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24/09/2010
In questi giorni è tornata prepotentemente a galla la questione del forno inceneritore di Ugozzolo anche in concomitanza con un importante incontro organizzato all’Auditorium Paganini dal Comitato Corretta Gestione Rifiuti.
Proprio in questa occasione la sezione di Parma della Lega Nord sottolinea ancora una volta come non sia corretto assumere posizioni assolutamente rigide e unidirezionalmente contrarie a priori all’incenerimento dei rifiuti. Tuttavia riteniamo che questa sia una soluzione estrema, applicabile solo in mancanza di soluzioni alternative, con i giusti dimensionamenti e comunque non in zone ad alta concentrazione di aziende agro-alimentari come la nostra.
Con riferimento alle dichiarazioni che da tempo si susseguono da parte di Provincia, Comune ed Enia, ora Iren, siamo sempre più convinti che i nostri dubbi sull’attuale progetto fossero pienamente fondati; sono infatti usciti i risultati della raccolta differenziata in Provincia e il presidente Bernazzoli, rimarcando gli ottimi dati della differenziata, ha si ribadito l’importanza della realizzazione del termovalorizzatore per la “chiusura del cerchio dei rifiuti”, ma allo stesso tempo, assieme all’assessore Castellani, hanno involontariamente “chiarito” l’inconciliabilità tra il dimensionamento dell’impianto da 130mila tonnellate annue e la raccolta differenziata. Nel 2012, anno previsto per l’avvio del termovalorizzatore, si conta di raggiungere un valore di raccolta differenziata pari al 70%; il 30% rimanente da smaltire sarebbe pari a circa 75mila tonnellate annue.
Ebbene la restante parte, per arrivare al valore di 130mila tonnellate (55 mila), sarà coperta dai rifiuti speciali che provengono dal sistema produttivo locale. Peccato però che i due amministratori si lascino sfuggire che il quantitativo annuo di rifiuti speciali industriali ammonta a 700mila tonnellate e non certo a 55 mila. Il nostro timore che l’impianto avrebbe bruciato rifiuti speciali non facilmente controllabili per tipologia e quantità è sempre più fondato.
Un altro interrogativo che ci eravamo posti era se l’impianto sarebbe stato usato per smaltire i rifiuti provenienti da siti contaminati soggetti a bonifica; il pensiero va immediatamente all’ex discarica di Eia e al sito del Cornocchio, dove sono stoccati anche i pericolosi rifiuti tossici della nota nave Karin B. Anche questa preoccupazione sembra purtroppo non essere poi tanto peregrina.
Come al solito potrebbero essere i cittadini a pagare per le scelte dissennate in materia di rifiuti fatte in passato dalle amministrazioni di sinistra e con il rischio di perseverazione che sussiste a fronte di un inceneritore che brucerà di tutto e di più.
Un’altra domanda che ci siamo posti è quella sull’effettivo peso del Comune di Parma nella gestione dell’impianto visto che attualmente detiene solo il 6% di Iren. Il presidente Bernazzoli ha sempre affermato che l’impianto di Ugozzolo servirà per smaltire i rifiuti provenienti esclusivamente dal territorio provinciale; tuttavia ultimamente il sindaco di Reggio, Pd, ha dichiarato pubblicamente che i loro rifiuti saranno conferiti nell’impianto di Parma e che la tipologia di smaltimento dei rifiuti deve essere valutata in base alle caratteristiche del territorio riferendosi al costo eccessivo del porta a porta; la stessa cosa potrebbe avvenire per una parte di quelli di Piacenza.
La preoccupazione che il comune cittadino difficilmente saprà cosa e quanto si brucia nel termovalorizzatore è purtroppo sempre più fondata.
Ancora oggi poi non è dato sapere l’effettivo costo dell’opera dal momento che Iren si rifiuta (bell’esempio di trasparenza amministrativa) di fornire il piano economico finanziario.
Non è ancora chiaro se il termovalorizzatore determinerà un reale diminuzione della tassa sui rifiuti o se al contrario le spese per la sua realizzazione ricadranno sui contribuenti. Siamo convinti che sarebbe economicamente più vantaggioso puntare su una progressiva diminuzione della produzione del rifiuto indifferenziato, su un potenziamento della già buona raccolta differenziata finalizzata al recupero e non all’incenerimento e su una riduzione degli imballaggi.
Riteniamo inoltre che realizzare un termovalorizzatore in un’area di pregio paesaggistico e in cui è molto sviluppato il comparto agro alimentare specie per i prodotti a marchio Doc o Dop possa recare un serio danno d’immagine a tutto il settore.
In conclusione riteniamo sia fondamentale arrivare ad un profondo cambio di mentalità che induca le industrie ed i cittadini ad un maggior impegno volto alla riduzione complessiva dei rifiuti, ad una loro valorizzazione come fonte di nuovi prodotti (riciclaggio) con l’obiettivo di arrivare ad una sorta di autonomia territoriale nella gestione dei rifiuti sulla base delle esigenze economiche, geografiche, abitative e ambientaliste: la gestione dei rifiuti non può essere priva di costi in termini ambientali, economici, di salute: la stessa differenziata spinta su larga scala determina un forte implemento del traffico veicolare, camion compattatori, per il trasporto con ovvie conseguenze sull’inquinamento; il compito dei politici e degli amministratori deve essere quello di ridurre il più possibile questi costi.
Sezione di Parma della Lega Nord
Dipartimento salute e ambiente