
Di sicurezza, giovani e immigrazione ha parlato il prefetto Antonio Lucio Garufi durante il tradizionale scambio di auguri, a Palazzo Rangoni Farnese, con i rappresentanti di istituzioni, enti locacli, mondo economico, associazioni di categoria, terzo settore, scuole e Università.
Dalla tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza è partito il bilancio di Garufi che si è detto molto soddisfatto del lavoro di coordinamento di tutte le forze dell’ordine, cui ha fatto un grande plauso. “Sono confortato dai numeri, che non mentono mai – ha detto Garufi -. Nel 2023 sono stati quasi 200.000 i controlli effettuati durante le attività di servizio, in tutta la provincia di Parma. Ma non c’è flessione tra gli arrestati e i denunciati: i reati commessi quest’anno sono circa 20.000. Se però compariamo il dato a 15 anni fa, a fronte di un aumento della popolazione di 25.000 persone dovute soprattutto ai flussi migratori, i reati sono diminuiti, erano stati, infatti, circa 23.000 nel 2008”.
Sul fronte dell’accoglienza, Garufi ha sottolineato l’impegno della Caritas, dei volontari e della Protezione Civile. “Sono aumentate le povertà e le marginalità questo si riverbera inevitabilmente anche sulla sicurezza. Quest’anno i nuovi arrivi si attestano su 156.000 unità, siamo ai livelli del 2015-16 – ha detto Garufi-. Il nostro sistema di accoglienza è andato prestissimo in saturazione, nonostante abbiamo aumentato la capienza -. A luglio siamo stati vicinissimi a non avere alcuna soluzione al problema.
L’accoglienza, prima di essere un obbligo istituzionale è una questione etica, un dovere morale. Devo ringraziare il presidente e il vice presidente del comitato provinciale di Protezione Civile, Giampaolo Zucchi e Stefano Camin, per aver accolto il mio appello. E ringrazio il sindaco di Parma per l’accoglienza prima al Cornocchio e poi a Martorano. Martorano però non può essere la soluzione, non risolve il problema, deve essere un luogo di accoglienza provvisorio e va superato. Spero che questa città ritrovi l’energia e lo spirito giusto per arrivare a una soluzione condivisa. Conto sul fatto che questa è una terra ricca e attrattiva e con un alto grado di civiltà – ha dichiarato il prefetto”.
Nota positiva il lavoro con le scuole. “Dopo una pandemia e due guerre, quelli che soffrono di più sono i ragazzi che mostrano tanti sintomi di malessere – ha spiegato Garufi -. Ho incontrato un migliaio di ragazzi quest’anno, anche in quartieri difficili e ringrazio il lavoro di docenti universitari, dirigenti scolastici, insegnati. Da loro ho tratto molta energia positiva. I ragazzi hanno voglia di confronto. L’importante è saper comunicare nella loro lingua”.
Tatiana Cogo