
24/12/2012
E’ stato un albero di Natale “minimal”, così sarà anche la festa di Capodanno in Piazza Garibaldi organizzata dal Comune. C’è però uno strappo all’austerity: è di oggi la notizia che, in via eccezionale in occasione delle festività natalizie, la fontana di Barriera Repubblica tornerà a zampillare con giochi d’acqua e sarà illuminata con colori diversi. Che lusso!
A me l’albero di Natale grillino piace. Un abete verde imbottito di palle rosse, decorazioni e doni è bello, ma nel Natale più povero degli ultimi decenni comunica di più un manufatto scarno ricavato da materiali riciclati che ci dice: “Pedala, altrimenti le luci non si accendono e io rimango spento”. E’ un simbolo più francescano, più religioso, nonostante qualche esponente dell’opposizione sia riuscito ad attribuirgli una finalità anti-cristiana poiché la sua forma richiamerebbe quella di una moschea.
Analogamente nella notte del 31 dicembre non ci saranno concerti o nomi di richiamo internazionale… solo una piazza, della musica, un dj parmigiano, uno reggiano, alcune luci proiettate sul Palazzo del Governatore. Poca spesa. Quello che basta… addirittura questa volta le luci si accenderanno da sole, e non bisognerà neppure pedalare.
L’albero di Natale che si illumina tramite l’energia umana trasmette un’idea molto comunitaria, valorizza il ruolo e l’impegno delle persone: ciascuno deve fare la sua parte, con le proprie gambe. In caso contrario la società non va avanti, perché non ci sono più rendite di posizione. E’ esattamente il contrario a cui la politica fino ad ora ci aveva abituato, ovvero lisciare il pelo al cittadino, imbonirlo con dei favori o delle piaggerie, fargli trovare la pappa pronta per comprargli il consenso, scaricando il costo sulle casse comunali.
Credo che in soli sei mesi con alcuni gesti simbolici quali, ad esempio, l’albero di Natale senza luci, la messa all’asta delle auto blu, la bicicletta pieghevole, i maglioni e le camice azzurre di Pizzarotti tutte uguali come nella Cina di Mao, la revoca dei biglietti gratis al Regio per i consiglieri comunali, l’amministrazione Pizzarotti abbia già inciso sul comune sentire dei cittadini.
I parmigiani che da secoli pensavano di vivere nella “Piccola Parigi”, che anelavano alla grandeur di Maria Luigia al punto che alcuni politici su questa aspirazione alla magnificenza hanno costruito le loro fortune, schiacciati da tasse e 800 milioni di euro di debiti del Comune, stanno tornando con i piedi per terra e iniziano a non guardare più alle altre città con la puzza sotto al naso. Oggi a loro non importa nulla dei merletti e delle grandi opere monumentali ma, come è emerso nei vari incontri nei quartieri, si accontenterebbero che venissero aggiustate la panchina sotto casa, la fontanella nel parco, la buca nella strada, le lampade bruciate. Progetti sontuosi come la metropolitana, il Ponte a Nord, la riqualificazione della Stazione, le speculazioni sui terreni di Spip appaiono oggi del tutto insensati, lontanissimi, il ricordo di una politica di secoli fa, fuori dal tempo. Penso che questa nuova consapevolezza popolare e le mutate aspettative nei confronti della politica siano il più meritevole risultato fin qui conseguito dell’amministrazione grillina, a cui la crisi economica nazionale ed internazionale, ovviamente, ha dato una grossa mano. Ma quell’albero segna un’altra svolta per Parma. Per decenni le decisioni più importanti della città sono state prese da alcuni vertici, nel migliore dei casi da un’elite politica, nel peggiore fuori dalle istituzioni direttamente da alcuni centri di potere cittadini. Il Comune è stato il motore dell’economia locale, realizzava opere dispendiose, costruiva, lottizzava, si indebitava, arrivando persino a snaturare la sua stessa natura e a fare l’imprenditore.
Oggi quell’albero azzera tutto ciò e ci ammonisce: “Io, Comune, metto a disposizione l’albero nel cuore della città, tu, cittadino, imprenditore, commerciante, padre di famiglia devi pedalare. Io a Capodanno ci metto la musica, sei tu però che devi ballare”. In altre parole, io Comune faccio quello che devo fare (cerco di fare quadrare i conti e garantire la qualità dei servizi di competenza) ma deve essere la Comunità collettivamente intesa che si dà il cambio ai pedali il protagonista del suo futuro, perché il pubblico da solo non ce la fa più, perché ciò non è più sostenibile, ammesso che lo sia mai stato.
Oggi Pizzarotti, il Savonarola, ci mette in guardia: “Pedala, altrimenti la città muore”.
A fronte di questa profezia noi possiamo pedalare, fare spallucce o “toccarci” e dargli del menagramo.
Speriamo nei prossimi anni di fare, tutti, le scelte giuste.
Buon Natale!
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