
Le altre notizie pubblicate oggi
(non più in homepage)
___
03/07/2010
h.13.00
Il Comune di Parma e la Provincia di Parma con una pagina della Gazzetta di Parma, a pagamento-denaro pubblico o finanziata da sponsor poco cambia- testimoniano il fallimento della politica dei rifiuti di quest’ultimo decennio.
Scrivono infatti.”A Parma oggi si pagano 162 Euro la tonnellata contro una media di 110 Euro delle altre Province dell’Emilia Romagna,il 50% in più. Come mai? Perché negli ultimi dieci anni sono state esportate in impianti extraprovinciali un milione e mezzo di tonnellate di rifiuti”. …” Per fare questo i cittadini finora si sono sobbarcati il costo di circa 250 milioni di Euro”. I Cittadini non si sono “sobbarcati” il costo…. ai Cittadini è stato imposto il pagamento di una somma tanto rilevante.
Di chi la responsabilità? Di chi dai banchi del’opposizione sollecitava politiche innovative per la corretta gestione dei rifiuti? O di chi ha governato la città nel decennio?
La risposta è fin troppo semplice. Purtroppo alle responsabilità dei Governanti si è accompagnato il silenzio della maggioranza dei cittadini che anziché chiedere con determinazione la attuazione di politiche ambientali di corretta gestione dei rifiuti in ambito locale si sono adeguati a subire elevate tariffe per lo smaltimento dei propri rifiuti in altri territori.
Il tema ancor oggi presente è come uscire dalla disastrosa non casuale situazione in essere. L’odierno “proclama”è solo strumentale rispetto alle responsabilità che hanno originato la presente realtà.
Continuare ad eludere il costruttivo confronto con le proposte del Coordinamento Corretta Gestione Rifiuti, condivise in modo sempre più diffuso dalla popolazione e dalle imprese locali, non favorisce il conseguimento dell’obbiettivo che tutti proclamano: la corretta gestione dei rifiuti sia per l’aspetto tecnico che ambientale e sanitario.
C’è inoltre un’avvertita esigenza di trasparenza che non può essere ulteriormente disattesa. Lo stesso Sindaco ha pubblicamente richiamato Enia spa al rispetto della deliberazione del Consiglio comunale di approvazione dell’accordo Comune/Enia in tema di trasparenza. Sempre in tema di trasparenza non va dimenticato che in sede di esame e approvazione del precitato accordo di programma è stato approvato,con voto unanime, un ordine del giorno che non risulta riportato (perché?) nel testo dell’atto deliberativo che si limita a riportare solo i due emendamenti approvati. Nell’Ordine del giorno approvato, tra l’altro, si legge: ”Comune di Parma ed Enia spa si impegnano a costituire d’intesa,entro tre mesi dall’approvazione del presente accordo, un Comitato tecnico-scientifico di alta sorveglianza, sul processo di realizzazione e gestione del termovalorizzatore”. Il Comitato avrebbe dovuto relazionare “semestralmente al Consiglio Comunale circa la propria attività di sorveglianza”. Adempimento che dal 2006 ad oggi, ha trovato attuazione una sola volta dopo ripetute richieste e sollecitazioni… si potrebbe dire chi l’ha visto!
Poiché rientra nelle competenze del Comitato la valutazione “… del processo di realizzazione e gestione del termovalorizzatore” chiedo se è tuttora attivo e, in tal caso, di relazionare in via d’urgenza al Consiglio comunale in punto al processo di realizzazione della struttura, nel caso contrario per quali ragioni non è più attivo considerato che non è intervenuto alcun atto di revoca del Consiglio comunale. E’ proprio la scarsa trasparenza che ha caratterizzato il procedimento che, da tempo, mi ha indotto a dichiarare, in sede istituzionale, la presa di distanza dal voto favorevole alla deliberazione consigliare n.45/11 del 31.03.2006.
Non solo di scarsa trasparenza si tratta. Le motivate gravi denuzie di irregolarità e/o illegittimità riscontrate nella documentazione dell’accordo di programma tra il Comune ed Enia,se confermate potrebbero condizionare l’intera procedura di realizzazione del termovalorizzatore. Le poco convincenti precisazioni di Enia spa e il silenzio finora osservato dal Comune si configurano come elementi di debolezza: la risposta, se c’è, deve essere puntuale e motivata. I dubbi vanno fugati con tempestività e precisione anche perché la deliberazione consigliare di approvazione dell’accordo di programma riporta la attestazione di “inesistenza di rilievi, di difformità dalle leggi, dallo Statuto e dai Regolamenti”certificata dal Segretario Generale del Comune.
Nel caso venissero confermate le denunziate illegittimità anche l’attestazione di conformità dell’atto verrebbe travolta e il voto espresso dal Consiglio comunale negativamente condizionato.