“Per capire la vita basta leggere Cappuccetto Rosso”

SMA MODENA
lodi1

07/05/2009

Mirella Santamato, laureata in Lingue e Letterature straniere-Facoltà di Lettere e Filosofia presso l’Università di Bologna, è giornalista, scrittrice e poetessa. Ha collaborato e collabora con importanti riviste a diffusione nazionale e pubblicato diversi libri che hanno riscosso particolare successo fra il pubblico. Mirella ha anche un proprio sito internet (www.mirellasantamato.net).
In questa intervista, oltre a conoscere Mirella, “sfogliamo” alcuni tratti della sua ultima opera “Le principesse Ignoranti. I codici segreti della fiabe iniziatiche”.
Attraverso una rilettura originale e innovativa della più grande Fiabe della nostra cultura, l’autrice mostra i segreti nascosti da queste storie antiche che hanno sfidato i millenni.

Mirella parlaci innanzitutto di te e di come sei arrivata a scrivere libri.
Ho cominciato a scrivere per disperazione: avevo bisogno di farmi capire da qualcuno, di trovare le parole giuste per esprimere un femminile storicamente incapace di parole, e allora ho iniziato la grande avventura…

Quali sono i messaggi principali che scaturiscono dai tuoi scritti?
Sono convinta che il mondo, come le nostre vite del resto, sia ammalato per mancanza di amore e di verità. Le grandi parole come Verità e Bellezza sono cadute in disuso, come i concetti che rappresentano. Che grande peccato!

A chi si rivolgono?
Mi verrebbe da dire che i miei libri si rivolgono a chi ha voglia di capire, a chi ha voglia di cambiare e di vivere meglio con se stesso e con gli altri.

La tua ultima opera si intitola “Le principesse ignoranti. I codici segreti delle fiabe iniziatiche”. Perché un libro sulle favole?
Perché sono andata a cercare un bandolo nel passato che mi portasse conoscenze sulla felicità e ovviamente, mi sono imbattuta, o per meglio dire, sono “inciampata” nelle antiche storie, piene di magia e di fascino.

Qual è il vero scopo di una fiaba?
Solo le Fiabe antiche, quelle che non hanno avuto mai un autore, ma solo trascrittori, hanno uno scopo iniziatico, ovvero parlano di ricerca della Felicità (il famoso “vissero felici e contenti”) mentre le altre, con un autore con tanto di nome e cognome, pur essendo bellissime come racconti, non portano nessun significato di evoluzione dell’anima.
Un esempio per tutti, Pinocchio, che, alla fine di mirabolanti avventure finisce per diventare un “bravo bambino studioso”. E “vivere felici e contenti”???? Una distanza siderale, una vera caduta verticale!

Nel tuo libro illustri le “interferenze” che le fiabe che ci hanno raccontato da bambini influiscono nella nostra quotidianità anche da grandi. Puoi spiegarcele sinteticamente?
Le Fiabe Iniziatiche (quelle la cui origine si perde nella notte dei tempi, non le altre!) contengono archetipi profondissimi che risuonano in ogni animo umano. Tutti noi incontriamo quotidianamente “Lupi Cattivi” o “Streghe Malvagie”. Spesso sono i nostri capiufficio, le nostre suocere, o le care colleghe… Altrettanto possiamo incontrare Fate e Principi, se siamo in grado di vederli.

Facciamo un esempio che tratti anche nel libro: chi e cosa rappresenta Cappuccetto Rosso?
Cappuccetto Rosso è l’archetipo più antico, quello del femminile ingenuo e ignorante che cade nell’inganno del Lupo. E’ la prima delle Fiabe Iniziatiche e la tratto per prima perché è la più semplice, in quanto l’evento fondante del racconto è solo uno: l’incontro con il Lupo. Le altre Fiabe, come Biancaneve o Cenerentola sono molto più complesse, ma Cappuccetto, nella sua semplicità, esprime già tutti i concetti più profondi. Per capire la vita non bisogna studiare Kant o Aristotele… basterebbe capire davvero Cappucetto Rosso!

Nelle favole è spesso il maschio il principe azzurro che conduce alla felicità. Non c’è in esse un messaggio maschilista?
Sì, è un messaggio distorto voluto dal predominio Patriarcale, ma è assolutamente falso. Il mito distorto del Principe Azzurro ha sicuramente danneggiato le donne ma, a mio parere, ha ancora maggiormente danneggiato gli uomini. Poveri uomini! caricati dell’onere non solo di pensare alla propria vita (che già sarebbe sufficiente) ma anche ad una “cretina” di Principessa imbecille. La Principessa, invece, non è affatto imbecille, ma anzi…
Nessuno ha mai notato che le protagoniste delle Fiabe (tutte donne) fanno tutto da sole? Loro entrano nel bosco, incontrano il Lupo, entrano nella casa dei nani, mangiano la mela avvelenata, e si preparano il vestito di cristallo per il Ballo? I Principe arriva in fondo, quando tutto è già stato fatto. Il senso del Principe Azzurro è molto più complesso ed importate di com’è stato visto finora.

Quale migliore fiaba consiglieresti a una mamma per il proprio bimbo?
Se il bimbo è piccolo sicuramente Cappuccetto e poi, via via, Biancaneve e da ultimo Cenerentola, proprio nell’ordine con cui le ho analizzate nel libro. Il percorso ha varie tappe, man mano più complesse.

Le favole quindi non sono “sciocchezze”?
Assolutamente no. Le Fiabe antiche non sono cose sciocche da bambini, ma sono un patrimonio dell’umanità, frutto di antiche saggezze quasi perdute e che abbiamo il dovere di conservare come beni preziosi per le future generazioni.
Spero non vada perso il grande segreto della Trasformazione del male in bene che esse contengono.