La presentazione avvenuta nei giorni scorsi dei risultati sull’indagine “nottologica” parmigiana, assistita dalla presenza di un qualificato schieramento di assessori, loro delegati e dirigenti comunali, non ha fugato le diffidenze su tale iniziativa ma le ha purtroppo confermate e amplificate.
E’ stato enfaticamente fatto notare che i questionari compilati sono stati circa di un terzo superiori a quelli di Bologna (forse perché il sindaco ed il rettore di quella città non hanno ritenuto opportuno esporsi come è stato fatto da noi) e che, nonostante tutto, i risultati confrontati con la varietà della popolazione sono affidabili (affermazione confutabile). Quello che non si è detto è che il questionario poteva essere compilato più volte da una stessa persona, cosa che già mette in dubbio la scientificità del risultato. Inoltre, grave che dopo l’intervento conclusivo dell’assessora competente sia stato impedito ai presenti di intervenire per fare domande e sviluppare un doveroso dibattito.
Per questi e altri motivi, l’invito a prendere sul serio tale sondaggio non può che essere rigettato al mittente. Un’analisi statistica impostata correttamente prevede una strategia di campionamento molto dettagliata e precisa, che deve selezionare gli intervistati per fasce di interesse socio/economico e pesare diversamente le risposte in base a criteri oggettivi accuratamente ponderati. Significativa la palese soddisfazione nel riferire che il rumore più fastidioso è risultato quello delle macchine operatrici della nettezza urbana, mentre quello provocato dagli assembramenti notturni dei locali era valutato molto meno impattante. Grave errore all’interno del quesito stesso, perché del rumore vanno considerati non soltanto i decibel, ma anche la loro durata insistente nel tempo!
La cosiddetta attività notturna merita un ben diverso metodo di approccio.
Prima di tutto va anteposto il diritto costituzionale alla salute (e quindi al riposo) ed il diritto alla sicurezza urbana di tutti i residenti, entrambi, è bene rammentarlo, la cui funzione di tutela è affidata al nostro primo cittadino. Inoltre già attualmente leggi nazionali e regolamenti comunali, se applicati, sarebbero puntualmente in grado di gestire egregiamente l’intera materia. Nessuno nega la possibilità di ragionare sull’argomento per contemperare al meglio le varie necessità, ma senza cestinare i punti fermi citati, che rappresentano (e non è cosa da poco) essenziali componenti della vita democratica di una comunità.
Il denaro investito in queste “nottologie” non ha purtroppo prodotto un libro di testo/ riferimento per i futuri studiosi della disciplina.
Parma in Centro


