Renzi vs. Pizzarotti

SMA MODENA
lombatti_mar24

05/11/2012

Per sopravvivere ad oltranza, la vecchia politica le tenta tutte, comprese le operazioni di maquillage “mandando avanti” tanti giovani: oggi i portavoci e i responsabili delle campagne elettorali sono tutti trentenni e quarantenni, rigorosamente di bella presenza. Ma nella realtà dei fatti questi giovani non contano nulla, sono solo delle comparse in conferenza stampa che si prestano a coprire il vecchio che le telecomanda, dei prestanome o, meglio, dei prestafaccia.
Ma ci sarà pure qualche giovane politico che oggi ha per davvero un ruolo nazionale?
Matteo Renzi, sicuramente. E poi? Provate a fare anche voi mente locale. A me non viene in mente nessun altro che Federico Pizzarotti.
Pensare che Pizzarotti sia un politico di riferimento nazionale può apparire esagerato a coloro che lo chiamano “Fede”, che gli mandano gli sms, che gli postano sulla bacheca di facebook … ma tant’è. Va detto che oggi Pizzarotti è un personaggio nazionale non tanto per quello che ha realizzato nei suoi primi tre mesi al governo della città di Parma ma per l’alternativa al vecchio che incarna, per essere il simbolo del grillismo che esce in modo dirompente dal web, sbaracca alle elezioni e si applica agli Enti locali sotto la lente d’ingrandimento cavillosa e ostile dei media nazionali di centrodestra e di centrosinistra. Parimenti Renzi, che gode di grande popolarità non certo per le delibere che ha votato in giunta a Firenze o per il suo programma delle primarie che non interessa a nessuno ma perchè è assunto ad angelo vendicatore della classe dirigente del PD col compito di buttare fuori dal Parlamento dopo 20 o 30 anni D’Alema, Veltroni, Bindi, Marini, Fioroni, Finocchiaro, Livia Turco…
Renzi e Pizzarotti sono coetanei ormai quarant’anni, sindaci di città importanti e dotte come Firenze e Parma, attivissimi sui social network ma soprattutto “rottamatori”, sebbene interpreti di due rottamazioni di diversa radicalità: una che punta alla rimozione della nomenclatura di un partito, l’altro a smontare un intero assetto di potere vigente.
Nella geografia del posizionamento politico, Renzi e Pizzarotti si avvicinano: il primo il politico più grillino fuori dal Movimento 5 Stelle, il secondo talvolta il più indisciplinato dentro il M5S quando propone la nomina a direttore generale del Comune di Parma di Valentino Tavolazzi, espulso dal M5S da Beppe Grillo, e non fa mistero di frequentare il ribelle Giovanni Favia.
In un clima di antipolitica dilagante, Renzi e Pizzarotti, a modo loro, riescono ancora a scaldare i cuori, possono permettersi il lusso di incontrare la gente senza il timore di subire l’ostilità che oggi viene riservata alla Casta; Renzi nella sua campagna elettorale delle primarie sta riempiendo i teatri d’Italia, Pizzarotti nel suo tour nei quartieri riempie le sale delle circoscrizioni… con la differenza che Renzi lo fa con al fianco Giorgio Gori e finanziato dai fondi diAlgebris Investments, il secondo con la Nicoletta Paci e la bella e brava psicoterapeuta che lavora gratis.
Jeans e camicia bianca è l’abbigliamento standard di Renzi, jeans e camicia azzurra quello di Pizzarotti, via la giacca e la cravatta, i portaborse, le auto blu… entrambi rifiutano il linguaggio, anche visivo, dell’iconografia della vecchia politica, con Pizzarotti praticamente mono-look come nella Cina di Mao.
Renzi è più navigato, introdotto, dialettico, facoltoso, Pizzarotti è più spontaneo, don Chisciotte, irriverente, geniale quando vuole installare per la città le panchine con i nomi dei donatori privati incisi sopra come in Chiesa, sognatore quando pensa di sopperire alla scarsezza di risorse con i muratori volontari e lo Scec, tendente più al pauperismo che alla sobrietà.
Entrambi si rivolgono all’elettorato in quanto massa indistinta, superando le auto-limitazioni definite dalle parole “centrodestra”, “centrosinistra”, “antipolitica”, senza revanscismo o puzza sotto al naso. Ed è per questo che piacciono all’elettorato deluso dal centrodestra tentato di andare a votare Renzi alle primarie, che ha votato in massa Pizzarotti al ballottaggio delle comunali di Parma.
Tutti e due amanti della bicicletta a mò di status symbol… sono un po’ i Coppi e Bartoli degli anni 2000, anche se le parole di apprezzamento che Renzi ha dedicato a Pizzarotti in occasione della sua recente venuta a Parma non sono ancora entrate nell’immaginario collettivo quanto la foto che ritrae Coppi e Bartali mentre si passano una bottiglietta d’acqua durante una salita al Tour del ’52.
Coppi e Bartali divennero anche a simboli politici: il primo icona della sinistra, il secondo della destra.
Tra Renzi e Pizzarotti chi è Coppi e chi Bartali?

Andrea Marsiletti

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Aiuto!!! Pizzarotti vuole psicoanalizzare i cittadini di Parma!
Il Guastafeste
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SMA MODENA
lombatti_mar24

05/11/2012

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Ma ci sarà pure qualche giovane politico che oggi ha per davvero un ruolo nazionale?
Matteo Renzi, sicuramente. E poi? Provate a fare anche voi mente locale. A me non viene in mente nessun altro che Federico Pizzarotti.
Pensare che Pizzarotti sia un politico di riferimento nazionale può apparire esagerato a coloro che lo chiamano “Fede”, che gli mandano gli sms, che gli postano sulla bacheca di facebook … ma tant’è. Va detto che oggi Pizzarotti è un personaggio nazionale non tanto per quello che ha realizzato nei suoi primi tre mesi al governo della città di Parma ma per l’alternativa al vecchio che incarna, per essere il simbolo del grillismo che esce in modo dirompente dal web, sbaracca alle elezioni e si applica agli Enti locali sotto la lente d’ingrandimento cavillosa e ostile dei media nazionali di centrodestra e di centrosinistra. Parimenti Renzi, che gode di grande popolarità non certo per le delibere che ha votato in giunta a Firenze o per il suo programma delle primarie che non interessa a nessuno ma perchè è assunto ad angelo vendicatore della classe dirigente del PD col compito di buttare fuori dal Parlamento dopo 20 o 30 anni D’Alema, Veltroni, Bindi, Marini, Fioroni, Finocchiaro, Livia Turco…
Renzi e Pizzarotti sono coetanei ormai quarant’anni, sindaci di città importanti e dotte come Firenze e Parma, attivissimi sui social network ma soprattutto “rottamatori”, sebbene interpreti di due rottamazioni di diversa radicalità: una che punta alla rimozione della nomenclatura di un partito, l’altro a smontare un intero assetto di potere vigente.
Nella geografia del posizionamento politico, Renzi e Pizzarotti si avvicinano: il primo il politico più grillino fuori dal Movimento 5 Stelle, il secondo talvolta il più indisciplinato dentro il M5S quando propone la nomina a direttore generale del Comune di Parma di Valentino Tavolazzi, espulso dal M5S da Beppe Grillo, e non fa mistero di frequentare il ribelle Giovanni Favia.
In un clima di antipolitica dilagante, Renzi e Pizzarotti, a modo loro, riescono ancora a scaldare i cuori, possono permettersi il lusso di incontrare la gente senza il timore di subire l’ostilità che oggi viene riservata alla Casta; Renzi nella sua campagna elettorale delle primarie sta riempiendo i teatri d’Italia, Pizzarotti nel suo tour nei quartieri riempie le sale delle circoscrizioni… con la differenza che Renzi lo fa con al fianco Giorgio Gori e finanziato dai fondi diAlgebris Investments, il secondo con la Nicoletta Paci e la bella e brava psicoterapeuta che lavora gratis.
Jeans e camicia bianca è l’abbigliamento standard di Renzi, jeans e camicia azzurra quello di Pizzarotti, via la giacca e la cravatta, i portaborse, le auto blu… entrambi rifiutano il linguaggio, anche visivo, dell’iconografia della vecchia politica, con Pizzarotti praticamente mono-look come nella Cina di Mao.
Renzi è più navigato, introdotto, dialettico, facoltoso, Pizzarotti è più spontaneo, don Chisciotte, irriverente, geniale quando vuole installare per la città le panchine con i nomi dei donatori privati incisi sopra come in Chiesa, sognatore quando pensa di sopperire alla scarsezza di risorse con i muratori volontari e lo Scec, tendente più al pauperismo che alla sobrietà.
Entrambi si rivolgono all’elettorato in quanto massa indistinta, superando le auto-limitazioni definite dalle parole “centrodestra”, “centrosinistra”, “antipolitica”, senza revanscismo o puzza sotto al naso. Ed è per questo che piacciono all’elettorato deluso dal centrodestra tentato di andare a votare Renzi alle primarie, che ha votato in massa Pizzarotti al ballottaggio delle comunali di Parma.
Tutti e due amanti della bicicletta a mò di status symbol… sono un po’ i Coppi e Bartoli degli anni 2000, anche se le parole di apprezzamento che Renzi ha dedicato a Pizzarotti in occasione della sua recente venuta a Parma non sono ancora entrate nell’immaginario collettivo quanto la foto che ritrae Coppi e Bartali mentre si passano una bottiglietta d’acqua durante una salita al Tour del ’52.
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