“Tutti i nostri desideri”

25/05/2012

Claire è una giovane magistrato del Tribunale di Lione. Ha due figli piccoli e una vita familiare serena fino a quando l’individuazione di un tumore cerebrale la sconvolge. Decide però di tener nascosta al marito la malattia temendo che lui non riesca a sopportare lo choc. Claire si trova inoltre di fronte a un palese caso di circonvenzione da parte di un istituto di credito nei confronti di una giovane madre con cui è entrata in contatto dato che i figli frequentano la stessa scuola materna. Con la collaborazione di Stéphane, un collega determinato e più in là negli anni decide di procedere affinché la trasparenza nei contratti sia ineludibile. Il tempo però stringe.
Philippe Lioret, dopo quel film notevole che è Welcome torna ad affrontare un’importante tematica sociale passando attraverso delle storie individuali e non avendo timore di entrare nel territorio del mélo. Il tema è quello, sempre più socialmente devastante, dei prestiti concessi dagli istituti di credito. Accade che in Francia (e non solo) molti vengano attratti ingannevolmente ad accendere un prestito per poi ritrovarsi progressivamente indebitati in modo esponenziale. Anche se costoro rappresentano meno del3% del totale e che la compensazione grazie ai tassi proibitivi sia più che remunerativa per le società esse procedono comunque spietatamente nei confronti dei creditori per evitare l’emulazione.
Cèline, la giovane madre che Claire si trova di fronte a scuola e in tribunale, è ormai sull’orlo della miseria. La giovane giudice la comprende come madre e come donna e trova al suo fianco un giudice capace di guardare nel profondo a quei desideri, a quei bisogni che sono primari. Lioret, grazie a due attori come Marie Gillain e Vincent Lindon, riesce a offrire umanità a due personaggi che avrebbero potuto facilmente trasformarsi in due paladini della giustizia tout court. Quella che Claire prova per Céline è pietas nel senso più nobile del termine: vuole aiutarla senza umiliarla. Perché la donna ha la dignità di tanti poveri che affrontano l’ingiustizia della società senza piegarsi al mendicare.
Lioret però non si accontenta di affrontare il tema sociale. La relazione tra Claire e Stéphane rimane nell’ambito professionale ma è proprio la condivisione di un obiettivo (e anche, da un certo punto in poi, la consapevolezza della gravità dello stato di salute di lei) che sviluppa tra di loro una dinamica che esclude, per sottaciuta comune scelta, la sessualità includendo però un’intimità ‘altra’ e ugualmente forte.
È da questa che scaturisce un rapporto che si fa esclusivo e commovente perché, sembra volerci continuare a ricordare Lioret, la società progredisce non grazie ai supereroi ma ad uomini e donne capaci di desiderare insieme.

(Si ringrazia Mymovies.it per la collaborazione)
Clicca qui per conoscere la programmazione nelle sale di Parma.

lombatti_mar24