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26/02/2011
h.10.50
La Nial Rizzoli ha presentato lo scorso dicembre un progetto, pubblicato sul bollettino della Regione, “per la sistemazione morfologica e agrovegetazionale di un’area interessata da attività estrattiva, mediante attività di recupero di rifiuti non pericolosi (R 10), in località Fornace a San Secondo Parmense”.
E’ sorto subito un comitato di cittadini che ha raccolto firme e si è opposto al progetto, sottolineando come sia evidente a tutti la rinaturazione spontanea delle cave stesse, già trasformatesi in laghi naturali.
Martedì scorso si è svolta un’assemblea pubblica del comitato per aggiornare sulla situazione e trasformare il gruppo spontaneo in associazione per l’ambiente.
Era presente Giancarlo Castellani, assessore all’ambiente della Provincia, che ha sottolineato che non stratta di una discarica, in quanto non sono previste nuove discariche dal piano provinciale, e che comunque si tratterebbe di gestire rifiuti classificati R 10, cioè semplicemente di interramento di inerti non pericolosi.
Il gioco di parole è davvero clamoroso: basta non chiamarli rifiuti ed è tutto risolto.
Dagli interventi, sia di membri del comitato che di altri, è emerso che l’interramento nelle cave di scarti di industrie metallurgiche e di acciaierie e altresì di ceneri da biomassa contribuisce proprio a definire il nuovo invaso come una discarica e per di più di rifiuti pericolosi.
Le ceneri da centrale a biomassa, oltre a residui di metalli pesanti, contengono residui di K e Mg in concentrazioni nocive, che a contatto con la falda acquifera produrrebbero un grave inquinamento della stessa, con grave pregiudizio per la popolazione, i coltivi e l’alimentazione animale.
I membri del comitato hanno sottolineato come da un incontro informativo con la Nial-Rizzoli sia emersa la sua volontà della stessa di adire a compensazioni, come erogazione di fondi (450.000 euro) utili alla costruzione di una centrale termica a biomassa per l’essiccazione dei laterizi della Giavarini, azienda locale del settore.
Come Rete Ambiente Parma il nostro intervento ha sottolineato la disponibilità ad appoggiare la mobilitazione locale di San Secondo, stabilendo contatti permanenti, rimarcando come l’iniziativa della discarica nelle cave di San Secondo, la cui capienza totale sarebbe di 230.000 tonnellate, sia da mettere in relazione all’intenzione dell’Eridania-Sadam di costruire vicino a Trecasali una centrale a biomassa da 60 Mw, da cui risulterebbero 7500 tonnellate annue di ceneri tossiche da smaltire.
Non proprio una coincidenza, piuttosto una programmazione, che tocca sicuramente anche le alte sfere delle amministrazioni locali e regionali, visto che la regione sembra prevedere incentivi alle aziende agricole che passano a coltivi da cui ricavare biomasse da bruciare.
Prospettive che certo cozzano contro la volontà dei cittadini di preservare il loro ambiente, cittadini non certo favorevoli a far diventare il proprio habitat discarica di servizio di qualche impresa, che porta benefici ad altri soggetti e malattie e pericoli per la salute a chi vive accanto.
Giuliano Serioli
Rete Ambiente Parma
nella foto: i laghi di San Secondo: vedete ambienti lacustri o discariche?
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma
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