale si è dimostrata sorda alle critiche che, nel corso dell’esame del progetto di legge sulla riorganizzazione dei parchi regionali, sono pervenute in modo trasversale da enti locali, associazioni di categoria, istituzioni scientifiche e culturali e forze politiche, e indisponibile a recepire le nostre proposte correttive e i nostri suggerimenti migliorativi.
Pur avendo avuto un intero anno di tempo per elaborare un progetto di legge concertato ed equilibrato, la Giunta Errani si è presentata all’ultimo momento utile con un disegno di legge superficiale e in palese contrasto con le necessità di efficienza, efficacia ed economicità richieste in modo stringente ai decisori politici in questo delicato frangente della vita del nostro Paese. Al di là degli oggettivi gravi limiti della proposta della Giunta, ciò che risulta davvero disdicevole è l’atteggiamento di protervia chiusura e di spocchioso fastidio verso qualsiasi rilievo critico e apporto correttivo.
Il risultato è che il progetto di legge approvato in Assemblea legislativa è gravato da una logica di dirigismo autoritario che ben si sposa con l’accentramento burocratico di cui è permeato il reticolo normativo. Scompaiono i parchi e al loro posto verranno creati macro enti denominati ‘Ambiti territoriali ottimali per la Biodiversità’ che si occuperanno di tutte le aree protette presenti nel loro territorio di pertinenza, indipendentemente dalla forma, dal grado di protezione della natura e di rapporto con le attività umane proprio di ciascuna area.
Si tratta, quindi, di aree molto estese con preoccupanti livelli di disomogeneità al loro interno che richiederanno elevata complessità gestionale, per garantire la quale il progetto di legge prevede la creazione di mega strutture tecniche dall’organizzazione interna assai articolata, con proliferazione di incarichi dirigenziali e conseguente lievitazione di costi amministrativi. Il vero punto debole del progetto di legge è il mancato coinvolgimento degli enti locali e delle istituzioni e associazioni del territorio nel processo decisorio. Il risultato è che i macro enti vengono calati dall’alto senza che gli enti locali possano negoziare l’adesione a questo o a quell’altro macro ente in base alla valutazione delle migliori opportunità per la tutela del territorio e senza possibilità alcuna di recesso. Ciò causerà nuove tensioni con residenti, agricoltori, cacciatori e comunità interessate.
Questi nuovi carrozzoni mangiasoldi accentueranno l’aspetto burocratico e vincolistico dei parchi, che ha prodotto la ‘museificazione’ delle aree protette, e non quello di equilibrata fruibilità ed valorizzante gestione sollecitato dalla quasi totalità dei soggetti interessati. La difesa dell’ambiente in una regione fortemente antropizzata come la nostra deve essere perseguita con efficacia solo raggiungendo un equilibrio virtuoso tra la tutela della natura e la presenza dell’uomo sul territorio, pena derive burocratiche inefficaci e insostenibili. Sono questi i motivi per i quali il voto del Gruppo regionale PDL, che aveva presentato un progetto di legge alternativo, è stato negativo e di decisa bocciatura”.
E’ quanto ha dichiarato Luigi Giuseppe Villani, Presidente del Gruppo regionale PDL dell’Emilia-Romagna.

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22/12/2011
h.16.50

L’Assemblea Legislativa regionale ha approvato, tra forti polemiche, la nuova legge di riforma dei Parchi Regionali, creando cinque “mega-arre”, definite omogenee sotto il profilo ambientale e paesaggistico (malgrado vadano dal crinale appenninico alle rive del Po); che avranno cinque mega-direttori (con mega-stipendi), cinque Presidenti (pagati quanto sindaci di Comuni con 15.000 abitanti), ecc…..
Per il Consigliere leghista Roberto Corradi: “La legge sui “Mega-parchi” è il capolavoro di fine anno della Giunta guidata da Vasco Errani, che è riuscita a varare una riforma che ha scontentare tutti, dal WWF ai cacciatori, da Lega Ambiente alla Confindustria, passando per le associazioni degli agricoltori e degli artigiani; che ha raccolto un coro di critiche sia dai Sindaci di destra che di sinistra.
Da quando sono in Consiglio Regionale, è la prima volta che assisto all’approvazione di una legge “a consenso zero”, capace di raccogliere critiche unanimi provenienti da soggetti che solitamente difendono interessi contrapposti.
Sono fortemente preoccupato per i Comuni parmensi che fino ad oggi rientravano nei “vecchi” Parchi Regionali (ai quali avevano aderito volontariamente), penso a Salsomaggiore, Fidenza, Corniglio, Tizzano, Monchio, Medesano, Palanzano, Collecchio, Fornovo, ed altri; che oggi, senza avere la possibilità di esprimere la loro opinione, si trovano obbligati a far parte dei nuovi “Mega-parchi”, senza aver avuto la possibilità di decidere nulla (con buona pace del principio di rispetto delle Autonomie Locali). Non solo, infatti, i Mega-parchi decideranno liberamente le loro spese, presentando il conto da pagare ai Comuni (già oggi in difficoltà economica), i quali saranno obbligati a pagare la gran parte delle spese dei Mega-parchi.
Comuni con le casse quasi vuote, che dovranno tagliare i servizi ai loro cittadini per pagare le spese dei Mega-parchi, ecco la soluzione inventata dalla Regione per accontentare pochi, praticamente nessuno, scontentando tutti.”

Ufficio Stampa Gruppo Lega Nord