Presentata “La nobildonna”

SMA MODENA
lodi1

19/01/2012
h.16.00

Nella sala consiliare gremita di pubblico della Comunità Montana Ovest, a Borgo Val di Taro, è stato presentato ieri pomeriggio il primo libro di Giuseppe Marletta, “La nobildonna”.
Alla presenza del vice presidente della Provincia, dr. Pier Luigi Ferrari, del sindaco di Borgo Val di Taro, dr. Diego Rossi, e varie autorità locali, al tavolo dei relatori si sono alternati Monia B. Balsamello (critica e consulente editoriale di “Ibiskos Editrice Risolo”, la casa editrice del romanzo), Mauro Raccasi (giornalista e scrittore di Parma), Maria Giuliana Anelli (insegnante di lettere presso l’istituto “Zappa Fermi” di Borgo Val di Taro) e l’autore.
Dopo i saluti di rito del presidente del pio istituto “Manara”, Ugo Vietti, e del vice sindaco ed assessore alla cultura di Borgo Val di Taro, Sandra Montelli, ha preso la parola Maria Giuliana Anelli, che, illustrata una breve biografia dell’autore, si è soffermata sul significato del libro e sui suoi riferimenti sociali, culturali, storico e geografici, evidenziando:
– come l’autore abbia dato dell’Arma una visione dal suo interno, tratteggiando i legami fraterni esistenti tra i suoi componenti e l’attenzione mostrata verso chi giungeva in un nuovo reparto;
– l’aspetto culturale del romanzo, dovuto alla passione dell’autore per le letture; 
– il modo con cui viene tratteggiato l’amato paese d’origine, ovvio punto di riferimento, ma anche Borgo Val di Taro (entrambi indicati con nomi di fantasia), nel quale ha trovato le condizioni per poter portare a compimento il suo sogno, la stesura del romanzo, appunto; 
– la precisa descrizione della Sicilia, dai suoi splendidi paesaggi – dei quali sono stati ben evidenziati profumi e colori – all’oscura presenza della mafia, che ne condiziona tuttora un positivo sviluppo. A tale riguardo l’autore ha analizzato uno degli episodi tuttora ancora non ben chiaro, la strage di Portella della Ginestra del 1947, creando un forte ed acceso dialogo tra due personaggi positivi ed alcuni inquietanti e potenti individui, tutti intenti a sminuire la portata del fenomeno ed a deridere gli onesti cittadini.
Monia B. Balsamello, invece, ha descritto i particolari più specificatamente tecnici e linguistici, esponendo il genere letterario (“thriller poliziesco”) a cui il libro fa riferimento ed il modo in cui l’autore ha declinato i dettami di quel genere, in cui ha trovato i segni dell’opera di alcuni grandi scrittori, evidenziando come le loro influenze non siano prevalse sulle specificità dell’autore. Ha infine definito raffinato, quasi aulico, lo stile di Marletta, ben utilizzato per rendere ben affrontabili alcune situazioni drammatiche.
Mauro Raccasi, affermato scrittore di Parma, ha invece piacevolmente duettato con l’autore con alcune domande sull motivazioni poste alla base del libro, gli autori che hanno condizionato la scelta degli stilemi narrativi e l’ambientazione del prossimo romanzo.
Giuseppe Marletta, dopo un doveroso saluto di ringraziamento alle autorità ed a tutti i presenti, nel rispondere a Raccasi, ha: 
– evidenziato come la volontà di pubblicare il libro sia stata strettamente legata alla passione per la scrittura ed influenzata, in analoga misura, dalla sua professione; 
– indicato gli autori di riferimento in John Grisham, Wilbur Smith e Clive Cussler, segnalando come da quest’ultimo abbia acquisito la predilezione per un prologo retrodatato nel tempo rispetto al periodo di svolgimento della vicenda centrale del romanzo e per la riflessione introspettiva dei personaggi chiave del romanzo, in cui si affacciano inizialmente raccontando i proprie sentimenti e senza dialogare con nessuno; 
– riferito che intende mantenere la stessa ambientazione nel prossimo romanzo.
Ha poi detto che la pubblicazione del romanzo rappresenta il classico sogno dell’infanzia, tenuto per molti anni nel cassetto poiché impedito dal lavoro e da altre circostanze, evidenziando come la permanenza a Borgo Val di Taro ed il contatto con la sua bella popolazione abbiano invece fatto maturare le condizioni per poterlo coronare.
Ha infine ricordato un carissimo amico e collega prematuramente scomparso (al quale era legato da una fortissima amicizia), al quale il libro è dedicato, ed ha concluso segnalando che gli eventuali proventi del libro saranno in parte devoluti in beneficenza ad una locale associazione di volontariato proprio in omaggio alla forte vocazione altruista dei cittadini borgotaresi.

Il romanzo:
a. è incentrato su un gruppo di sei carabinieri (e, in prevalenza, sul comandante e sul più giovane componente) facenti parte di una Stazione CC di un immaginario paese della provincia di Catania, dei quali l’autore cerca di raccontare le loro vite sia in relazione alle esperienze professionali sia cogliendo gli spaccati della loro esistenza quotidiana;
b. ha come sfondo la situazione della provincia di Catania negli anni ’70, caratterizzata dalla presenza di alcuni poteri “forti” che condizionavano la vita politica, economica ed amministrativa;
c. ha come protagonista un giovane carabiniere di leva, originario della provincia di Parma, che, in pieno periodo degli “anni di piombo”, viene trasferito appunto in Sicilia, ove sarà coinvolto nell’indagine sull’omicidio di un’anziana donna (la nobildonna, appunto), che sarà risolta soprattutto grazie alla perfetta conoscenza dei luoghi e delle persone da parte di tutti i componenti della Stazione, che daranno ciascuno un determinante contributo.