
__
Le altre notizie pubblicate oggi
(non più in homepage)
___
21/04/2010
h.09.10
Intervista ad Emilio Piervincenzi, nuovo direttore del quotidiano cartaceo Polis Quotidiano.
Nato il 3 aprile del 1953 a Roma, giornalista professionista dal 1986, ha iniziato all’Agl, Agenzia giornali locali del gruppo editoriale L’espresso.
Dal 1986 al 1987 è stato redattore politico per il Secolo XIX, seguendo per il giornale genovese le crisi politiche di quegli anni.
Dal 1987 al 1990 è stato giornalista a Fininvest, prima come assistente per la comunicazione di Fedele Confalonieri, poi come curatore di alcuni programmi di Rete 4, come “C’è Posta per Te” e “La domenica sul 4”, quindi come caporedattore del primo Tg del Gruppo Fininvest “Dentro la notizia” .
Dal 1990 al 1992 è stato inviato speciale per la Repubblica, e dalla redazione di Napoli ha raccontato le guerre di camorra e le guerre politiche.
Dal 1992 al 1997 inviato speciale per il supplemento di Repubblica “Il Venerdì” .
Dal 1997 al 2005, su invito del direttore Ezio Mauro, è diventato caposervizio del settore Esteri di Repubblica. In questo ruolo ha seguito le molte crisi che hanno investito il mondo, le guerre in Bosnia e in Jugoslavia, la guerra in Afghanistan e in Iraq, il precedente attacco alle Torri Gemelle. E’ stato inviato in diversi luoghi ad alto rischio, come Bagdad, per raccontare la guerra irachena; Ryiad, capitale dell’Arabia Saudita per raccontare la “patria” dell’islamismo; Doha, in Qatar, per raccontare Al Jazeera, la tv araba che spiega la guerra agli arabi; Monrovia, in Liberia, per raccontare l’eterna e dimenticata guerra centro africana; Belfast, per raccontare la rinascita di un pezzo di Gran Bretagna. E tanti altri luoghi ancora.
La “crisi” del cinquantenne, lo ha spinto a cercare nuove strade espressive, ecco perché è approdato a La7. Prima come curatore del programma condotto da Rula Jebreal, Pianeta 7. Poi come curatore di Underground. Poi come caporedattore.
Ha prima curato “Il gol sopra Berlino” , il programma sui Mondiali di calcio condotto da Darwin Pastorin; ha curato il programma sul campionato italiano di calcio “Le partite non finiscono mai” .
Da marzo è direttore di Polis Quotidiano.
Direttore, sbaglio o da quando sei arrivato tu a Polis c’è stato un cambio nella linea editoriale del giornale?
Un cambio non direi… tra l’altro devo ancora presentare alla Redazione il piano editoriale che sarà elaborato quanto prima. Mi sono preso un po’ di tempo per conoscere bene la situazione della città.
La linea editoriale è comunque molto semplice: in alto a sinistra del New York Times c’è una frase che recita: “Tutto quello che va stampato sul New York Times lo trovi”, ovvero tutto quello che merita di essere considerato una notizia sul New York Times c’è. Ecco, con un po’ di presunzione, su Polis è la stessa cosa: non nascondiamo le notizie.
Senza spirito di parte, però?
Sì, non ci deve essere pregiudizio ideologico, elemento che in passato su Polis a volte ho trovato, con fatti e opinioni che si mischiavano. Come diceva il nostro maestro Eugenio Scalfari: “I fatti separati dalle opinioni”, cioè i fatti vanno raccontati come fatti, le opinioni le scrive il direttore o chi decide il direttore.
A proposito, ho notato che da quando sei arrivato non hai mancato di fare conoscere il tuo pensiero, fatto non troppo consueto sui giornali di carta di Parma.
Io prendo posizione perché il giornale è piccolo ed è giusto che quei pochi lettori a cui si rivolge che hanno la cortesia di acquistarlo in edicola conoscano cosa pensa il direttore. Avvalersi di opinionisti che vengono da Milano o da Roma non ha molto senso per un giornale locale. Grazie a Dio, poi, avendo 57 anni e 32 anni di professionismo giornalistico alle spalle, posso anche scrivere in italiano.
Come ti ha accolto la Redazione?
La Redazione è molto giovane, tranne Marco Ollari che non è giovanissimo, con buona volontà e anche di buona qualità.
Il problema, secondo me, è che non hanno mai avuto un vero direttore, ovvero un figura che si ponga con 20-30 anni di esperienza in più, magari anche internazionale.
Se tu hai un direttore così e sei intelligente “rubi” da quel direttore e lo fai tuo. Se non sei intelligente ma sei ideologicamente schierato gli vai contro.
Quale partita intendi far giocare a Polis nel contesto informativo parmigiano? Quale valore aggiunto credi possa portare il tuo giornale?
Ritengo che alcune notizie di politica che sembrano piccole non trovino spazio sugli altri giornali, per mille motivi sui quali non tocca a me sindacare. Ti faccio alcuni esempi recenti: in queste settimane insieme al collega Pietralunga abbiamo condotto una campagna sulla spaccature dentro la compagine della Provincia che non ho trovato sugli altri giornali, sulle battaglie tra la direttrice dell’ASP di Fidenza Guarnieri e il capo del PDL di Parma Villani che non ho trovato sugli altri giornali…
Ritengo che a Parma ci sia una forma di “rassegnazione” a considerare la politica una bega di poco conto; secondo me non lo è e merita di essere portata in prima pagina. E’ questa una nostra caratteristica, “la politica portata in prima pagina”.
Ti senti più concorrente della Gazzetta di Parma o dell’Informazione?
Penso che la Gazzetta non abbia concorrenti. E’ un grande giornale storicamente apprezzato da generazioni e generazioni di parmigiani. Polis, a confronto, è una zattera.
L’Informazione è un giornale che cerca di copiare la Gazzetta. Non lo fa bene perché non ha i mezzi per farlo, non dico le capacità ma quantomeno i mezzi.
Quindi, con la Gazzetta non mi ci metto, ma con l’Informazione, che è la copia della Gazzetta, nemmeno.
Quante copie vende Polis?
In edicola quando io sono arrivato a marzo Polis stava sotto le 400 copie. Adesso, ad un mese e mezzo di distanza, sta tra le 600 e le 650 copie di media. A questi numeri si aggiungono circa mille copie in abbonamento.
Dico questo non per accreditare qualcuno come un fenomeno ma per evidenziare che questa città recepisce un’informazione più sbarazzina, ovviamente sempre veritiera.
Questa è la nostra mission: una buona informazione, un pizzichetto più aggressiva.
L’Informazione sul web come la vedi?
Strepitosa. Mi piacerebbe tanto fare un sito di Polis continuamente aggiornato. Spero un giorno di averne la possibilità.
Quali novità editoriali hai in serbo?
Posso dirti che sta negli accordi con l’editore che, spero prima dell’estate, passeremo a 16 pagine tutti i giorni (ndr: oggi sono 12 pagine, 16 al venerdì) tutte a colori.
Cercherò di apportare delle novità alla pagina della televisione che non c’è, alla pagina della cultura che non c’è… vogliamo rafforzare Polis, senza però porci obiettivi fuori dalla nostra portata.
La metropolitana a Parma è forse ancora oggi il “tema dei temi” in città… anche se magari per te che vieni da Roma la cosa può apparire provinciale. A riguardo qual è la tua opinione.
La prima cosa di cui mi hanno parlato appena sono arrivato è stato della metropolitana. Quando mi hanno detto che a Parma volevano costruire una metro sono rimasto basito perché francamente non riuscivo a capire a cosa servisse un’infrastruttura del genere in una città come questa, con una linea diretta che passa da A a B… mah!
Quando è stato deciso di non farla più ho tirato un sospiro di sollievo. Tra l’alto buttavano i soldi proprio dalla finestra accollando su generazioni di parmigiani i costi di un’opera che secondo me neppure il sindaco era convinto di fare fin dall’inizio.
Ho letto con sorpresa l’intervista del direttore della Gazzetta di Parma Giuliano Molossi al Presidente della Provincia Bernazzoli che ha sostenuto che la metropolitana doveva essere fatta. E’ singolare che l’uomo del rigore che dovrebbe guardare bene i conti, quale si pone Bernazzoli, dica “fatela, spendete, basta che la fate”, mentre Vignali che avrebbe l’interesse a farsi bello sostenga “no, non la facciamo più”.
E’ un ossimoro della politica.