Trump: Coldiretti, con dazi al 25% stangata da 2 mld sul food Made in Italy

SMA MODENA
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Un dazio del 25% sulle esportazioni agroalimentari Made in Italy negli Usa potrebbe costare ai consumatori americani fino a 2 miliardi di euro in più, con un sicuro calo delle vendite, come dimostrato anche dalla precedente esperienza nel primo mandato di Trump. E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti su dati Istat relativi alla minaccia del presidente Usa di imporre tariffe aggiuntive sulle merci europee. Un rischio che pesa sul record fatto segnare nel 2024 dalle esportazioni di cibo Made in Italy negli States, saliti al valore di oltre 7,8 miliardi di euro.

Se i dazi dovessero interessare l’intero agroalimentare, il costo stimato per le singole filiere sarebbe di quasi 500 milioni solo per il vino, circa 240 milioni per l’olio d’oliva, 170 milioni per la pasta, 120 milioni per i formaggi. Una vera e propria stangata che farebbe calare gli acquisti da parte dei consumatori americani. Secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat, i dazi imposti durante la prima presidenza Trump su una serie di prodotti agroalimentari italiani hanno portato a una diminuzione del valore delle esportazioni.

In riferimento all’export del Parmigiano Reggiano, gli Stati Uniti sono il primo mercato estero, con oltre il 22% di quota export (pari a più di 14.000 tonnellate). “Il Parmigiano Reggiano viene venduto a 20 dollari a libbra, a differenza dei 10 dollari a libbra dei parmesan – sottolinea il Presidente di Coldiretti Parma Luca Cotti (nella foto)- Negli Usa chi compra il nostro formaggio fa una scelta consapevole perché ha un 93% di mercato di alternative che costano la metà. Imporre dazi al nostro prodotto aumenterebbe in realtà solo il prezzo per i consumatori, senza proteggere i produttori locali. Inoltre aumenterebbe pure l’inflazione negli Stati Uniti, quando il governo Trump ha dichiarato di volerla ridurre”.

“L’imposizione di dazi sulle nostre esportazioni aprirebbe uno scenario preoccupante – rileva il direttore di Coldiretti Parma Marco Orsi – negli Usa l’agroalimentare italiano è cresciuto in valore del 17% contro un calo del 3,6% dell’export generale, confermando ancora una volta che il cibo italiano è un simbolo dell’economia del Paese.”