Sciopero della fame per il sì ai matrimoni gay

SMA MODENA
lombatti_mar24

05/01/2010
h.21.20

ParmaGaily, la finestra sul mondo gay, lesbo, trans e bisex di Parma.

Una coppia omosessuale di Savona, Francesco Zanardi e Manuel Incorvaia, ha cominciato lo sciopero della fame per spingere il Parlamento a prendere in esame le proposte di legge sulle unioni civili e i matrimoni gay.
Hanno cominciato lo sciopero della fame affiché il Parlamento metta in calendario le proposte di legge sulle unioni civili e il matrimonio gay. Francesco Zanardi e Manuel Incorvaia, arrivati da Savona, hanno ricevuto la solidarietà dell’associazione radicale Certi diritti, che ha aderito alla protesta organizzata in piazza Montecitorio. Alcuni esponenti dell’associazione inizieranno lo sciopero con loro. Realizzando la mancanza di tutele giuridiche della loro unione, si rivolgono al comune di residenza chiedendo l’autorizzazione a sposarsi e ricorrendo conseguentemente alla Corte Costituzionale in risposta all’ovvia negazione. Il passo successivo, quello roboante: lo sciopero della fame ad oltranza davanti Montecitorio, preceduto da una conferenza stampa, per richiamare l’attenzione dei politici sulla loro condizione civile.
All’appuntamento in piazza Montecitorio alle 14:30 erano assenti le associazioni gay ad eccezione dei radicali di Certi Diritti e del movimento spontaneo We Have a Dream, oltre che della stampa. Erano attesi inoltre don Franco Barbero, esponente delle comunità cristiane di base, Vladimir Luxuriua, Franco Grillini e Alessandro Cecchi Paone.
A spiegare le motivazioni del gesto lo stesso Francesco, che ha inaugurato la conferenza stampa leggendo una breve lettera dal mini palco allestito a pochi passi dalla Camera dei Deputati. “Perchè dobbiamo vergognarci così tanto, invece che essere orgogliosi di essere italiani? Con la nostra iniziativa non violenta, che inizia oggi, intendiamo porre all’attenzione delle massime istutuzioni il fatto che da anni giacciono impolverate diverse proposte di legge sulle unioni civili e sui matrimoni omosessuali, che la stragrande maggioranza della classe politica ignora. Una disattenzione – ha detto il ragazzo – che evidenzia un enorme grado di inciviltà. Noi ci auguriamo che altre coppie seguano il nostro esempio, e che finalmente vengano riconosciuti i nostri diritti, in merito alla felicità e al diritto a vivere, con amore, forza e responsabilità”.
L’anomala conferenza stampa sotto il cielo di Roma è poi proseguita con Sergio Rovasio, Segretario dell’Associazione Radicale Certi Diritti, che ha appoggiato e sostenuto l’iniziativa di Francesco e Manuel. “Un’iniziativa non violenta – ha voluto sottolineare Rovasio – a cui noi di Certi Diritti abbiamo sentito il dovere di partecipare, visto che viviamo in un paese che è l’unico paese d’Europa che invece di andare avanti torna indietro, senza prevedere nemmeno la mediazione come quella dei Pacs, e con una classe politica quasi tutta genuflessa ai voleri del Vaticano. Purtroppo viviamo in un paese che non riesce a fare un passo avanti in materia di diritti civili e di diritti umani. Un qualsiasi paese civile dovrebbe farsi carico delle minoranze e dei diritti negati da queste richiesti. Chi va al Governo non può governare solo chi l’ha votato. Un Governo che sta al potere, in una Democrazia, dovrebbe saper governare senza tralasciare ciò che una parte del paese chiede loro. Questo è il motivo per cui sosteniamo la lotta di Francesco e Manuel, proseguendo ovviamente la nostra battaglia di Affermazione Civile, che si ispira alle lotte non violente degli anni 50 di Martin Luther King ed Harvey Milk”.
A chiudere la conferenza la Senatrice radicale Donatella Poretti, che ha candidamente ammesso come “sia la scorsa legislatura che in questa abbiamo presentato una proposta di legge, la 594, che appunto permette, nel caso in cui venisse approvata, la possibilità di accedere al matrimonio tra persone dello stesso sesso. Una relazione che volutamente inizia con quella che vorrei fosse la sentenza della nostra Corte. Peccato che sia la sentenza storica della Corte Suprema californiana del 15 maggio del 2008, che tranquillamente potremmo fare anche nostra, che a suo tempo tuonò: limitare la definizione di matrimonio ad un unione tra un uomo e una donna è anticostituzionale. Questo passaggio deve essere eliminato dal testo legislativo. Fatto, detto, passaggio eliminato. E noi cosa stiamo aspettando?”.
Francesco e Manuel hanno così fatto il loro accorato appello al Parlamento, iniziando ad oltranza un coraggioso sciopero della fame. La speranza, a questo punto, è che qualcuno li ascolti, rispondendo alle loro domande.
Anche il gruppo di Parma dell’associazione radicale Certi Diritti è impegnato nella campagna di affermazione civile per la richiesta di pubblicazioni degli atti matrimoniali per le coppie gay parmigiane.
Chiunque volesse partecipare all’iniziativa è invitato a prendere contatto con l’associazione (certidirittipr@gmail.com).