
Una crisi profonda quella che ha colpito il settore della moda, con un calo medio di fatturato che ha sfiorato il 30% nel 2020. Per il comparto che fa dell’Emilia Romagna una vera Fashion Valley che produce economia, sviluppo e lavoro occorrono misure urgenti di sostegno.
«A rischio c’è tutta la filiera del “Made in Italy” – ha detto il consigliere Matteo Daffadà che ha firmato la risoluzione proposta dalla collega Nadia Rossi – e anche nel nostro territorio sono significative le contrazioni che riguardano il fatturato, le produzioni e gli ordini e pesa il forte calo dell’export e delle vendite al dettaglio.
Quindi tutta la filiera è in sofferenza, l’artigianato e la manodopera, l’industria tessile, quella conciaria, il commercio e i servizi». Il comparto merita un’attenzione particolare: «Occorre tener conto del fatto che la moda è settore ad alta intensità di manodopera, con una netta prevalenza della componente femminile – sottolinea il consigliere – abbiamo proposto di cercare le soluzioni insieme alle associazioni imprenditoriali, sindacali e istituzionali, per salvaguardare l’occupazione e consentire al settore di ripartire il prima possibile: pensiamo a facilitazione dell’accesso al credito per far fronte alla crisi di liquidità delle imprese, sostegno a innovazione e sostenibilità, sgravi fiscali e contributivi a fronte di progetti di rete di piccole e medie imprese, sostegno alla filiera incentivando il mantenimento della subfornitura locale, defiscalizzazione per le aziende che riportano la produzione sul territorio e, nella cornice del Patto per il Lavoro e il Clima incoraggiare e sostenere la conversione del settore verso il nuovo modello di green fashion».