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06/08/2010
h.16.20
Il consigliere regionale Luigi Giuseppe Villani (Pdl) ha presentato una risoluzione che, se approvata, impegnerà l’Assemblea legislativa e la Giunta regionale ad istituire in Emilia-Romagna le “Zone franche montane regionali”, “avviando un sistema trasparente di selezione delle aree (intercomunali o sovra comunali) per criteri e parametri oggettivi, sulla falsariga di quanto già avvenuto per l’individuazione delle Zone franche urbane”, (istituite in Italia con la Legge finanziaria 2007, poi modificata dalla Legge finanziaria 2008, sul modello delle “Zones franches urbaines” francesi), “ricorrendo a dati statistici ed indicatori di crisi e comprendendo fra essi”, come nelle esperienze d’oltralpe delle “Zones de revitalisation rurale”, “quelli caratterizzanti il disagio delle aree montane (per esempio: densità abitativa, andamento demografico, qualità e quantità dei servizi essenziali in campo sanitario, dei trasporti e dell’istruzione, oltre che disoccupazione, mortalità d’impresa, scolarizzazione, infrastrutture)”.
L’impianto normativo comunitario e nazionale – si legge nella risoluzione – consente, in linea di principio, di prevedere l’istituzione di queste Zone franche montane, “per le quali prevedere agevolazioni ed incentivi fiscali in grado di attrarre investimenti di capitale e sostenere le imprese”.
In Emilia-Romagna – a parere di Villani – l’applicazione del modello di fiscalità regionale di vantaggio, previsto dall’istituzione delle Zone franche montane, in aree di montagna disagiate ed in situazione di crisi sociale, economica e demografica, potrebbe rivelarsi importante per il sostegno alle imprese ed all’occupazione, per attrarre nuovi investimenti, tutelare e rilanciare l’artigianato, il commercio di vicinato, l’agricoltura e la tradizione enogastronomica, che rappresentano, in queste microaree, veri e propri presidi sociali da conservare.
Per questo la risoluzione chiede di individuare nelle micro e piccole imprese artigianali e commerciali i beneficiari del sistema di “applicazione differenziata, per grado di disagio, di agevolazioni fiscali relative alla tassazione regionale, oltre che di esenzioni ed incentivi”.
In aggiunta alle agevolazioni fiscali, – evidenzia infine Villani – si potrebbero prevedere misure specifiche per l’ambito rurale e per il settore agricolo, agrituristico, turistico termale e turistico in generale, per valorizzare il patrimonio ambientale, culturale ed enogastronomico e per favorire l’occupazione e l’impresa giovanile, con adeguati percorsi di formazione e specializzazione.