“Quello dell’inceneritore è un piano folle”

SMA MODENA
lombatti_mar24

17/06/2009
h.21.00

Presentata in conferenza stampa presso la sede del WWF di Parma l’ipotesi di gestione rifiuti solidi urbani della provincia di Parma elaborata su un modello alternativo al sistema di incenerimento. I relatori, Daniela Monteverdi – presidente WWF di Parma e Manrico Guerra (nella foto) – ISDE medici per l’ambiente Parma, hanno esposto un progetto gentilmente elaborato dalla Dott.ssa Carla Poli che dimostrerebbe una valida alternativa all’inceneritore, al momento la soluzione più gradita agli organi amministrativi provinciali.
Nel corso della conferenza è emerso che la dipendenza dalle discariche e dagli inceneritori rappresentano una non-soluzione al problema, “una follia” – come sottolineato da Guerra, oltre al fatto che occorre ottimizzare a monte la riduzione dei rifiuti, favorire le pratiche del riuso e del recupero degli oggetti attraverso una sempre migliore differenziazione di qualità. Gli inceneritori, infatti, non risolvono affatto il problema a causa della notevole produzione di ceneri nocive anch’esse da smaltire in discariche specializzate e l’energia che producono ha costi molto elevati ed una quantità inferiore a quella che si risparmierebbe riciclando i materiali invece di bruciarli.
Il progetto presentato prevede la gestione puntuale di ciascuna categoria di rifiuto coinvolgendo i cittadini da una parte ed operatori economici dall’altra. Il piano ipotizzato dalla Dott.ssa Carla Poli parte dalla considerazione di un consumo di rifiuti solidi urbani di 350 kg/abitante per anno (dato ricavato da situazioni analoghe a Parma come Verona e Novara), una volta ripulito dal valore quantitativo dei rifiuti industriali/commerciali finiti erroneamente nei cassonetti. Il piano prevede una piattaforma locale di gestione integrata e totale del materiale post consumo, dalla raccolta al suo smaltimento finale. Il materiale a riciclo verrebbe gestito da imprenditori economici sul territorio, i quali eviterebbero inutili trasferimenti di camion con materiali contribuendo allo sviluppo dell’economia locale.
Il progetto proposto si rifà al Centro di Riciclo in Vedelago, provincia di Treviso, (consulta il sito) dove l’impianto iniziale ha avuto un costo di 10 milioni di euro (contro i 180 milioni dell’inceneritore) e un tempo di attuazione pari ad alcuni mesi (contro i 2 anni e più dell’inceneritore). I punti a vantaggio del piano proposto sarebbero quindi numerosi e dimostrati. L’impianto potrebbe essere assegnato alla pubblica amministrazione ma anche ad un privato come nella realtà di Vedelago che registra un attivo proveniente dalla vendita del materiale riciclato (ad esempio nel settore dell’edilizia) e non sulla tassa dei rifiuti. A Treviso è partito un progetto dal nome “rifiuti zero a costo zero” su 82 istituti scolastici e già ha fatto registrare un importante risultato. Se prima la quota Tarsu versata da questi istituti era di circa 150000 euro/anno attualmente tale cifra è stata azzerata completamente.
Per non parlare delle conseguenze che un inceneritore avrebbe sulla famosa “Food Valley” di Parma che pagherebbe probabilmente tale scelta in termini di qualità ed affidabilità dei prodotti sia sul territorio nazionale che internazionale.
I due candidati al ballottaggio per la Presidenza della Provincia, anch’essi invitati alla presentazione del progetto, hanno preferito non presentarsi dimostrando implicitamente la loro posizione.