Rovagnati, la prima ricostruzione dell’Ansv dell’incidente con l’elicottero precipitato a Noceto: “È successo tutto in pochi minuti”

SMA MODENA
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Sono arrivati i primi risultati del team investigativo dell’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (Ansv) sull’incidente che lo scorso 5 febbraio, coinvolse l’elicottero A109, con a bordo l’imprenditore Lorenzo Rovagnati di 42 anni e i due piloti Leonardo Italiani (30 anni) e Flavio Massa (59 anni) che morirono sul colpo.

L’incidente avvenne durante il decollo da Castelguelfo di Noceto e dalle prime indagini risulta essere accaduto in pochissimi minuti.

Le strumentazioni di bordo hanno, infatti, hanno registrato l’ultimo volo a partire “dalle 17:48:33. Il termine di registrazione è avvenuto alle 17:51:00” – si legge nel “relazione preliminare d’inchiesta” dell’Agenzia. In sostanza meno di tre minuti dopo il decollo.

Ciò che è certo è che non “si osservavano segni di incendio: non è stata rilevata una perdita di carburante dai serbatoi ed è stato possibile prelevare un campione per analisi”. Dalle successive analisi il carburante è risultato poi conforme.

Altro dato certo sono le cattive condizioni meteorologiche: era infatti prevista nebbia con visibilità orizzontale a 100 metri.

In coordinamento con la Procura di Parma gli investigatori Ansv hanno esaminato il relitto, identificando i resti nell’area dell’incidente, per acquisire elementi utili alla ricostruzione dell’esatta dinamica dell’evento. Ma non ha potuto lavorare sulla “scatola nera” in quanto l’elicottero non ne era dotato. La normativa aeronautica vigente, infatti, non ne prevede obbligatoriamente l’installazione a bordo di aeromobili di questo tipo.

L’Augusta Westlan, avrebbe dunque impattato il terreno poco dopo il decollo, distruggendosi completamente.

Il relitto presenta i danneggiamenti maggiori nella parte frontale. Gli investigatori hanno stabilito che il primo punto di contatto con il suolo è avvenuto con il ruotino anteriore, che ha generato un solco nel terreno bagnato. Solco, della lunghezza di circa 1.6 m, con una profondità di circa 75 cm e larghezza iniziale compatibile con quella del “nose” dell’elicottero.

Il resto del relitto si trovava a una distanza di circa 25 metri dal punto di collisione.

“La trave di coda, contenente l’albero di trasmissione al “tail rotor” era spezzata, capovolta e avanzata lateralmente a destra rispetto alla prua dell’elicottero. Le pale del rotore di coda non presentavano invece danneggiamenti elevati” si legge nella relazione preliminare.

L’imprenditore era solito percorrere la tratta Arcore-Faenza-Sala Baganza-Noceto-Arcore con frequenza e quella del 5 febbraio, partita a Noceto era l’ultima parte di un tragitto.

Lo avrebbe portato dal castello medievale (risalente al XII secolo situato lungo la via Emilia, tra Parma e Fidenza) di proprietà allo stabilimento Rovagnati di Arcore (Monza).

L’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo che lavora con i Carabinieri del Ris e un esperto aeronautico, non ha ancora stabilito se si è trattato di un errore umano o di un guasto al velivolo a causare l’incidente. Dunque l’attività investigativa continuerà a esplorare tutte le evidenze che possano essere d’aiuto alla determinazione della causa dell’evento. In particolare si concentreranno sulla verificati dei titoli aeronautici e dell’addestramento del personale di volo, sulla verifica del contesto normativo in relazione al tipo di volo, saranno effettuati ulteriori accertamenti tecnici sulla strumentazione e sull’iPad in dotazione all’equipaggio, oltre all’analisi degli esiti delle autopsie effettuate sui piloti.

Tatiana Cogo

Credits: foto Agenzia Nazionale per la sicurezza del volo