
27/11/2012
Intervista a Piera Rovito, coordinatrice di Sinistra Studentesca e Universitaria e prima degli eletti al Cda dell’Università di Parma.
Chi ha vinto queste elezioni universitarie: l’Udu o la Sinistra Studentesca Universitaria?
Non spetta al vincitore dire chi ha vinto, parlano i numeri e i dati ufficiali trasmessi dall’Università.
Posso ribadire il concetto: ha vinto Sinistra Studentesca Universitaria, eleggendo il maggior numero di studenti in tutti gli organi dell’ateneo. Lo so che qualcuno ancora non ci crede, ma se ne facciano una ragione.
Cosa credi abbia distinto il vostro messaggio elettorale da quello delle altre liste?
Lo dico con le parole dei colleghi di Artlab: “Il trionfo di Sinistra Studentesca Universitaria è sintomatico di una disaffezione per chi ha gestito il ruolo di rappresentanza con arroganza e miopia, ora invitando un rettore arrampicatore folle e filo-Gelmini, ora scegliendo di non attraversare o di lanciare al ribasso le date di mobilitazione studentesca”.
Naturalmente, prima dei demeriti altrui, a fare la differenza credo sia stato il nostro modo di fare associazione e di gestire la campagna elettorale: abbiamo fatto squadra su tutto, privilegiando il rapporto diretto con gli studenti, parlando con loro e facendoli sempre sentire dalla nostra. In questi anni, pur negli organi minori, ci siamo esposti facendo delle scelte serie e siamo stati coerenti e trasparenti nelle nostre battaglie, sempre. Credo sia davvero questo ad aver fatto la differenza, al punto da capovolgere la situazione di tre anni fa e farci ottenere oltre il triplo dei consensi.
A livello politico nazionale avete qualche riferimento?
Non abbiamo riferimenti nazionali specifici.
Guardiamo con forte interesse al variegato mondo delle forze di sviluppo e di progresso del centrosinistra italiano: all’interno di questa cornice ogni nostro attivista può scegliere di collocarsi nel modo più confacente alle sue aspirazioni e alle sue idee.
Guardiamo con molta attenzione anche al mondo delle associazioni: in questi anni, ad esempio, abbiamo coltivato un rapporto forte con la sede locale di Libertà e Giustizia, che per l’associazione in generale è un riferimento molto importante.
Perché lo Student Office, che anni fa dominava le elezioni, adesso stenta?
Le elezioni possono andare bene o male, in base a tante circostanze, nessuno nasce vincente o perdente.
Ma il punto è che lo Student Office non si è mai seriamente candidato ad una funzione di rappresentanza delle esigenze vive degli studenti. Mai un’assemblea, mai un volantino, mai un sit-in su un qualsiasi tema tra i tanti che attanagliano la vita dello studente. Per questo hanno avuto un risultato che definire deludente sarebbe un eufemismo.
Comunque non è compito mio fare analisi sui risultati dello Student Office, così come non mi occupo della fortissima flessione dell’ Udu. Ognuno farà le sue riflessioni… Però, visto che non mi hanno chiamata per la consueta telefonata di congratulazioni, ne approfitto solo per fare, agli uni e agli altri, l’augurio di buon lavoro.
Quali saranno le prime proposte che avanzerai nel cda dell’Università dove sei stata eletta?
Ovviamente e senza alcun dubbio, il problema più importante da sollevare è quello relativo alle tasse universitarie. Se diminuirle non è realistico, è indispensabile una redistribuzione.
Infatti, a Parma esistono solo quattro fasce di reddito in base alle quali viene applicata una data tassazione ( in alcuni atenei sono oltre venti) che, proporzionalmente grava sulle fasce più deboli. Se è vero com’è vero che fino a quasi 20.000 si ha diritto ad un esonero parziale (è errato parlare di esonero totale), questo riguarda solo i borsisti o richiede delle condizioni di merito che sfiorano l’eccellenza.
Chi, per qualsivoglia motivo, non può accedere alla borsa di studio, invece, non ha diritto alla tassazione agevolata se rientra in una fascia di reddito minore di 20.000, fasce invece previste dalle altre università. Altro tema importante è quello delle mense: ci batteremo per degli appalti più chiari e per la riduzione dei prezzi, troppo alti per gli studenti non beneficiari, tanto da non essere competitivi rispetto ai servizi privati esterni.
E poi i trasporti, la cittadinanza studentesca, le convenzioni con il Comune… c’è da fare davvero tanto.
Tasse universitarie a Parma: i servizi offerti valgono le rette pagate?
No. La situazione è diversificata, ogni Facoltà, ops!, Dipartimento vive situazioni specifiche.
In generale, però, è diminuito il numero degli appelli d’esame, è diminuita la qualità della didattica nel senso, ad esempio, che alcuni corsi sdoppiati sono stati accorpati rendendone impraticabile la frequenza oppure che alcuni corsi sono tenuti da professori a contratto che non sono messi nelle condizioni di coltivare con i propri studenti un progetto continuativo. E, per finire, sono diminuiti anche i servizi, dalle biblioteche agli orari delle segreterie-studenti, dalle guide dello studente, ormai non più cartacee, all’apertura delle singole strutture dei dipartimenti. Tutto questo a fronte di un costante aumento delle tasse che, purtroppo, lo voglio ribadire, ha colpito soprattutto le fasce più deboli.
Il rapporto di Federconsumatori negli ultimi due anni è stato un serio campanello d’allarme.
Su questo aspetto spero che i nuovi organi di governo dell’Università riflettano seriamente e avanzino presto una proposta di cambiamento. Noi faremo la nostra parte fino in fondo.