Pecora cornigliese: si vende la carne

SMA MODENA
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19/10/2010
h.13.10

È presente nel nostro Appennino fin dal 1700, una razza autoctona da cui si possono ricavare elementi preziosi, come il latte, la lana e la carne. Ecco perché la Provincia, con il Parco regionale delle Valli del Cedra e del Parma, è da tempo impegnata nel promuovere diverse azioni mirate alla tutela e valorizzazione della Pecora cornigliese, la razza ovina che fino a qualche anno fa sembrava condannata all’estinzione. Un impegno che oggi prosegue, grazie anche al contributo della Camera di Commercio, permettendo ai consumatori di acquistare la carne di Pecora e Agnello cornigliese in macelleria e di poterlo fare proprio nelle terre di questa antica razza.
In questa prima fase di avvio del progetto, la vendita inizierà in forma sperimentale nella macelleria “Le carni” di Cascinapiano di Langhirano: la carne di Pecora e Agnello cornigliese potrà essere acquistata, anche già cucinata, ogni primo sabato del mese oppure su prenotazione per particolari esigenze; una carne di alta qualità che proviene dagli allevamenti del Parco regionale delle Valli del Cedra e del Parma e da altre zone della provincia.
L’acquisto della carne di pecora e agnello è lo strumento principale per dare continuità all’allevamento di questi animali che, altrimenti, rischierebbero la scomparsa. Preservare la biodiversità in agricoltura e valorizzare le risorse locali passa infatti anche attraverso il consumo dei prodotti ottenibili: quanto più verrà conosciuto e apprezzato il loro valore, tanto più si potrà assicurare un sufficiente livello di reddito agli allevatori, che potranno ad esempio incrementare il numero dei capi allevati e, quindi, garantire la sopravvivenza di questa ma anche di altre antiche razze locali.
Il nostro territorio è fonte di tante ricchezze e la Pecora cornigliese è una di queste, una ricchezza che abbiamo il dovere di tutelare e valorizzare – ha detto il vicepresidente della Provincia Pier Luigi Ferrari, presentando questa mattina l’iniziativa al Parma Point -. Noi siamo per il progetto di filiera, che comprende tutte e tre le produzioni che si possono ricavare da questa antica razza: latte, lana e carne. Si tratta di una grande sfida che dobbiamo cercare di vincere e per farlo abbiamo bisogno del supporto di tutti, dagli enti del territorio all’Apa, all’Università, agli allevatori”.
L’attenzione che prestiamo oggi alla Pecora cornigliese è la stessa che abbiamo rivolto dieci anni fa al Maiale nero per fare in modo che non si estinguesse: una valida esperienza che ha portato questa razza a diventare un vero e proprio elemento attrattivo del nostro territorio – ha spiegato il presidente della Camera di Commercio Andrea Zanlari -. Oggi dobbiamo cercare di recuperare anche la Pecora: perderla significherebbe infatti perdere un pezzo della nostra storia”.
I valori del passato, come è stata la Pecora cornigliese, devono trasformarsi oggi in una risorsa economica per la nostra montagna – ha aggiunto il presidente del Parco regionale delle Valli del Cedra e del Parma Claudio Moretti –. Devono quindi diventare uno strumento per aprirsi agli altri territori ma anche un’occasione per la nostra popolazione di creare nuovo lavoro e imprese”.
Sono otto le realtà del territorio che allevano la Pecora cornigliese. Allevatori spinti soprattutto da una forte passione che li spinge a investire su questa antica razza, come ha sottolineato Ettore Rio dell’azienda agricola “La Madonnina delle nevi” di Monchio delle Corti: “Ho sempre avuto una grande passione per le pecore e quando si ha la passione non si può far altro che continuare a credere in quello che si sta facendo. Ora spero solo che questa iniziativa funzioni davvero”.
Il nuovo progetto di vendita della carne sarà inaugurato sabato prossimo, 23 ottobre, in una giornata tutta dedicata alla conoscenza della Cornigliese e alla degustazione di piatti della tradizione. La mattinata si aprirà dalle 9.30 con il convegno “Il piacere della biodiversità. A tavola con la Pecora cornigliese”, che si terrà nella sede della Comunità montana Unione comuni Parma Est a Langhirano (piazza G. Ferrari, 5).
A dare l’avvio all’incontro saranno i saluti del sindaco di Langhirano Stefano Bovis, cui seguiranno diversi interventi: il presidente della Comunità Montana Unione dei Comuni Parma Est Giordano Bricoli tratterà il tema La Comunità Montana Unione dei Comuni Parma Est impegnata nella difesa della biodiversità”, il vicepresidente della Provincia Pier Luigi Ferrari parlerà di A tavola si salva l’ambiente: progetto di valorizzazione della Pecora cornigliese”, il presidente della Camera di Commercio di Parma Andrea Zanlari approfondirà iCriteri per la promozione delle filiere dei prodotti tipici di un territorio”.
La conservazione della razza ovina Cornigliese attraverso la valorizzazione delle produzioni” sarà l’argomento affrontato da Alberto Sabbioni dell’Università di Parma, mentre il presidente del Parco regionale delle Valli del Cedra e del Parma Claudio Moretti illustrerà Il ruolo del Parco regionale nella salvaguardia della biodiversità agraria”.
Al termine del convegno, intorno alle 11.30, sarà inaugurato alla macelleria “Le Carni” di Cascinapiano di Langhirano (via Cascinapiano, 11/2) l’avvio alla vendita delle carni, con degustazioni di piatti a base di Pecora e Agnello cornigliese, abbinati ai vini del Consorzio di tutela dei vini dei Colli di Parma, in collaborazione con l’Associazione italiana sommelier.
Grazie a questo progetto abbiamo scoperto anche noi questa “nuova” carne e adesso speriamo che possa essere apprezzata anche dai consumatori – ha detto il cuoco gastronomo della macelleria “Le Carni” Andrea Pesci –. Una carne sana, buona e delicata, che dà l’opportunità di essere utilizzata sia nelle ricette della tradizione che in quelle più innovative, della cucina creativa”.
Una carne dunque buona ma soprattutto di alta qualità e sicura, come ha sottolineato il direttore di Apa (Associazione provinciale allevatori) Raffaele Manini: “Noi seguiamo i greggi di pecore dal 1986 e in questi anni abbiamo risanato dal punto di vista sanitario tutto il patrimonio ovicaprino della nostra provincia. Inoltre, a prova della bontà della carne, basta pensare che le pecore si cibano solo di erba. Ora dovremmo pensare anche a come recuperare la produzione di latte visto che i consumatori fanno molta richiesta di formaggi ovicaprini.”