
26/12/2012
Intervista a Patrizia Maestri, fino a qualche giorno fa segretaria proviciale della Cgil e oggi candidata alle primarie del Pd di domenica 30 dicembre per scegliere i parlamentari di Parma.
Ti sei dimessa nei giorni scorsi dall’incarico di segretaria provinciale della Cgil… una dimissione senza rete, una delle poche eccezioni alla pratica diffusa delle deroghe e dei doppi incarichi. Come mai la Cgil è così rigorosa in questo?
La Cgil, attraverso il suo Statuto, preserva l’autonomia dell’organizzazione per evitare sovrapposizione di ruoli. Da sempre sostengo la validità di questa regola della Cgil e, non avendola mai messa in discussione, non ho avuto difficoltà nel rispettarla.
Monti nei giorni scorsi è stato un po’ polemico con la Cgil, “accusata” di essere una forza conservatrice. E’ vero che il sindacato ostacola le riforme?
Credo che il movimento sindacale abbia sempre sostenuto e proposto riforme basate su principi quali l’equità, l’efficacia reale dei provvedimenti e il miglioramento complessivo del Paese.
Le decisioni assunte dal governo Monti hanno pesato soprattutto su una sola parte di cittadini – i lavoratori dipendenti, i pensionati, i precari – creando ancor più disuguaglianze senza essere risolutive per l’andamento economico e sociale dell’Italia. Cito per tutti il caso da manuale relativo agli esodati.
Ecco perché il mio impegno va e andrà tutto nella costruzione non di un generico “dopo Monti” ma di una nuova stagione riformista nel segno dell’equità. Di questo ha bisogno Parma. Di questo ha bisogno il Paese intero. La prima Repubblica ha innescato i problemi bellamente scansati dalla Seconda, come dimostra la voragine del nostro debito pubblico.
Ora non possiamo perdere altro tempo.
Non hai paura di entrare nella Casta anche tu? Cosa intendi fare per mantenere i rapporti con la gente?
Vedi, direttore, Casta ormai è un termine che è stato appiccicato addosso a chiunque si avvicini alla politica a causa di una lunga stagione di malaffari e scandali che sono giunti all’acme con Fiorito, il Trota e compagnia danzante. Casta è diventata una generalizzazione e, come tale, prendiamola con le pinze.
Ti faccio un esempio: il mio partito, il Pd, ha voluto e ottenuto l’abolizione dei vitalizi in Regione. L’Emilia-Romagna è stata la prima Regione ha prendere questo provvedimento, quando ancora gli scandali della Lombardia e del Lazio non erano nemmeno all’orizzonte. E non credo che sia una decisione da Casta quella di fare le primarie, lasciando scegliere ai cittadini e alle cittadine anche i parlamentari migliori. Una grande conquista dell’Italia e del Pd. Diciamolo: una conquista innescata dal Pd emiliano-romagnolo.
Comunque, piuttosto che discettare sulla Casta, preferisco guardare avanti: non ho intenzione di andare a Roma per scaldare il banco. Mi sono candidata per promuovere, con tutti gli strumenti concessi ad una parlamentare, quella stagione di riforme che deve cominciare dalla tutela del lavoro. Per chi ce l’ha e, soprattutto, per chi lo sta cercando.
Nel corso del mandato chiederò un confronto costante con le organizzazioni dei lavoratori – tutte, senza distinzioni –, con le associazioni, col mondo delle imprese, specie quelle medio e piccole.
Costi della politica: quanto e cosa bisogna tagliare?
Andiamo a cercare gli sprechi dove ci sono, questa è la priorità. E penso che a Roma la caccia possa essere consistente: lo Stato rappresenta il 55% della spesa pubblica, ma per lo Stato sono stati evocati tagli solo per il 25% e ne sono stati realizzati per meno di un quinto. Alle Regioni, invece, corrisponde il 25% della spesa, ma hanno subito tagli per il 55%. Province e Comuni, che rappresentano solo il 15% della spesa pubblica, hanno subito tagli del 40%.
Gli sprechi si risolvono varando riforme istituzionali sensate, non come quella che abbiamo visto sulle Province: era molto buona per avere qualche titolo sui giornali ma non ha affrontato la questione della ripartizione delle deleghe fondamentali di questi Enti.
Spreco, poi, è tutto quello che non è indispensabile ad una comunità nei tempi della crisi: l’acquisto dei caccia F35 ne è un chiaro esempio. Al contrario, non è uno spreco da spending review il nostro sistema sanitario nazionale, cui Monti, invece, ha inferto un colpo pesante. Provate a chiederlo a chi ha un anziano non autosufficiente in famiglia.
Che campagna elettorale hai fatto e farai in questi pochi giorni a disposizione?
In continuità con ciò che ho sempre fatto nella Cgil, credo che anche in questa occasione la ricetta vincente sia parlare con la gente e ascoltarla.
Per questo userò i pochi giorni di campagna elettorale per portare nei circoli, nelle associazioni, nei luoghi del lavoro la mia agenda: trasparenza, impegno e dedizione totale per le riforme.
Se sarai eletta in Parlamento che tipo di rapporto e di disponibilità darai all’Amministrazione grillina di Parma?
Sono certa che una parlamentare debba avere l’obiettivo di rappresentare al Parlamento il suo territorio, senza scadere nel lobbismo e nelle faziosità.
Il confronto e il dialogo con le Istituzioni – a cominciare dai Sindaci e dai loro Comuni – è il primo ingrediente per dare spessore al lavoro che cercherò di promuovere a Roma.
Specularmente, però, chiedo ai miei interlocutori chiarezza e scelte a favore dei cittadini, non della propaganda politica. Un metro che credo di poter applicare, senza distinguo, anche all’Amministrazione grillina di Parma.
Andrea Marsiletti