
18/08/2012
In data 29/03/2012 il Comune di Bedonia (PR) ha sottoscritto una convenzione con la ditta Evifacility s.r.l. per la costruzione, l’esercizio e la manutenzione di un impianto di cogenerazione alimentato a olio vegetale, della potenza massima di Kw 999, finalizzato alla produzione di energia termica da utilizzare per alimentare la piscina comunale e gli impianti connessi.
Tale impianto è costituito da un generatore elettrico azionato da un motore diesel lento di derivazione navale che usa come combustibile l’olio di colza. I più recenti e accreditati studi scientifici ci dicono che il consumo di combustibile medio di questo tipo di centrale è di 200 grammi/kilowatt ore e che l’impianto in questione, pertanto, è destinato a bruciare in 1 ora circa 250 kg di combustibile e 0,19 kg di olio lubrificante, che, rapportati alle 24 ore giornaliere, assommano a un consumo totale di 6 mila kg di olio di colza e 4,6 kg di olio lubrificante minerale.
In termini assoluti, quindi, una centrale diesel da 1 Megawatt ad olio di colza produce annualmente, nel suo continuo funzionamento, un volume totale di emissioni allo scarico di circa 35 milioni di metri cubi di gas, che si concretizzano, per quanto riguarda le frazioni inquinanti più importanti, in 10,5 tonnellate di Ossidi di Azoto (se è montato un doppio catalizzatore), 10,5 tonnellate di ossido di Carbonio e 0,7 tonnellate di polveri sottili (se i filtri sono particolarmente efficienti). Sempre gli studi in materia evidenziano che le frazioni di idrocarburi aromatici conferiscono ai gas di scarico un caratteristico odore di fritto al quale l’olfatto umano è particolarmente sensibile, tanto da risultare scarsamente sopportabile, e che le polveri sottili, anche se l’impianto è dotato di camere di cattura, non sono certamente pari a zero, poiché dipendono pesantemente dal grado di raffinazione dell’olio combustibile e dall’efficienza dei filtri.
L’emissione bilanciata di anidride carbonica, inoltre, richiamata nelle delibera del Comune, non tiene assolutamente conto della quantità di anidride carbonica prodotta dalle macchine impiegate nella produzione della colza né da quella emessa dal ciclo estrattivo dell’olio prodotto, che va raffinato, filtrato, trasportato, pompato e riscaldato durante le stagioni fredde per evitare condensazioni di paraffine: pertanto l’olio di colza, sebbene in percentuale minore rispetto al gasolio, non si può certo definire a inquinamento zero. L’impianto in questione, infine, una volta avviato, è legato alla disponibilità di olio vegetale, il cui prezzo è fortemente instabile, dipendendo dai raccolti, soprattutto se l’olio proviene dalla Comunità Europea, e i ricavi della vendita dell’energia sono fortemente condizionati dalla disponibilità di denaro pubblico per pagare gli incentivi, senza i quali la redditività si ridurrebbe al lumicino, per non parlare della possibilità, non remota, di dover cambiare anche solo temporaneamente combustibile a causa dell’indisponibilità contingente dell’olio di colza, con evidenti conseguenze sulle emissioni, non essendo pensabile, dati gli alti costi di ammortamento, l’arresto dell’impianto.
La Deliberazione della Giunta regionale 26 marzo 2012 n. 362, che ha l’obiettivo di promuovere uno sviluppo il più possibile virtuoso delle energie da fonti rinnovabili e prevede l’adozione delle migliori tecnologie esistenti, la valorizzazione della filiera corta entro i 70 km per quanto riguarda la materia prima e il “saldo zero” quale parametro per valutare l’impatto sul territorio e sulla qualità dell’aria dei nuovi impianti, dispone che nelle aree della regione in cui la qualità dell’aria raggiunge livelli critici – e il comune di Bedonia (PR) rientra in una di queste zone – un impianto a olio vegetale possa essere realizzato solo se le emissioni di polveri sottili e ossidi di azoto soddisfano il parametro del “saldo zero”.
Alla luce degli studi scientifici e della delibera regionale, pertanto, ho presentato un’interrogazione alla Giunta regionale per sapere se l’impianto che verrà costruito a Bedonia soddisfi il parametro “saldo zero” previsto dalla norma regionale. In caso negativo, come sembra evidente, ho chiesto quali misure si intendano adottare al fine di bloccarne la costruzione o, quantomeno, sospenderne la realizzazione in attesa di nuove e più approfondite valutazioni di impatto ambientale che facciano tesoro della delibera di Giunta richiamata e se non si ritenga opportuno sensibilizzare l’Amministrazione comunale a optare per una soluzione sostenibile.
Ho chiesto infine se la Giunta sia a conoscenza che il Sindaco di Bedonia ha denunciato per procurato allarme due consiglieri dell’opposizione che avevano pubblicamente manifestato preoccupazioni per l’impatto ambientale dell’impianto, in linea con le evidenze scientifiche che hanno motivato la Regione ad adottare il parametro “saldo zero”, e quale giudizio dia su questo fatto”. È quanto ha dichiarato Luigi Giuseppe Villani, Presidente del Gruppo regionale PDL dell’Emilia-Romagna, a commento dell’interrogazione.
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19/08/2012
CENTRALE ALL’OLIO DI COLZA A BEDONIA?
Sorpresi, apprendiamo che uno dei maggiori sostenitori dell’inceneritore di Uguzzolo, nonchè ex vicepresidente di Iren, Luigi Giuseppe Villani, denuncia oggi il carattere speculativo e nocivo di un impianto accettato dall’amministrazione di Bedonia.
Forse è solo un modo di cominciare anzitempo la campagna elettorale contro il Pd.
Ma chissà, potrebbe anche aver fatto fare una piroetta di 180° ai suoi convincimenti. Sappiamo tutti che l’opportunismo di questa classe politica non ha limiti.
In ogni caso, stando a quanto detto, in data 29/03/2012 il Comune di Bedonia (PR) avrebbe sottoscritto una convenzione con la ditta Evifacility s.r.l. per la costruzione, l’esercizio e la manutenzione di un impianto di cogenerazione elettrica alimentato a olio vegetale, della potenza massima di Kw 999, finalizzato alla produzione di energia termica da utilizzare per alimentare la piscina comunale.
Tale centrale brucerebbe 2.000 tonnellate annue di olio di colza, forse addirittura di più dato lo scarso rendimento del combustibile, con emissioni nocive ed odorigene incredibili per un impianto pubblico ma soprattutto aperto al pubblico.
Molti studi, infatti, indicano che un motore diesel alimentato con oli vegetali ha un calo di rendimento che provoca un maggior consumo e nel contempo un aumento di emissioni.
Si tratta in questo caso di concentrazioni di PM10 e di polveri ultrafini notevolmente maggiori che non dalla combustione dello stesso gasolio, con aumento delle frazioni più pericolose, quelle inferiori ai PM10. Con un contenuto di IPA (idrocarburi policiclici aromatici, doppio rispetto a quello generato dal gasolio e con un forte incremento delle concentrazioni di ossidi di azoto.
(dati di uno studio del 2002 della Provincia di Bologna).
Altre ricerche evidenziano la formazione di benzene e butadiene che diffuse nell’aria portano a pericolosi composti come PCB e diossine, formaldeide e ozono.
(tutte sostanze ignorate o sottostimate dalle aziende proponenti e dai costruttori degli impianti ).
L’ozono stesso è un inquinante secondario che si forma in atmosfera a partire dagli ossidi di azoto, se le condizioni sono favorevoli, come quelle estive (smog fotochimico).
Tutta la combustione di biomasse produce,infatti, significative emissioni di ossidi d’azoto e quindi d’estate aumenterà la concentrazione di ozono, nocivo per la salute.
Accenniamo di sfuggita che occorrerebbero circa 1500 ettari di coltivazioni dedicate per rispettare il dettato regionale della filiera corta, tanto sappiamo che il biocarburante verrebbe importato come capita per tanti altri impianti similari.
Pare che l’amministrazione ora abbia fatto marcia indietro e rinneghi l’accordo con la ditta proponente e che questa, a sua volta, voglia rivalersi legalmente nei suoi confronti.
L’importante è che i cittadini sappiano e vigilino.
Reteambienteparma
Serioli Giuliano
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