
12/08/2012
Come noto per anni Iren ha negato la divulgazione del Piano Economico e Finanziario dell’inceneritore di Parma ai tanti (associazioni, giornali, cittadini) che ne hanno fatto richiesta sebbene l’azienda fosse obbligata da una delibera del Consiglio Comunale di Parma del 31/03/2006 “a riconoscere ai cittadini il diritto di accesso relativamente a tutti gli atti riguardanti il termovalorizzatore”.
Orbene, ParmaDaily è riuscito comunque a venire in possesso del documento che oggi mette a disposizione di tutti e che approfondirà nel dettaglio nei prossimi giorni (leggi la scheda riepilogativa dei ricavi/costi del forno).
Innanzitutto nel Piano è scritta chiaramente la durata di funzionamento dell’impianto: 20 anni.
Relativamente alle tariffe, si evince che dal 2013 al 2032 i parmigiani pagheranno per lo smaltimento dei rifiuti 168 euro/ton (+ inflazione).
Ma quanto pagano le altre province per lo stesso servizio? Reggio Emilia 105 euro/ton, Piacenza 117 euro/t, Napoli 109 euro/t (compreso il trasporto) per smaltirli in Olanda… Qualche mese fa 60 comuni di Bergamo hanno abbandonato la multiutility Rea di Dalmine che applicava una tariffa di 113 euro /ton per risparmiare conferendoli all’inceneritore di Brescia a 92 euro/ton.
A Bergamo si sganciano dalla multiutility perché 113 euro/ton è considerata una cifra fuori mercato, a Parma un’intera classe politica e le varie Istituzioni avallano o rimangono silenti se in questi anni i parmigiani hanno pagato 169 euro/ton e nel 2013 con il forno in funzione pagheranno 168 euro/ton. Ma che la situazione di Parma sia, per usare un eufemismo, “molto generosa” lo dimostra l’utile netto messo nero su bianco sul Piano Economico e Finanziario. Come noto, l’utile netto si ottiene dopo aver sottratto ai ricavi i costi di produzione, l’ammortamento del costo iniziale dell’impianto, gli oneri finanziari per il prestito in banca per costruire l’opera, le tasse. Nel primo anno di esercizio esso sarà pari a 6.541.000 euro per crescere fino a 12.925.000 euro, ovvero pari al 14,8% dei ricavi il primo anno fino al 25,6%. Un guadagno che ha dell’incredibile, tenuto conto che le aziende eccellenti riescono a raggiungere un utile netto del 5%. Qui siamo ad un margine cinque volte superiore a quello delle eccellenze!
Adesso si capisce bene perché Iren non volesse rendere pubblico il Piano Economico e Finanziario!
Qualche domanda sorge spontanea: chi ha la responsabilità di controllare la correttezza di queste tariffe? con quali studi di mercato ha attestato la conformità dei costi? in quali tasche vanno a finire tutti questi soldi dei parmigiani? La speranza è che i diretti interessati o qualcun altro possano dare le risposte ai cittadini.
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