
18/07/2012
h.14.50
Apprendiamo oggi della decisione dell’assessore regionale Marzocchi di escludere il servizio Tagesmutter dai servizi ricompresi nella proposta educativa della Regione Emilia Romagna certificandone di fatto l’incompatibilità con una proposta educativa “PUBBLICA” ;
A differenza di quanto accade in altre Regioni come la Lombardia e, da anni, in Trentino Alto Adige e come accadra’ in futuro in altre Regioni, tra cui la più allineata (alla parte politica dell’assessore) Umbria che stanno studiando con attenzione l’applicazione del Modello, in Emilia si decide che le Tagesmutter non hanno diritto di cittadinanza, non sono riconosciute come servizio pubblico e saranno sostituite, udite udite, da misteriosi “piccoli gruppi educativi”.
Il servizio Tagesmutter, ricordiamo, e’ un esempio reale di sussidiarietà, in cui le mamme, accolgono nella propria abitazione altri bambini oltre ai propri garantendo un servizio flessibile; le tagesmutter non improvvisano questo, vengono formate con appositi corsi riconosciuti dalla Comunità Europea.
Oggi, però, nel 2012, scopriamo che questo non basta; in Emilia per fare la mamma ci vuole la laurea.
Forse sarebbe stato il caso che l’Assessore, oltre alle verifiche che dice di aver fatto, avesse fatto un giro a Parma o anche nella più “Rossa” Savignano sul Rubicone per chiedere a chi ha usufruito di questo servizio se ne sia stato contento; a giudicare dalle richieste azzardo di si. O se abbia avvertito l’esigenza che le mamme fossero laureate.
E che tipo di spesa e risparmio, oltre che gradimento, abbiano comportato per gli Enti Locali che le hanno regolamentato, ma si sa, la storia è sempre quella: per la Sinistra cioè che viene dallo Stato è cosa buona, ciò che arriva dal privato fosse anche un gruppo di famiglie suscita sospetto e merita cavilli e regolamentazioni bizantine che hanno semplicemente lo scopo di soffocarne l’inizaitiva.
Altro che sussidiarietà, altro che libertà di scelta, qui siamo ancora allo Stato padrone che decide cosa posso e non posso fare. Sempre. Anche a casa mia.
E in merito sarebbe interessante conoscere l’opinione degli esponenti locali del PD, in primis del Presidente della Provincia che, fino a poche settimane fa, si è riempita la bocca di parole come sussidiarietà, anche davanti alle stesse Tagesmutter incontrate in campagna elettorale, a cui oggi uno dei più autorevoli esponenti del proprio partito dice praticamente che non hanno diritto di esistere.
Ci dica, Presidente, la pensa come il suo Assessore o la pensa come la pensava 2 mesi fa, quando twittava che “tagesmutter, nidi aziendali ed altre esperienze vanno inserite in un disegno di accesso universalistico all’istruzione”? E invitiamo anche i consiglieri regionali locali, in primis quelli del PD, che in passato hanno riconosciuto la validità di questa esperienza (vedasi consigliere Ferrari), a battersi perché non vengo compiuto l’ennesimo attentato alla libertà di educazione in questa Regione.
Simone Orlandini
Consigliere Provinciale
___
18/07/2012
h.17.10
“La Direttiva in materia di requisiti strutturali e organizzativi dei servizi educativi per la prima infanzia che rende operativa la nuova legge di riforma dei servizi regionali per l’infanzia, in discussione in Commissione, segna, dopo anni di tira e molla, la rinuncia definitiva al riconoscimento del servizio per l’infanzia denominato tagesmutter (madre di giorno). Si tratta di una decisione grave, anacronistica e antisussidiaria. Grave perché costringe alla chiusura senza appello le prime realtà che nella nostra regione, pur fra innumerevoli difficoltà, avevano sperimentato, peraltro con qualità e soddisfazione dell’utenza, tale servizio. Anacronistica perché nelle regioni in cui il servizio di tagesmutter è stato introdotto la risposta all’esigenza delle famiglie di un’offerta maggiore e più articolata è stata immediata e positiva. Antisussidiaria perché, anziché responsabilizzare, senza assistenzialismi, le famiglie e perseguire innovative forme di collaborazione tra pubblico e privato, la Giunta Errani, condizionata da corporazioni e burocrati interessati più all’autoconservazione che a rispondere ai bisogni emergenti elaborando nuove risposte, ha scelto la strada del centralismo regionale. In Emilia-Romagna si assiste a un aumento costante della domanda di servizi da parte delle famiglie che vede il soddisfacimento di appena poco più del 30% delle richieste, con un sempre più consistente allungamento delle liste d’attesa per i servizi all’infanzia. Di fronte a questa realtà sconfortante, la conservazione asfittica e auto celebrativa del sistema emiliano-romagnolo dei servizi per la prima infanzia ‘modello’ di cui è protagonista l’Assessore Marzocchi, la quale continua pubblicamente a screditare il servizio di tagesmutter paventando il far west nel welfare e il rischio di dequalificazione dei servizi per l’infanzia, assume la valenza di una pura rivendicazione ideologia. La proposta del Gruppo regionale PDL di affiancare il servizio di tagesmutter con un’associazione non profit, qualificata, certificata e accreditata, in grado di svolgere il ruolo di tutor nei confronti della madre intenzionata a svolgere servizio di accoglienza di bambini, peraltro già riscontrabile in alcune realtà dell’Emilia-Romagna come la città di Parma e che avrebbe risolto le contestazioni dell’Assessore Marzocchi, non è mai stata presa in considerazione. Si tratta di un comportamento miope che testimonia la distanza politica tra chi la sussidiarietà si limita a predicarla e chi la pratica. Le soluzioni proposte dalla Giunte si confermano iper burocratiche e, di conseguenza, inefficaci, ma non ci diamo per vinti e in Aula cercheremo di far valere le ragioni del buon senso”. E’ quanto ha dichiarato Luigi Giuseppe Villani, Presidente del Gruppo assembleare del PDL nella Regione Emilia-Romagna.
____
RILEVAZIONE PARMARATING:
Sei favorevole o contrario
alla proposta del M5S di
riconvertire il cantiere
dell’inceneritore di Ugozzolo?
Registrati e vota!