Presentati in Provincia i dati demografici del Parmense al 1° gennaio 2023: residenti in crescita, soprattutto anziani, calano gli stranieri

Nel Parmense crescono i residenti, calano gli stranieri, calano le nascite, quasi un residente su 4 ha 65 anni o più, crescono gli ultracentenari e i ragazzi in età di scuola media superiore.

Questi e molti altri i dati relativi alla situazione demografica a Parma capoluogo e negli altri Comuni al 1° gennaio 2023 che la Provincia di Parma ha reso noti stamattina, insieme alle proiezioni per i decenni futuri.

Erano presenti: il Presidente Andrea Massari, la Delegata al Coordinamento alle attività a supporto dei Comuni Sara Tonini, il Dirigente del Servizio Pianificazione Territoriale Andrea Ruffini e il Responsabile dell’Ufficio Statistica della Provincia di Parma Andrea Gaiani.

“Quest’anno la popolazione del nostro territorio ritorna a crescere dopo 2 anni di calo e fa segnare il livello più alto mai registrato, aumento che si inserisce in un quadro demografico generale di difficoltà – sottolinea il Presidente della Provincia Andrea Massari – Questo conferma la notevole attrattività del nostro territorio, anche nel contesto di una regione sicuramente forte dal punto di vista economico e con un buon livello di servizi. Ancora in crescita i ragazzi in età di scuola superiore, dato che motiva ulteriormente il nostro sforzo per l’edilizia scolastica.”

LA POPOLAZIONE COMPLESSIVA. La popolazione della provincia di Parma al 1° gennaio 2023 registra 454.635 residenti, 1.997 in più rispetto al 2022 (+0,44%), mentre la popolazione in Regione è sostanzialmente stabile con un +0,04% e quella nazionale in calo per l’ottavo anno di fila.
Il Capoluogo cresce ad un ritmo maggiore della media provinciale (+1.180 persone, +0,60%) e raggiunge i 198.431 residenti. Anche il resto del territorio cresce, anche se ad una velocità minore (+817 persone, +0,32%).

La crescita è dovuta, come ormai da molti anni, soprattutto al saldo migratorio positivo (iscritti meno cancellati nelle anagrafi comunali), che nel 2022 è stato pari a +4.143 persone, in forte ripresa rispetto al 2021, quando era stato di +2.385 residenti.

I nati nel 2022 sono stati 3.215, -86 sull’anno precedente. Rispetto al 2010, anno di massimo della serie storica, quando i nati erano stati 4.241, si registrano 1.026 nati in meno.

Il numero medio di figli per donna in provincia di Parma ha raggiunto il suo massimo nel 2010 (1,54 figli per donna) e negli ultimi anni pre-Covid era arrivato a 1,34. Nel 2021 questo valore è ulteriormente calato a 1,31. Questa situazione non è specifica solamente del nostro territorio, a livello regionale il numero di figli per donna nel 2021 era di 1,27 e a livello italiano di 1,25.

GLI STRANIERI. Per quanto riguarda la popolazione straniera, al 1° gennaio 2023 è in calo rispetto al 2022 di -245 persone (-0,35%), e fa contare 69.057 residenti, il 15,2% della popolazione complessiva. Dal 1995, primo anno in cui i dati sono disponibili, non si era mai registrata una diminuzione rispetto all’anno precedente.

Ma già negli anni precedenti il ritmo di crescita della popolazione straniera era rallentato: a partire dal 1° gennaio 2013 l’aumento annuo non era mai salito sopra il 5%. Al contrario, negli anni dal 1995 al 2009 era rimasto costantemente sopra il 10%, con una crescita annuale che in un anno ha superato anche il 24%.
Le prime tre nazionalità presenti sul nostro territorio sono la Rumena, l’Albanese e la Moldava, le ultime due, tuttavia, in calo rispetto all’anno precedente. La nazionalità che ha avuto di gran lunga la crescita maggiore è quella Ucraina (+11%).

† L’Ascensione in cielo di Gesù non è uno show, preannuncia la nostra comunione con Dio alla fine dei tempi (di Andrea Marsiletti)

I DATI COMUNALI. La popolazione cala rispetto all’anno precedente in 15 comuni su 44, quest’anno i tre comuni che crescono di più in percentuale sono Sala Baganza (+1,4%), Traversetolo (+1,2) e Langhirano (+1%).

Tra i primi dieci comuni per crescita percentuale vi sono 3 comuni della Montagna: Solignano (+0,76%), Monchio delle Corti (+0,72%) e Corniglio (+0,63%). Si tratta di aumenti bassi in valore assoluto, ma significativi per comuni che in passato hanno avuto per vari anni dei cali di popolazione. Soprattutto a Monchio e Corniglio l’aumento della popolazione complessiva è stato sostenuto in buona parte dalla crescita degli stranieri.

I decrementi maggiori si registrano a Bore (-4,6%), Bardi e Varsi (-1,4%).
La popolazione straniera cala in 22 comuni, mentre gli aumenti più significativi si verificano a Pellegrino P.se (+24,2%), Monchio delle Corti (+22,6%) e Tornolo (+22,2%). Anche qui numeri piccoli in valore assoluto, che però mettono in evidenza un certo afflusso di stranieri nei comuni montani.

La più alta incidenza degli stranieri sulla popolazione totale si riscontra nei comuni di Langhirano (22,4%), Calestano (21,2%) e Parma (17,8%), i primi due sono ai primi posti della graduatoria ormai da sei anni consecutivi, mentre Parma quest’anno ha scalzato Colorno dalla terza posizione.

Le più basse percentuali a Tornolo (4,8%), Monchio delle Corti (4,5%) e Albareto (4,2%).

LE FASCE DI ETÀ SCOLARI E GLI ANZIANI.
Osservando le fasce di età scolari si rileva che nell’ultimo anno cresce solo quella di riferimento per la scuola superiore con +533 (+2,6%). È una tendenza in corso ormai da anni che ha portato questa fascia d’età ad avere dal 2013 una crescita del +17,8% (+3.204).
Calano, invece, tutte le altre fasce d’età scolari, in particolare quelle più basse, che hanno risentito in modo più diretto della diminuzione delle nascite:
–       asili nido, età 0-2 (-203 bambini, -2%)
–       scuola dell’infanzia (o materna), età 3-5 (-246, -2,2%)
–       scuola primaria (o elementare), età 6-10 (-108, -0,5%)
–       scuola media, età 11-13 (-29, -0,2%).

Per la fascia demografica di riferimento dell’asilo nido, dal 2013 la diminuzione è stata di 2.390 bambini (-19,7%).

Per la scuola dell’infanzia sempre dal 2013 il calo è stato di 1.869 bambini (-14,7%). La popolazione anziana, superato il picco dell’epidemia nel 2020, torna a crescere. Occorre precisare però che, anche se tradizionalmente sono stati considerati i 65 anni la soglia oltre la quale si definisce “anziana” una persona, secondo la Società Italiana di Geriatria e Gerontologia (SIGG), questa soglia va spostata ai 75 anni, dato che “un 65enne di oggi ha la forma fisica e cognitiva di un 40-45enne di 30 anni fa e un 75enne quella di un individuo che aveva 55 anni nel 1980”.

La popolazione con 75 anni e oltre aumenta (+696), raggiungendo le 56.832 persone, il livello massimo mai raggiunto: 12,5% del totale della popolazione. Anche le persone con 65 anni e oltre aumentano (+587): ormai quasi una persona su 4 ha 65 anni o più (23,3%). Diminuiscono invece gli anziani di 80 e più anni (-124), dopo 20 anni di crescita interrotta solo nel 2020 l’anno di picco dell’epidemia Covid.

Infine, gli ultracentenari (100 anni e oltre) arrivano ad essere 206 al 1° gennaio 2023, di cui 30 uomini e 176 donne; sono in aumento di 28 rispetto all’anno precedente.

LA PROIEZIONI FUTURE. Le nascite con tutta probabilità continueranno a diminuire anche in prospettiva.
Inoltre continueranno a prodursi gli effetti del calo del numero di donne in età fertile, fattore particolarmente importante e duraturo. Infatti, stante l’attuale struttura per età della popolazione, solo fra molti anni si arriverà ad un equilibrio fra le entrate e uscite dall’età di procreare, e si assesterà ad un livello notevolmente più basso di quello attuale.

Del resto la bassissima natalità non è un caso solo italiano, ma è comune a numerose altre popolazioni in Europa e fuori dall’Europa, dalla Cina al Giappone, da Taiwan alla Corea del Sud,  dove da qualche anno vi è un numero medio di figli per donna inferiore a uno.

Ipotizzando per i prossimi anni un contributo dell’immigrazione (italiana e straniera) uguale alla media annuale del quinquennio 2016-2020, si può prevedere che la popolazione della provincia aumenti ad un ritmo relativamente sostenuto fino a 460.000 persone circa al 2026.

Successivamente continuerebbe a crescere ad una velocità sempre più bassa fino al 2036, per poi diminuire dapprima lentamente, ma con un ritmo progressivamente più elevato fino al 2050, quando si dovrebbe tornare ai livelli attuali di popolazione.

La fascia d’età 14 – 18 anni è prevista in crescita anche nei prossimi anni, ma il ritmo di aumento sta rallentando, e dopo il 2026 inizierà un calo lento ma costante.

La popolazione di 65 anni e oltre continuerà ad aumentare anche in futuro, fino a rappresentare nel 2041 un terzo della popolazione complessiva. Prospettive del tutto simili per la popolazione di 75 anni e oltre, che nel 2050 arriverà a rappresentare quasi il 20% della popolazione totale, con un aumento rispetto ai valori attuali di quasi il 60%.

LE ATTIVITÀ DELL’UFFICIO STATISTICA DELLA PROVINCIA DI PARMA. Gestisce le rilevazioni di dati in vari settori di attività, in sinergia con la Regione Emilia-Romagna e con l’ISTAT: imprese, popolazione, scuole, incidenti stradali, ecc., crea le basi dati ed elabora analisi a supporto della governance e della programmazione locale.

Dal 1988 conduce le rilevazioni demografiche, attualmente acquisisce i dati anagrafici dei residenti dalle anagrafi dei Comuni tramite le Liste Anagrafiche Comunali (LAC) e, dopo una prima validazione, li trasmette alla Regione. Essendo un dato che deriva direttamente dalle anagrafi comunali, riporta dei valori diversi, in genere più alti, da quelli del Censimento permanente dell’ISTAT, che si basa invece su una rilevazione campionaria integrata da correzioni.

Maggiori dettagli su http://www.provincia.parma.it/servizi-online/statistica

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