
25/09/2011
Intervista a Karima Cristina Crosali, parmigiana convertita all’Islam, una delle protagoniste della protesta sotto i Portici del Grano contro il Comune.
Karima, parlaci di te.
Sono un’italiana convertita all’Islam da una ventina d’anni ed è questo il mio primo credo. Conduco la mia fallimentare vita in questo fallimentare Stato ed anelo a qualcosa di meglio per me e per esso, convinta che la Politica debba e possa fare.
Prima di essere una presenza costante della protesta sotto i Portici del Grano contro il Comune, avevi già fatto politica?
C’è qualcuno che non fa politica? Faccio politica nel momento preciso in cui respiro. E’ difficile poter immaginare quindi di astenersene quando un mondo furioso chiama o implora l’attenzione che merita!
Anche se non “frequento” partiti e non “posseggo” tessere ciò non significa che non abbia idee ed ideologie.
Sotto i Portici del Grano se si confabula ad alta voce, anche solo con se stessi, già l’eco risuona ovunque. Ma ascoltare, per la mia piccola città, non è sempre semplice, a meno che non ci si stia trovando all’interno di un bel teatro luccicante! Ecco che allora i critici e gli esperti spuntano fuori come funghi! Ecco che tutti riescono ad avere pareri puntuali e precisi.
Sei di sinistra?
Vorrei essere di una corposa sinistra , meno collosa e meno gommosa di quella che oggi “prova”(ma forse neanche ci prova) a fare da opposizione all’attuale italico “sgoverno”.
Cosa spinge una persona come te a continuare questa protesta ad oltranza? Solo l’indignazione per alcuni fatti di corruzione… o hai qualche motivazione in più?
La corruzione imperversante è un cancro più che sufficiente alla mobilitazione di persone che invece optano per un altro “stile di vita”. Non riesco ad immaginare reati peggiori, nel senso che se un’amministrazione svolge, per così dire, le sue mansioni improntandosi all’illegalità e alla disonestà, che cosa resta al cittadino comune se non la protesta, più o meno pacifica, in piazza? Cosa c’è da attendere oltre? Quali misfatti perdonare prima della ribellione?
Per quanto mi riguarda ciò che maggiormente mi trascina “là sotto” ogni volta è il desiderio di dar voce ad un pensiero che parla finalmente di cambiamento, ma non di un cambiamento spinto tanto per vedere facce nuove e neppure per smantellare la “parte” politica ora più incriminata. Parla invece di integrità, dedizione ai bisogni della città e dei cittadini (magari per una volta con un occhio di riguardo a quelli che versano davvero in gravi difficoltà), impegno e voglia di guardarsi dentro poiché chi resta ad osservare mentre si compiono nefandezze, quando avrebbe potuto arginarle denunciandole, non è migliore di colui che allunga la mano in primis per compiere il suo furto!
Gli indignados avete fatto il funeral party, poi la via crucis… ma Vignali è sempre lì, anzi, un sondaggio gli dà pure un consenso pari al 53%. Non è che queste vostre manifestazioni gli portano dei voti, considerato l’elettorato piuttosto “moderato” e “borghese” di Parma?
A Parma gli indignados in effetti sono di una categoria sopraffina, ahimè pochi, ma indubbiamente buoni. La bontà, si sa, quando non ci sono i numeri ha lo stesso valore di un’opera d’arte plasmata e subito distrutta. Se i sondaggi danno Vignali come il più amato dai parmigiani evidentemente è quello che ci spetterà per il futuro… evidentemente la Parma che non ama scendere in piazza, almeno non per manifestare, è più che soddisfatta dell’operato del Sindaco “suo”.
Aggiungo pure che, e non credo di rappresentare un’eccezione , preferisco lottare a perdifiato contro ciò che mi sembra ingiusto e perdere miseramente, piuttosto che chiudere le mie idee dietro a quelle persiane serrate , sbattute in faccia al passaggio di cortei, fiaccolate e presidi vari.
Quali credi debbano essere i prossimi passi degli indignados per scongiurare il rischio di spegnimento della protesta di Piazza?
Guardando al domani di questa città, il presente già ci parla di incongruenze drammatiche; passi da fare ce ne sono fin troppi, possibilmente in avanti ma a rischio di ripetermi affermo che dovrebbe cambiare lo stile…si dovrebbe riflettere e non blandamente sul rispetto per la nostra città che ognuno di noi occorrerebbe facesse confluire in un canale di “buon senso” ed equilibrio.
Pensi meno, Parma bella, alla sua eleganza proverbiale, non è più tempo di sfoggiare il vestito buono nè quello da sera (il più delle volte frutto di un reato compiuto ai danni del popolo) quando la biancheria intima mostra gli inequivocabili segni di trascorsi da baldracca!
La protesta rischia di sfumare?
Forse sì, forse è il suo destino, ma è un destino che con una virata si potrebbe contrastare, basta desiderarlo. Eravamo duemila, poi mille, poi cinquecento. Ci si stanca…si dice “Tanto ,a che serve?”. Non facciamo come quelli che arrivano, si guardano intorno e se ne vanno sconsolati perché non era quello che si aspettavano!Non sarà mai quello che ci aspettiamo perché l’ingiustizia è una conseguenza naturale dell’indifferenza… e senza risvegliare, ancora una volta, il buon Gramsci,svegliamoci noi e magari facciamolo oggi.
Immagina la prossima giunta comunale composta solo da indignados, con Karima al posto di Vignali. Da quali evidenze e scelte politico capiremmo che c’è stato un cambio di amministrazione?
Un sindaco Karima ed una giunta di indignados? Da ammazzarsi dalle risate, ma la nostra simpatia potrebbe essere uno spunto nuovo, un’esperienza mai provata… ora invece… si piange.
Nessuno avrebbe dubbi sull’effettivo cambio di rotta! A patto che mai Parma possa accettare, quindi aver votato, un primo cittadino di fede islamica (altro che indignados, giungerebbero i crociados) molti sarebbero i cambiamenti. La mia città comincerebbe un percorso poco “elegante”, molto più di sostanza, inizierebbero a vedersi meno opere incompiute e orripilanti in giro tra centro e periferia. L’attenzione al sociale sarebbe la priorità assoluta (ed il Sindaco Karima queste cose le sa ,anche perché ha vissuto tre anni in uno scantinato ammuffito pagandone onestamente l’iniquo affitto).
Lo sperpero del denaro pubblico? Cosa??? E’ tristissimo al giorno d’ oggi ammettere che avere buone idee non è affatto indispensabile al buon governo, poiché siamo ancora molto indietro; è necessario “scovare” prima, e non si sa bene in quale angolo di quale anima, una “roba” chiamata “onestà”!
Direi che proprio in questo consisterebbe la rivoluzione culturale del Sindaco Karima e della sua giunta.
Ma se un tuo collaboratore rubasse?
Non potrei garantire per i miei collaboratori ma sarei chiamata a sapere dei loro “movimenti”, a non ignorare. Le mele marce via dal mio albero! e se proprio la mia indole fosse altrettanto marcia mi dimetterei… ma forse no…in fondo dimettersi non fa parte degli usi e dei costumi italiani… non qui, non in questo Paese altamente democratico guidato da un’ esclusiva repubblica regnata da un monarca che ha come uniche voci della sua agenda le seguenti attività principali: frequentazioni di prostitute ,meglio se minorenni (e/o nipoti di Mubarak) e costruzioni di leggi fatte su misura per evitare galera e dimissioni. Viviamo in un luogo in cui quel “losco figuro”, direttamente o indirettamente, insegna nuovi codici comportamentali alle grandi e piccole amministrazioni.
A Parma, chi di dovere, ha imparato la parte con una certa classe e in tempi rapidissimi. Non sarò mai Sindaco e perciò non dovrò dimettermi e non mi dimetterò mai da cittadina continuando a partecipare insieme a chi come me non “molla”, all’unica vita politica su cui si possa mettere la mano sul fuoco. Lontani anni luce da interessi economici e di “potere”, il messaggio è più forte e più chiaro: “Cerchiamo giustizia e cerchiamo, con un’innocenza devastante, qualcuno che delegato da noi, delle case e delle piazze, amministri lealmente tutti gli aspetti pubblici di questa bella,maltrattata città… Signori lassù , che scuotete la testa sui nostri striscioni e sui nostri fischietti impazziti… diteci, chiediamo troppo?”.
Carlo Cantini