Svegliatevi, altrimenti ci arrabbiamo!

SMA MODENA

02/09/2012

Non sono un loggionista esperto di musica lirica e di balletti, anzi, questi spettacoli mi annoiano e piuttosto che andare al Regio in frac e papillon, che dovrei andare ad affittare il giorno prima (ma al Coin ce l’hanno?), mi metterei a vedere per la decima volta le scazzottate di Bud Spencer e Terence Hill di “Altrimenti ci arrabbiamo”.
Ciò nonostante comprendo l’importanza del Teatro per la nostra città e ho il massimo rispetto per i cultori di questo genere.
Non trovo lo stimolo per inserirmi nelle polemiche di queste settimane sul sovrintendete Meli, sul reale o presunto “boicotto” di alcuni soci, sulla difesa del vecchio, sulle riforme statutarie, sul nuovismo salvifico, però qualche considerazione, da cittadino, la voglio fare.
Parto dai dati di fatto: un passivo dell’Ente di due milioni di euro, un indebitamento di 11 milioni, un sovrintendente pagato 336.000 euro anno tra stipendi e benefit, precari a go go da stabilizzare, fornitori che premono alle porte per essere pagati, un’offerta artistica riconosciuta dai più come mediocre e comunque non all’altezza della tradizione del nostro Teatro.
Credo che solo uno che abbia qualche interesse da preservare o uno sprovveduto possa ritenere che la strada imboccata dal Regio in questi anni sia quella giusta, che si possa continuare a gestire un Teatro come si faceva 30 anni fa indipendentemente dal fatto che nel frattempo il mondo intero è cambiato, a partire dal modo di fare, offrire e fruire cultura, dall’economia, dalla comunicazione, dai gusti, dagli stili di vita.
Ma quale cambiamento intraprendere perché il nostro Teatro possa diventare un asset della città, un punto di forza e non solo un blasone, un monumento alla memoria, una palla al piede, un altro debito sul groppone di un Comune super indebitato?
Qui però, socraticamente consapevole dei miei limiti, mi fermo e mi aspetto una risposta dalla nostra classe politica o dirigente in senso lato… ma purtroppo in questi mesi prendo atto di una maggioranza in Comune che non mi pare abbia idee chiarissime a riguardo, ammesso che ne abbia alcuna, un’opposizione che, anche su questo argomento, non ha nulla da dire che non sia l’appello parolaio al “facciamo scelte condivise”, “il Regio è un bene della città”, “stiamo uniti e facciamo sinergia”, gli altri soci (o ex soci) mi paiono anch’essi tutt’altro che creativi con l’aggravante di essere stati protagonisti delle stagioni passate.
Il tanto sbandierato Sistema Parma che per anni è andato “alle prime” a macca sgomitando per sedersi nelle poltronicine Vip ha il braccio corto; mi sembra che la Fondazione Cariparma sia l’unico Ente cittadino oggi disposto a sostenere per davvero il Regio, con dei soldi e non con delle chiacchiere.
E’ vero, come diceva Lenin, che “epurandosi un partito si rafforza” ma qui ormai ci siamo ridotti al lumicino e, a forza di defezioni, il rischio è che un bel giorno a qualche creditore venga la balzana idea di pignorare il palco del Regio… allora sì che finirebbero d’incanto tutte le dispute tra Orchestre, i discorsoni sulla visibilità internazionale, i benefit del Sovrintendente, gli inviti omaggio agli amici degli amici, le sfilate della Casta, le lotte politiche, i sabotaggi, il passaggio del cerino… ma al prezzo della chiusura del sipario del Regio che la nostra città non può permettersi di pagare.
Svegliatevi, altrimenti ci arrabbiamo!

Andrea Marsiletti