
La Regione faccia chiarezza sui lavori urbanistici che interessano l’area del Castello di Torrechiara, nel Comune di Langhirano, in provincia di Parma. A chiederlo, in un’interrogazione, è la consigliera Silvia Piccinini (Movimento 5 Stelle), che spiega come “l’area circostante il castello, parte integrante dello stesso, è al momento oggetto di un’opera di revisione urbanistica deliberata dal Comune di Langhirano attraverso l’adozione di varianti al PSC, che rischiano di determinare non solo un rilevante consumo di suolo, ma anche un oggettivo e irreparabile “consumo di bellezza e di un patrimonio pubblico e comune”, vale a dire il Castello di Torrechiara e il paesaggio di cui fa parte: questa operazione è connessa a competenze diverse, da quella comunale, con il percorso per l’adozione delle varianti, alla Regione, in particolare riguardo alle prescrizioni sul periodo transitorio, allo Stato, poiché si tratta di un bene nazionale, monumento nazionale da oltre ottanta anni e gestito da articolazioni amministrative dello Stato”.
Piccinini sottolinea come “gli interventi previsti dalle varianti comunali al PSC determinano un consumo di suolo, trasformando in edificabili aree precedentemente escluse da questa possibilità, tanto che le conferenze di servizio realizzate hanno dimostrato in più punti l’esistenza di dubbi e perplessità, anche per quanto attiene al calcolo dei valori di edificabilità, espressi proprio dal livello regionale, con una nota di ARPAE”. Nello specifico, la pentastellata ricorda che “è di particolare rilievo il ruolo della normativa regionale, poiché la vigente circolare regionale in merito all’applicazione della legge regionale in materia del 2017, da un lato richiama in modo chiarissimo l’impossibilità di adottare dal 1 gennaio 2018 varianti ai PSC e, nello stesso tempo, precisa che possono sussistere le varianti specifiche le quali però non possono introdurre negli stessi PSC ambiti residenziali totalmente nuovi, ma solo modifiche parziali rispetto alle previsioni insediative già in essere”.
Da qui l’atto ispettivo per sapere dall’esecutivo regionale “se le varianti messe in campo dal Comune di Langhirano rispetto al Castello di Torrechiara e al paesaggio che lo circonda siano compatibili sul piano del percorso e del merito con le disposizioni della legge regionale n. 24 del 2017 e sul periodo di transizione; se intenda richiedere al ministero dei Beni culturali un chiaro pronunciamento al riguardo e sollecitare conseguentemente l’amministrazione statale ad assicurare la massima ed effettiva tutela di un bene di tutti che è parte del nostro patrimonio; infine, se intenda comunque verificare con il Comune di Langhirano e con i Comitati e i cittadini il senso dell’intera operazione, per giungere a una sua sospensione e a un ripensamento sostanziale”.