
25/05/2012
Mi sono interrogato se fosse il caso o meno di scrivere un commento sul Pd di Parma dopo l’esito del ballottaggio.
Il mio timore era di sembrare lo sciacallo che spara sulla Croce Rossa o che “mena uno che caga”. Però alla fine mi sono persuaso che far passare sotto silenzio la più sensazionale sconfitta della sinistra a Parma (e forse anche a livello nazionale) dal dopoguerra ad oggi fosse un’autocensura giornalisticamente incomprensibile.
Già dopo lo spoglio delle prime 50 sezioni su 203, nel Pd è cominciata la resa dei conti a suon di dichiarazioni alla stampa della minoranza interna: “E’ stato uno sbaglio candidare Bernazzoli. Adesso uno così non può neanche guidare l’opposizione”.
Non una riflessione sul fatto che in questi ultimi 15 anni gli organismi di partito del Pd di Parma, fate mente locale, con tutta la pletora di commissioni e sottocommissioni istituite, non sono riusciti ad elaborare una, che fosse una, proposta di qualche consistenza né sulla città né a livello nazionale, su qualsivoglia tema. A pensarci bene una proposta la senatrice Albertina Soliani nel 2010 l’ha fatta riuscendo a conquistare tutte le prime pagine dei giornali, oltre che indignazione della gente: la richiesta di introdurre i gelati nella buvette di Palazzo Madama (leggi per credere).
Bernazzoli non ha certo bisogno della mia difesa né è mia intenzione farla, ma tale candidatura è uscita dalle primarie alle quali potevano gareggiare e votare tutti i parmigiani. E’ singolare che le critiche nei suoi confronti provengano proprio da chi più ha chiesto le primarie enfatizzandone la funzione di partecipazione e la sacralità del responso. Delle due l’una: o le primarie sono un’espressione di democratica autentica come viene accreditato dal Pd (e come anch’io ritengo), oppure sono un’operazione d’apparato, una finzione e una truffa nei confronti della buonafede dei militanti.
Non per personalizzare, ma semplicemente per citare esempi concreti di ipocrisia, si legge sui giornali che un portavoce della “primavera del Pd di Parma” sia Albertina Soliani, ancora lei, che da almeno 20 anni vive di politica. E’ stata lei, a pochi giorni dal voto, a dichiarare che Bernazzoli avrebbe dovuto dimettersi da Presidente della Provincia. Una considerazione che ci sta tutta, ma cotanta spudoratezza sorprende dal momento che quando la Soliani si candidò sindaco contro Ubaldi nel 2002 da senatrice in carica l’ultima cosa che fece fu dimettersi dal Parlamento. E fece bene, dal suo punto di vista, considerato che perse al primo turno. Il problema è che ormai i parmigiani di questi vecchi politicanti e di falsi rinnovatori non ne possono più, come hanno dimostrato in modo inequivocabile.
E non è che trovando in Bernazzoli il capro espiatorio o sostituendo un paio di coordinatori del partito con qualche prestanome teleguidato strumentale a camuffare un cambiamento salveranno capra e cavoli. La prossima volta non sarà più una Stalingrado ma un’Hiroshima. Per fortuna, e purtroppo per loro, i cittadini hanno compreso chi sono questi personaggi, cosa valgono, perché fanno politica. La gente non abbocca più, perché sa che anche se una prugna la chiami pera non smette di farti cagare.
PS: Una richiesta finale al PD. Adesso, a bocce ferme, fateci conoscere il sondaggio secretato con il quale avete scelto Bernazzoli al posto di Pagliari. Suvvia, ormai è tutto finito, e ce lo potete dire. E’ vero che avete fatto la domanda: “Preferisci la candidatura di quel cappellone di Pagliari che perde contro Ubaldi o quella di Bernazzoli che vince di sicuro?”?
Magari, tanto che ci siete, rivelateci anche qual era l’Istituto di Ricerca a cui avete commissionato il sondaggio. Sarà mica lo stesso della Gazzetta di Parma che 20 giorni prima del voto dava il Movimento 5 Stelle al 3%?