Piangi, piangi, che ti dono un panaro di aranci

SMA MODENA
lombatti_mar24

01/11/2009
h.10.00

La rubrica di ParmaDaily “C’eros una volta Lulù…”.
Ogni settimana un racconto erotico scritto da Sbriciolina… laureata presso l’università di Parma.

Ci sono anni che riempiono i ricordi e altri che si sbiadiscono dentro una foto che non riconosci più, scritta, corretta e interpretata. Una foto in cui l’abbracciava sotto una giacca, lì sotto il glicine. Nessuna malinconia, tanta rabbia e delusione.
Tempo prima Ludovica avrebbe urlato tra le braccia di Adamo. Avrebbe urlato per essere contenuta, per essere amata, per essere libera dal dolore, per sfogo, per passione. Tanto amore e tanto odio li aveva uniti. Ci sono anni che ti porterai dentro e anni che lascerai scorrerti addosso: come un’indiana si appollaiava su un manto persiano. Vedeva i suoi segnali di fumo a forma di cuore rovesciato. La fachira stava sulle spine del loro ennesimo confronto scontro.
Più che un’espirazione di freddo dicembre sembrava peste bianca. Pensava alla folle idea di esser restati ancora insieme, senza l’onestà del sentimento e la nausea del risentire il nome Adamo, genio scaltro della bellezza.
Ludovica era silenziosa, lei non aveva mai giocato con i sentimenti di alcuno come non gradiva si giocasse con i suoi. Ci sono anni che ripercorreresti silenziosamente e altri che nasconderesti dentro l’urlo di un’amara delusione. Adamo era stato lucifero, non nel senso di portatore di luce, bensì nel senso di un pazzo acrobata di delusioni, a immaginarlo là dove l’ombra ne copriva i colori.
Ludovica lo aveva idealizzato e come un castello fatto di carte di velina era crollato improvvisamente. l’incantesimo del loro “amore” era svanito. Era come un bellissimo vaso ma ormai rotto, in cui il passato mai più ritorna. Nessuna nave all’orizzonte, neanche luci di automobili, nessun campo coltivato e accorgersi che non c’è inizio né fine, che si gira attorno a qualcosa, e che il sole sorga o vada a dormire alla luna poco importa, lei ha le sue stelle da far vibrare.. e così non lo giudicava più per gli occhi ma per le mani. Perchè tutti son buoni a vedere ma a sentire a pochi… il passato non ritorna mai allo stesso modo.
Ci sono anni in cui combatterai per veder sorridere una vita, e anni che lotterai per vederne volar via un’altra: perfino il bulbo del tulipano risorge di colore diverso dopo essere appassito il suo fiore.
Ci sono anni che racconterai e anni che spezzetterai per divorarne gli attimi più gustosi: Ludovica aveva voglia di un klinè, qualcuno che orgoglioso la portasse in braccio urlando ai quattro venti “Ludovica è solo mia!, voglio solo Ludovica! Ludovica è la mia vita! Ludovica è la mia donna!” . Qualcuno che non lo urlasse solo nella buona sorte di essere dentro le sue coperte, con il brivido dietro la schiena per un amplesso ben riuscito. Lei non era tra i tabù della nostra società: grasso, povero, malato e vecchio!
E dentro gli anni … c’è una sabbiosa clessidra di giorni … e … … puf! 

                                                                                                    Sbriciolina

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