
01/06/2013
h.16.10
L’accensione ormai definitiva del “bio – devastatore”, dimostra più cose. Innanzitutto che non è sufficiente ‘urlare’ contro la casta per ribaltare le scelte socio-politiche neoliberiste. Le continue sconfitte politiche dei 5 stelle, dal taglio ai servizi sociali, alla gestione del debito perfettamente compatibile con gli interessi dell’Unione Industriali, alla partenza del forno-inceneritore, dimostrano che la semplice sommatoria di singoli progetti, in assenza di un pensiero forte e generale di società, non produce nessuna apertura verso un reale cambiamento.
Esce sconfitta anche l’idea che la risposta basata unicamente sulla dimostrazione del primato di una tecnologia o di una procedura su altre, sia l’unica soluzione spendibile per affrontare problemi che avendo una origine sociale richiedono invece una risposta globale di natura politica e sociale.
Da sempre noi sosteniamo, infatti, che proprio la complessità sociale del problema rifiuti , espressione compiuta del modello di sviluppo in cui siamo immersi, richiede una scelta netta circa il tipo di società da rifondare. E tale processo di rifondazione richiede la valorizzazione di tutte le culture critiche.
Per troppo tempo, purtroppo , sono state erette barriere tra cittadini, movimenti, comitati e partiti. Si tratta di passare dalla esaltazione dei particolarismi alla ricerca di un nuovo universalismo capace di confrontarsi con la questione di fondo che il problema rifiuti chiama in causa, cioè, il come, il perché e il per chi si produce.
La valorizzazione contestuale della dignità del lavoro, dell’ambiente e della qualità umana delle relazioni sociali, è un asse portante della nostra prospettiva politica e dell’umanesimo comunista che essa include e da cui è valorizzata.
A partire da questo patrimonio ideale e culturale, che è capacità critica del presente e possibilità di apertura al futuro, rilanciamo un confronto con tutte le forze democratiche anti inceneritore per apertura di una nuova stagione di lotta. Questa è l’unica condizione per una reale emancipazione e autonomia dai poteri forti e dai loro contabili. In assenza di ciò, accade ciò che caratterizza l’attuale amministrazione grillina: un governo della città basato sulla navigazione a vista, senza un pensiero, senza una visione complessiva che sia in gado di dare concretezza agli enunciati della campagna elettorale.
Troppo comodo occupare gli spazi dei quotidiani con le cifre messe a disposizione per la copertura delle buche stradali come se un ‘dovere ordinario’ di chi amministra fosse un fatto eccezionale. E se va riconosciuto lo sforzo di chiarezza sulla azione e sulla destinazione del soldo pubblico, a fronte del disastro della precedente amministrazione, è altrettanto vero che ciò non si sta traducendo in quella novità di progetto alternativo di società prospettata in campagna elettorale di cui anche lo spegnimento dell’impianto di incenerimento doveva essere un
segnale, forse il più forte. Troppo comodo urlare contro la casta per ascendere a facili carriere politiche per poi essere subalterni ai tecnici contabili dell’Unione Industriali. Troppo comodo sfruttare il discredito in cui è sprofondata la politica per criminalizzare tutti coloro che hanno un pensiero alternativo e conquistare facilmente il consenso elettorale.
Troppo comodo urlare slogan di facile presa in campagna elettorale e poi una volta seduti sulle poltrone del potere agire nell’ambito della compatibilità di sistema e di bilancio senza il coraggio di un inversione di direzione rispetto a privatizzazioni, taglio ai servizi sociali e aumento delle tasse. E tutto questo in assenza di un reale coinvolgimento delle associazioni dei cittadini e dei comitati di lotta, anzi in contrapposizione a questi. Probabilmente l’essere grillini è talmente esaltante che porta a disprezzare con arroganza tutto e tutti. Come PRC, intendiamo rilanciare il blocco dell’inceneritore attraverso la costruzione di un ampio fronte di opposizione.
In questi giorni si profila la possibilità di ulteriore sospensione della partenza definitiva , ma questo non basta. E’ necessario lavorare per una alternativa, senza se e senza ma. Rilanciamo pertanto il nostro appoggio e la nostra partecipazione a tutti quei progetti, iniziative e lotte che possono produrre il passaggio dal forno inceneritore al trattamento meccanico biologico.
Segreteria Provinciale del PRC
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