Pizzarotti alla festa regionale del Pd: “Per ora tra noi solo dialogo. Ormai faccio più feste dell’Unità io di Fassino”

Ieri sera Federico Pizzarotti è stato ospite alla Festa regionale del Pd a Villalunga, in provincia di Reggio Emilia, dove ha partecipato a un dibattito insieme al Presidente della Regione Stefano Bonaccini e al sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi.

Si è parlato, naturalmente, delle prossime elezioni regionali: a riguardo la parola chiave della serata è stata “dialogo”. Per ora, quindi, è dialogo, non alleanza tra “Italia in Comune” di Pizzarotti e Pd.

Ma da entrambe le parti gli assist non sono mancati.

“Per le regionali penso a una coalizione che tenga insieme il Pd, la sinistra, i moderati e i civici. Io candidato? Non è importante il destino di ciascuno di noi ma il progetto. Il Pd deve uscire dal letargo, smettere di litigare al suo interno, promuovere una discussione ordinata” dichiara Bonaccini.

“Dobbiamo avere il coraggio di mettere in discussione tutto, anche il nome del partito. Poi c’è la necessità di aprire un cantiere. Con sindaci come Pizzarotti e De Magistris bisogna confrontarsi, i tempi lo richiedono” aggiunge Vecchi.

Pizzarotti rilancia: “In Emilia Romagna tutti noi siamo intrisi di feste dell’Unità. Ne faccio più io di Fassino, per come sono fatto non ho mai disdegnato un invito. Andrei anche ai dibattiti del centrodestra, ma loro non ne fanno e comunque non mi hanno mai invitato. Il Pd non ha avuto il coraggio di mettere da parte certi suoi personaggi che fanno solo perdere consenso. E’ un partito che parla troppo poco di contenuti, e quelli che ha non li difende fino in fondo. Penso, ad esempio, a una norma giusta come lo ius soli, accantonata perchè ritenuta impopolare. Questo è un atteggiamento sbagliato: bisogna andare avanti in coerenza con le proprie idee, non con i sondaggi, e avere una linea chiara. Così la gente ti segue. Il populisimo è dare risposte semplici a problemi complessi. Il populismo non è solo di destra, Renzi era un populista. Alleanza col Pd alle regionali? Non decido io, ma l’Assemblea di Italia in Comune. Oggi posso dire che mi fa piacere sia iniziato un dialogo. L’Emilia Romagna è un cuore fantastico che ha sempre battuto con certi valori, e io spero possa continuare a farlo. Anche quando avevamo appena vinto a Parma ed eravamo assediati come il villaggio di Asterix, devo riconoscere che mi sono mai sentito negare una risposta da Errani e Bonaccini o dai loro assessori. Il M5S non mi rispondeva neppure quando ne facevo parte, figuriamoci adesso.”

Il contenuto che più accomuna i tre relatori è quello della “società aperta”, contrapposta alla “società chiusa”. “Da questi primi cento giorni di Governo si capisce che il M5S è totalmente subalterno culturalmente al dominus Matteo Salvini (leggi: In processione per un selfie con il nuovo profeta Matteo Salvini). Quest’ultimo ha iniettato nel dibattito e sta contaminando l’opinione pubblica con una rabbia e un odio che non ha precedenti dalla nascita del Costituzione nel ’48. Ciò sta causando un arretramento culturale di decenni. E’ dalla parola educazione che deve ripartire la sinistra, una parola che si contrappone all’odio per l’uomo nero.”

“Sono rimasto stupito che solo Famiglia Cristiana abbia preso posizione contro Salvini, c’è troppo silenzio nelle associazioni, nel mondo cattolico, tra la gente” aggiunge Bonaccini.

“Per la prima volta nella nostra storia abbiamo un Premier fuori dai radar, non è dato sapere che ruolo abbia. Non si conosce cosa facciano i ministri, se non bloccare i progetti già avviati” conclude Vecchi. AM

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