Rainieri (Lega): “Bene nuovo criterio Erp, ma deve essere attuabile”

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“Il PD regionale sta cercando di correre ai ripari di fronte al dato allarmante che il 36 % della case popolari va agli stranieri facendo sua una idea di buon senso che la Lega sostiene da anni: l’inserimento del criterio nei regolamenti per l’assegnazione delle case popolari per cui, per gli immigrati, si deve tenere conto delle proprietà che hanno all’estero. Potrebbe essere un passo avanti ma così come è stato per ora proposto dalla Giunta regionale non è pienamente e concretamente efficace”. Questo il giudizio che ha espresso il Vice Presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna ed esponente della Lega, Fabio Rainieri, sull’ultima proposta della Giunta regionale emiliano romagnola che vuole modificare i criteri di assegnazione degli alloggi ERP inserendo anche il criterio per i richiedenti stranieri di verificare se hanno proprietà nelle loro terre d’origine.

“Di certo c’è che la Giunta regionale di centro sinistra a quasi univoca guida PD ha in qualche modo accettato l’opinione sostenuta dalla Lega che non devono esistere vantaggi per gli immigrati rispetto agli italiani nell’assegnazione di alloggi ERP – ha quindi proseguito il Consigliere regionale leghista – È da tempo infatti che spingiamo per l’inserimento di questo criterio e ora che anche un’importante amministrazione PD lo sostiene si smentiscono tutti coloro che fanno passare ogni idea di noi leghisti solo come brutali proposte razziste. Però l’idea se non è concretamente attuabile rischia di essere una pezza che è peggio del buco. Due infatti sono le criticità della proposta fatta dall’Assessore regionale al welfare Elisabetta Gualmini che la Lega propone di migliorare in previsione della modifica definitiva del regolamento che dovrà avvenire in Assemblea legislativa regionale. La prima è che le proprietà all’estero per non consentire di poter avere diritto ad una casa popolare possono essere anche meno del 100 %, perché deve essere sufficiente che siano abitabili anche se sono meno del 50 %. La seconda è che l’onere di verificare la veridicità delle autodichiarazioni non deve essere scaricato solo sui comuni ma vi deve essere un’opera attiva anche da parte dello Stato e della Regione. Per quanto riguarda l’ente regionale, penso soprattutto a paesi stranieri a forte immigrazione con i quali l’Emilia-Romagna ha stretti legami di collaborazione come, ad esempio, l’Albania”.

Sull’argomento interviene anche il Sindaco di Fontevivo, Tommaso Fiazza, anch’egli esponente della Lega: “Nel nuovo regolamento comunale per l’assegnazione degli alloggi ERP questa regola, non potendola inserire come criterio, l’abbiamo comunque messa come parametro per il punteggio da attribuire ai richiedenti. E a conti fatti abbiamo avuto ragione perché in Regione il PD, che invece in Consiglio comunale a Fontevivo ci ha aspramente criticato, va nella nostra stessa direzione. Però è anche vero che i comuni non possono essere lasciati soli nel fare gli accertamenti e quindi c’è assoluto bisogno di un aiuto concreto da parte dello Stato e della Regione”.

“Anche a Parma come Lega abbiamo più volte manifestato perplessità su regole comunali per l’assegnazione della case popolari che favoriscono gli stranieri rispetto agli italiani – ha quindi concluso la Consigliera comunale di Parma sempre della Lega, Carlotta Marù – Di certo non c’era da aspettarsi che a ristabilire un po’ di equità intervenisse Pizzarotti, la cui politica amministrativa è più a sinistra di quella del PD visto come è costellata di iniziative che privilegiano gli immigrati. La mossa della Regione Emilia-Romagna va quindi bene purché però siano previste per le certificazioni procedure serie e obbligatorie anche per i comuni meno motivati su questo problema come appunto quello di Parma”.

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