Risultati primarie del centrosinistra: qualche considerazione

SMA MODENA
lodi1

30/01/2012
h.17.00

Qualche considerazione sulle primarie del centrosinistra di ieri.
Affluenza: 8.330 voti. In città nel 2007 alle primarie del solo PD che elessero Walter Veltroni segretario nazionale parteciparono 12.111 persone, a quelle di Bersani del 2009 11.642, alle consultazione del centrosinistra del 2007 che designò Alfredo Peri candidato sindaco 8.198. Alle primarie di Bernazzoli si sono presentati 8.330 elettori, pari a circa il 6% degli aventi diritto (a Milano votò il 6,7%, a Bologna il 9,4%, a Torino l’8,7%, a Cagliari il 4,1%, a Napoli il 5,4%, a Firenze il 12,3%).
L’affluenza di ieri a Parma non è stata entusiasmante, considerato che gli stessi organizzatori in conferenza stampa avevano auspicato l’adesione di 11.000 persone, altri addirittura 13.000, convinti che il vento in poppa di una vittoria annunciata in primavera fosse un volano trascinante.
Così non è stato. Va detto, però, a parziale scusante, che mai come in questo periodo si respira un clima di stanchezza, di delusione e di anti politica, e anche questo ha inciso. Di questi tempi riuscire a spostare 8.330 persone non è banale.
Molti si attendevano Bernazzoli sopra al 50%. Penso che il 48,4% dei consensi di un Presidente della Provincia uscente appoggiato in modo evidente dai principali media locali non consenta trionfalismi, ma è pur vero che c’erano in campo altri quattro candidati, di cui uno che si portava dietro un pezzo importante della struttura del PD.
Dall’Olio è andato bene (36%) grazie all’impegno di quasi la metà del Comitato Cittadino del PD che lo ha sostenuto pancia a terra. Non penso abbia sfondato fuori dalle sezioni di partito e di alcune associazioni molto vicine alla politica ma ha conseguito un bel risultato.
A mio avviso i veri punti deboli di queste primarie sono stati il fatto che il grosso dei voti sia stato espresso da anziani e pensionati (mi hanno raccontato di alcuni seggi in cui l’età media degli elettori era intorno ai 70 anni) e che a votare sia andato solo il cosiddetto “appartato dei partiti”, soprattutto del PD. Alcuni scrutatori mi dicevano che quasi tutti quelli che entravano nei seggi si conoscevamo e chiamavano per nome; di facce nuove se ne sono viste poche. Ieri è andato in scena sempre lo stesso giro di persone consolidato, schedato e raggiunto dalla rete degli iscritti ai partiti, da liste di competizioni precedenti, che se è vero che si riduce sempre più nel tempo è altrettanto vero che ha dimostrato ancora capacità di risposta.
Nei fatti queste primarie si sono rivelate una conta interna al PD, respingendo l’elettore che sta fuori dai circuiti strutturati della ragnatela politica, avvantaggiando così Bernazzoli e Dall’Olio e penalizzando soprattutto Simone Rossi che, al contrario, ha tentato l’azzardo di portare alle primarie di una coalizione di partiti un elettorato d’opinione fuori dai partiti, sicuramente antipartitico, se non antipolitico. Lo scarso appeal delle primarie, il distacco della gente dalla politica, l’obbligo di dichiarare per iscritto la propria appartenenza politica hanno frenato la partecipazione dei cittadini comuni. Nonostante ciò Simone Rossi, partendo da zero, ha preso il 9% dei voti (1/5 di quelli di Bernazzoli), diventando di fatto la seconda forza della coalizione dopo il PD, doppiando nei consensi il partito di Nichi Vendola, Sinistra e Libertà, e prendendo cinque volte di più di un partito storico come quello socialista. I pochi giovani che si sono recati alle urne hanno votato soprattutto per lui.
Male Giuseppe La Pietra, sostenuto da Sel, con il 4% dei consensi. Penso che La Pietra abbia sbagliato completamente la sua campagna elettorale non riuscendo a caratterizzare in nulla la sua candidatura se non in un generalista e banale richiamo alla legalità e all’antimafia, facendosi scavalcare a sinistra da Rossi tanto nei contenuti quanto nella percezione della gente. A livello nazionale quello di Vendola è il partito delle primarie per antonomasia… qui da noi diciamo che non è stato all’altezza della sua fama.
Adesso per Bernazzoli si apre una fase nuova.
Vedremo chi sarà il suo sfidante, ma la passeggiata elettorale che si annunciava fino a qualche mese fa oggi non pare più così rilassata.

Andrea Marsiletti